Storie di ordinaria intolleranza: prima le offese e poi l'oblio.

Rovigo: razzismo & censura.

La famiglia Bergamo ha scritto questa garbatissima e allarmata lettera al "Gazzettino", cronaca di Rovigo. Ma il giornale non l'ha mai pubblicata.
Ve la proponiamo integralmente e... giudicate voi.

Mi chiamo Enrico Bergamo, abito ad Arquà Polesine (RO), 36 anni, faccio l'operaio vetrista. Nel 2001 ho sposato Jennifer Obunomu, donna ijaw del delta del fiume Niger (Nigeria) anche lei operaia. Nel 2002 è nata la nostra prima figlia Oyin Priè Noemi, da pochi giorni la seconda Tarè Miriam.
Il 15 agosto 2004 Priè, proprio nella piazza centrale di Rovigo, durante una passeggiata domenicale con mamma e papà, è stata accolta da una signora con parole che dubito potremo mai dimenticare: «sporchi negri, avete appestato il mondo, finiste tutti in fondo al mare!».
La frase è stata accompagnata da un gesto della mano per allontanare la nostra piccola, fonte evidente di repulsione per questa mia concittadina. La donna era in compagnia di una coppia di coniugi che hanno ripreso a conversare con lei come nulla fosse.
Alla mia reazione: «razzisti, vergognatevi a stare zitti!» rispondono con: «si vergogni lei!». Se ne vanno veloci, restiamo soli nel portico vuoto. Il giorno dopo Jenny entra in ospedale e mette al mondo Tarè Miriam. Non abbiamo sporto denuncia perché non ci sembra possa servire a far cambiare idea alla signora ma non possiamo ignorare.
La stampa locale si è occupata del caso. Alcuni politici hanno reagito in modo blando, i più hanno taciuto, la Lega ha contrattaccato affermando che «i polesani sono esasperati e vivono un disagio quotidiano a causa degli stranieri che alloggiano in appartamenti migliori dei rodigini», che «le carceri italiane sono piene per metà di questa gente "foresta"». «I cittadini vogliono che la polizia, i vigili urbani, il sindaco controllino, facciano sapere la verità. La città vuole sapere chi può rimanere e chi se ne deve andare».
Al massimo della "condanna inesorabile" un esponente del partito di Bossi ha definito "maleducata" la donna che ha augurato la morte a nostra figlia di due anni.
Troviamo odioso che, per creare confusione e spargere xenofobia elettorale a piene mani, la bambina, per noi cittadina del mondo, ma per lo Stato cittadina italiana, sia stata definita volutamente "bambina straniera", "di colore", "di origine nigeriana" e usata per proporre una vera e propria caccia all'uomo.
In questi anni, vivendo con mia moglie ho capito direttamente cosa vuol dire essere straniero in Italia, e anch'io ho finito per sentirmi tale, almeno idealmente. Accompagnare un migrante in questura per normali pratiche è un ottimo esercizio che raccomando a tutti.
Comunque nostra figlia è una privilegiata perché a proposito di atti di razzismo a danni di stranieri in polesine la locale Associazione Immigrati raccomanda alla vittime «...di tacere per evitare atti di ritorsione» (La Voce di Rovigo, 19/08/2004).
Abbiamo scritto al Prefetto invitandolo a prendere posizione, abbiamo proposto un Consiglio Comunale aperto alle tematiche dell'immigrazione in cui siano proprio gli stranieri a parlare (come già avvenne nel 1998), e il ripristino del Consigliere Comunale aggiunto per gli immigrati abrogato dalla Giunta di centro destra. Con l'associazionismo locale stiamo cercando di organizzare una re-azione civile comune perché se una cittadina italiana privilegiata subisce questo, il clima per i bambini stranieri e i loro genitori residenti nella provincia è ancora più pesante.
I nostri figli meritano, indipendentemente dal loro colore e dalla loro cittadinanza, di vivere serenamente in una società pacifica e tollerante. Cordialmente ringraziamo e salutiamo.

Famiglia Bergamo

PeaceLink C.P. 2009 - 74100 Taranto (Italy) - CCP 13403746 - Sito realizzato con PhPeace 2.7.15 - Informativa sulla Privacy - Informativa sui cookies - Diritto di replica - Posta elettronica certificata (PEC)