Scrive un libro sul governatore della Puglia: nessuno pubblica e il politico minaccia querele

29 febbraio 2004

Lino De Matteis è un giornalista che lavora da anni per un giornale
pugliese "Il nuovo Quotidiano" del gruppo Caltagirone. Scrive un libro sulla
storia politica e familiare del presidente della regione Puglia Raffaele
Fitto che fino a ieri era il pupillo del premier Berlusconi, nessun editore
decide di pubblicarlo e lui se lo stampa da solo. Ma non basta. Il politico
minaccia querele a mezzo stampa ancor prima di averlo letto e scoppia un
altro caso in cui si parla di intimidazioni e tentativi di censura
preventiva. Di seguito uno dei capitoli del libro di De Matteis. Altri li
trovate sul suo sito www.linodematteis.it

29/02/2004

Il governatore pigliatutto/ 2 - La super-classe globale

Raffaele Fitto ha fatto irruzione sulla scena pubblica pugliese come l’enfant prodige della politica. Un “puledro di razza”, lo battezzò in eurovisione Silvio Berlusconi l’8 settembre 2001, durante la diretta Rai dalla Fiera del Levante per l’inaugurazione della 65ma edizione della campionaria barese. Tra l’imbarazzo generale, lo definì anche una “mia protesi” e prefigurò per lui grandi traguardi nazionali. Una vera e propria investitura da delfino: “Sarà una risorsa per il Paese”, sentenziò il premier. Giudizio confermato anche all’apertura dell’edizione successiva della campionaria: “Ogni giorno scopro che Raffaele Fitto è sempre più bravo, intelligente, attivo, lucido e concretissimo, capace di chiedere e ottenere”, disse il Cavaliere, dalla tribuna barese il 7 settembre 2002. Un mito, un fenomeno della politica la cui fama ha già travalicato i confini della Puglia, dove, nonostante la sua giovane età, regna sovrano dal 16 aprile 2000. Incontrastato governatore di una regione di frontiera, estremo presidio dell’Europa sul fianco sud della Nato, periferia della periferia dell’ “impero globale” descritto da Giulietto Chiesa in La guerra infinita (Feltrinelli).



Raffaele Fitto è, infatti, un esponente a pieno titolo della “super-classe globale” nata sulle ceneri del Muro di Berlino e che ha scelto la guerra planetaria per consolidarsi sulle macerie delle Torri Gemelle di New York. Circostanze storiche, mutamenti istituzionali, vicende familiari, e una particolare predisposizione a gestire il potere hanno permesso al “ragazzo di Maglie” di conquistarsi, appena trentenne, un posto di prestigio sul “ponte di comando”, da dove un manipolo di abili politici, di potenti finanzieri e ricchissimi imprenditori governano l’ “impero globale” nell’era di Bush junior, dopo l’11 settembre 2001.

L’ “impero” non ha confini geografici, è anche qui tra noi. Se esso, infatti, ha una capitale virtuale, che è simbolicamente rappresentata da Washington, spiega Giulietto Chiesa, “il suo territorio non coincide con quello degli Stati Uniti d’America. Esso ha propaggini in quasi ogni parte del mondo, apparentemente incluse in giurisdizioni statuali diverse. In realtà sono tutte sottoposte alla stessa logica, agli stessi interessi, alle stesse leggi, a un’identica cultura, quella della super-società globale”. Mentre milioni di cittadini statunitensi non appartengono a questa super-società, ne fanno invece parte milioni di cittadini sparsi per il mondo, cittadini europei, asiatici, di altri continenti, le élites dei paesi ricchi, indipendentemente dai regimi politici che li governano. “Questo è l’Impero che sta nascendo, con le stigmate della guerra”, afferma Chiesa. “Ne fanno parte i veri potenti della Terra, non importa dove vivano, visto che hanno tutti gli stessi standard, s’incontrano tutti negli stessi posti che diventano sempre più esclusivi, fanno studiare i loro figli nelle stesse università, si divertono insieme negli stessi luoghi che si vanno sempre più trasformando, non importa in quale continente si trovino, in quale città o regione, in zone sempre più blindate, isolate, circondate da alte mura, guardate da speciali vigilanze”.

Doveva esserci, per esempio, anche Raffaele Fitto a Madrid, giovedì 5 settembre 2002, tra i 1.100 invitati di rango al matrimonio della figlia del premier spagnolo Josè Maria Aznar, Ana Aznar Botella, con l’ex delfino di suo padre Alejandro Agag Longo, già segretario generale del Partito popolare europeo. Lo aveva invitato di persona il suo amico Alejandro, astro nascente della finanza spagnola, che nei giorni precedenti gli aveva anche telefonato per sincerarsi della sua presenza al matrimonio. Ma, almeno questo è stato il motivo addotto ufficialmente, un improrogabile vertice a Roma con il ministro delle Attività produttive, Antonio Marzano, sulla gravissima crisi dell’Ilva di Taranto, ha impedito a Fitto di prendere parte all’evento mondano, insieme al re di Spagna, Juan Carlos, e alla regina Sofia, al leader britannico, Tony Blair, a quello italiano, Silvio Berlusconi, al presidente della Camera, Pierferdinando Casini, e a tantissimi altri personaggi del jet set internazionale, politici, ministri, banchieri, finanzieri del calibro di Rupert Murdoch, attori e cantanti, la top model Inés Sastre, Flavio Briatore, Julio Iglesias, e tanti altri ancora. L’amico Agag, al quale Fitto ha fatto comunque arrivare il suo regalo, ha sicuramente compreso il senso della decisione e perdonato l’assenza del governatore di Puglia, del quale l’anno precedente era stato ospite ad Otranto.

Una “super-classe globale” cui si accede per cooptazione o per eredità: George W. Bush alla Casa Bianca, Raffaele Fitto in via Capruzzi. Il governatore pugliese ha in comune con il presidente americano l’aver occupato il posto di comando che fu del padre. Mentre dal cavaliere Berlusconi è stato cooptato nel suo partito-azienda, Forza Italia, per via del feeling decisionista. Potere, ricchezza, nepotismo alimentano flussi e fili sottili, spesso occulti, altre volte espliciti, che collegano Maglie, Bari, Roma e Washington. La globalizzazione in cui è immersa anche la Puglia non è solo quella degli extracomunitari clandestini che sbarcano sulle sue coste, dei containers di Evergreen a Taranto, dei divani di Pasquale Natuzzi sparsi per le case del mondo, ma si sostanzia anche di basi militari della Nato, di presìdi dell’Onu, di terminali segreti della rete di sicurezza statunitense, di rapporti con società internazionali di consulenza finanziaria, come la Merril Lynch. Fitto ha affidato proprio al ramo europeo della Merril Lynch (la cui casa madre statunitense è rimasta coinvolta, nell’estate 2002, nello scandalo della multinazionale statunitense Enron, il colosso economico il cui crack finanziario ha scosso l’economia americana e fatto traballare lo stesso presidente Bush) la collocazione sul mercato finanziario dei Buoni ordinari regionali, emessi per la prima volta dalla Regione Puglia.

Il mondo è sempre più piccolo, soprattutto per la élite dei potenti. Mentre il fratello minore del presidente americano, Jeb, da Miami governa la Florida, dove sono avvenuti i brogli elettorali più clamorosi nell’elezione di George W. Bush alla Casa Bianca, il padre, Bush senior, ha comprato, nel marzo 2003, tre edifici pubblici di Bari tramite la sua Carlyle Group: un prestigioso fabbricato di 32 mila metri quadrati, in via Marin; un altro di tre mila metri quadrati, in via Fabio Filzi, sul lungomare della zona “Pane e pomodoro”; e altri mille metri quadri, nella centralissima via Sparano. Da padre in figlio, si tramanda il potere politico e si saldano anche i conti in sospeso con nemici ed avversari, come ha fatto George Bush junior dichiarando la “guerra preventiva” e occupando l’Iraq il 20 marzo 2003, cosa che non aveva potuto fare il padre dopo la liberazione del Kuwait nel 1991, al termine della prima Guerra del Golfo. “Io non potevo cacciare Saddam, ma adesso ci penserà mio figlio”, ha dichiarato Bush senior a Newsweek e a la Repubblica, quattro giorni dopo l’inizio dell’occupazione. Durante l’invasione americana dell’Iraq, il 26 marzo 2003, un gruppo di “disobbedienti” baresi riuscì con un blitz ad esporre un grande drappo bianco con su scritto “no alla guerra” proprio sul palazzo appena acquistato da Bush in via Filzi, sede dell’Ispettorato del lavoro.

Anche Fitto junior, come Bush junior, ha ripreso il progetto del padre di “conquistare” la regione Puglia e anche a lui sono bastati una decina d’anni per portare a termine la missione, consolidare ed allargare il potere clientelare avuto in eredità e "militarizzare" la politica e l'economia pugliese. Ma per entrambi, avendo raggiunto l'apice del potere, il futuro si presenta incerto e pieno d'incognite.

E questa è la minaccia del governatore Fitto pubblicata dal quotidiano di De Matteis

Egregio Direttore,ho appreso dalla pagina Cultura e Spettacoli del Quotidiano di Lecce della imminente distribuzione di un libro titolato "Il Governatore", dedicato, apparentemente, alla mia "ascesa politica".

Leggendo attentamente l'articolo di annuncio del volume autopubblicato dall'autore, è evidente come il contenuto dello scritto non sia soltanto riservato agli aspetti politici della mia vita, riguardando dati, situazioni, eventi legati alla mia famiglia ed alla mia sfera privata. Rivivo un'esperienza già vissuta.

Già nel 2000, pubblicato da altra testata e da altro autore, si è attaccata la storia dei miei cari, ledendo l'immagine mia, di persone in vita e non più presenti, senza scrupoli, se non con l'intento di "diffamare" e appagare ingiustificate curiosità. Ho querelato giornale e giornalista ed il processo è in corso dinanzi al Tribunale di Bari. L'analogia del tentativo di turbare il passato e ledere il presente non potrà che ricevere, per coerenza, lo stesso trattamento.

Ho già incaricato l'avvocato Francesco Sisto di provvedere a redigere istanza al Giudice perché verifichi le responsabilità dell'autore del libro e del giornale che ha ospitato la sua presentazione.

Raffaele Fitto

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