IL CASO VAURO

L'Ordine giornalisti di Roma sanziona
Giacomo Carioti
Fonte: da "Giornalisti senza bavaglio"

La sanzione disciplinare comminata dall'Ordine di Roma al collega vignettista Vauro -reo di aver satireggiato sul collega Masotti- ci deve far tremare.
Vauro può piacere o no, la sua satira può far ridere o riflettere -o forse nessuna delle due cose- ma rappresenta comunque una voce libera e spesso alternativa rispetto alla generale piattezza. Personalmente, apprezzo il suo segno e i suoi spunti, quasi sempre i suoi contenuti, non sempre i suoi modi di comunicarli: ma non offende mai la mia sensibilità, nemmeno quando va giù pesante.

Quanto alle vignette su Masotti, personalmente non le considero eccezionali, e forse sono anche di cattivo gusto, ma questo è un mio limite culturale: però sono sostanzialmente lievi nella loro "aggressività" -almeno per quanto può arrivare al lettore-, proprio in ragione del loro scarso contenuto di vera e manifesta "perfidia".

Tuttavia, il nostro indaffaratissimo Ordine ha subito trovato il tempo per occuparsi di questa faccenda, con una tempestività impressionante, valutando d'urgenza un esposto (fin qui, cosa comunque formalmente corretta, intendiamoci: magari fosse sempre così), e di emettere una sentenza di condanna su basi che appaiono fragilmente attinenti la deontologia, non comportando né drammi né traumi, né reali attentati all'onorabilità, e appartenendo il tutto alla fatuità satirica, per quanto caustica.

Immaginiamoci ora cosa potrà succedere nel panorama più esteso, e potenzialmente più conflittuale, della satira o del semplice umorismo giornalistico: se proprio fra giornalisti si invoca -e si ottiene- la sanzione, cosa potrà -a questo punto giustamente, e senza possibilità per i giornalisti di chiedere solidarietà di categoria- accadere fra le "vittime" quotidiane dello sberleffo, più o meno pesante? Ovviamente, si sentiranno ancor più legittimate -e i giudici glielo riconosceranno- a "difendersi" a suon di querele e di megarisarcimenti.

Ma, ripeto, quel che più sconcerta e preoccupa, è l'inconsueta solerzia dell'Ordine verso una cosa in fondo così piccina, mentre nei cassetti e nell'aria professionale che respiriamo, sicuramente giacciono, ignorati o sottaciuti, con chissà quali misteriose motivazioni e tortuosità di percorso, annosi e deflagranti deontologici bubboni .

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