Catena di Sanlibero

Catena di SanLibero n. 133

1 luglio 2002
Riccardo Orioles (Giornalista antimafia)


"Ma tu che fai nella vita?". Confesso che sono sempre in difficolta'
quando mi fanno questa domanda. Di solito rispondo che faccio lo
spacciatore, con ogni tanto un po' di traffico d'armi e qualche puntata
nella prostituzione. Purtroppo, alla fine mi hanno sgamato. E vabbene,
confesso: faccio il giornalista. Lo faccio da una venticinquina di
anni, quando in un momento di debolezza mi hanno consegnato il vecchio
tesserino marrone col numero dorato sopra. Ho fatto una mezza dozzina
di giornali, avviato alla professione non so piu' quanti colleghi
(forse troppi) e insomma, se volete ingiurarmi adesso sapete che parola
usare.
Questo per rispondere alla legittima curiosita' di un anonimo che, sul
Barbiere della Sera, si chiede se io esisto veramente, se davvero sono
un giornalista e come mai l'Ordine dei giornalisti non si e' mai
occupato di me e dei portali che ospitano le orrende cose che vado
scrivendo.
In effetti sia l'Ordine dei Giornalisti che altre benemerite
istituzioni di me si sono occupati piu' volte, per darmi dei premi
(l'ultimo, in Sicilia, alla carriera): insomma, sulla mia esistenza e
appartenenza alla seconda piu' antica professione del mondo non c'e',
ahime', da avere molti dubbi, e del resto io uso andare in giro con un
nome e un cognome, cosa che non tutti sempre fanno.
Mi pare che come mia biografia possa bastare. Per il resto, rivolgetevi
al collega Cervantes che tutto quel che c'e' da dire in questi casi
l'ha detto meglio di me nella prefazione al volume secondo della sua
e-zine.
Ma perche', uno si chiede, col caldo che fa qualcuno deve fare tutta
'sta fatica per minacciarmi, insultarmi ("mattacchione", "goliardo",
"provocatore", "pseudogiornalista", "fango sulle istituzioni") e
minacciare i portali che si permettono di pubblicarmi? Io vi
consiglierei, se in questo momento siete in internet, di cercarvi - a
questo punto - un bel sito erotico e fare a meno di perdervi in tutte
le storie noiose che sto per raccontarvi.
Siete ancora qui? Peggio per voi.
* * *
Allora: a Catania esiste un vecchio giudice, con la pazzia particolare
di voler denunciare per forza le malefatte di vario genere che si
verificano persino a Catania (citta' onestissima e del tutto aliena da
ogni legame con la mafia). Le persone serie della citta' hanno tentato
di cacciarlo, facendo intervenire (onestissimi) politici di destra e di
"sinistra". La gente s'e' ribellata, e non ci sono riusciti. Qualche
mese fa il vecchio in questione e' regolarmente andato in pensione e,
tornato dunque un privato cittadino, ha deciso di impiegare il tempo
libero: a) nello studio della letteratura francese del settecento; b)
nello studio del caso Catania. Uno di questi hobby, a quanto pare, da'
fastidio a qualcuno.
Insieme a lui abbiamo quindi messo in piedi un giornaletto locale, che
si chiama "Controvento" e non e' niente di eccezionale, salvo alcune
notizie banali. Per esempio che il principale notabile cittadino,
Ciancio, censura sul suo giornale le notizie che riguardano i processi
contro i suoi manager. Ovviamente, su "Controvento" si fanno i nomi.
Non entro in particolari perche' non voglio tenervi qui troppo a lungo,
col caldo che fa. Fatto sta che il distributore, appena ha visto la
parola Ciancio, ha deciso di bloccare il giornale ("Uno si talia la
pagnotta. Quello da domani ci puo' dire: voi non lavorate piu'").
Banale: ci siamo organizzati fra noi e l'abbiamo portato in edicola
direttamente. Poi abbiamo fatto il comunicato per denunciare
l'episodio, che a Catania e a Tananarive peraltro e' del tutto normale.
Il comunicato ha suscitato le seguenti reazioni: solidarieta' di un
paio di politici (dalla Chiesa e Fava); silenzio del sindacato
giornalisti (e' estate); solidarieta' di Articolo21 di Giulietti e
Orlando (l'hanno messo in apertura di portale); solidarieta' di una
serie di associazioni e siti che hanno ripreso il comunicato; silenzio
dei giornali siciliani, che appartengono tutti a Ciancio; un centinaio
di lettere di cittadini; e infine la presa di posizione non dico di
Ciancio (che col caldo che fa non ha tempo per queste cose) ma di un
suo anonimo simpatizzante che ha scelto proprio il Barbiere per
garantire "la massima regolarita' e correttezza" della situazione
catanese e invocare le Superiori Autorita' affinche' ci mettano a
posto.
* * *
Ok, basta cosi'. Catania e' un posto importante - lo e' sempre stato -
per gli equilibri nazionali. I pastrocchi e gli inciuci, spesso e
volentieri, cominciano da queste parti. Ad esempio quello fra la
componente "ragionevole" del centrosinistra e Berlusconi, ieri con la
bicamerale e oggi con l'offerta di immunita' politica per i suoi
processi.
Questo punto, sostenuto in passato da autorevoli esponenti catanesi, la
settimana scorsa dal "matto" Cossiga e ora dal ragionevole Fini (che ha
riaperto la campagna per l'immunita' parlamentare), ha la sua
importanza. E concorre, secondo me, a gettare un'ombra strana su una
citta' in cui processi contro abusi e intrallazzi di destra e di
"sinistra" sono fermi da molto tempo, senza che destra e "sinistra"
approfittino delle rispettive magagne per accusarsi reciprocamente.
Invece, e stranamente, se ne stanno tutti zitti.
Molti anni fa, in Sicilia, c'era una destra (i nobili borbonici) e una
"sinistra" (i nobili liberali) che di giorno si combattevano in piazza
e di sera prendevano il sorbetto insieme al circolo dei civili. Poi
c'era una sinistra irriducibile e screanzata, quella dei contadini
ribelli: per i quali i nobili borbonici avevano re Bomba e i nobili
liberali Bixio. A noi, piu' umanamente, entrambi vorrebbero riservare
"solo" un po' di bavaglio. Meno male.

(Ancora da Catania. La leader della destra Ds, Finocchiaro, ha
riproposto a sindaco - le elezioni avverranno fra diversi anni - Enzo
Bianco, attalmente molto criticato nell'ambito della sinistra per le
feroci repressioni di cui si e' reso responsabile come ministro
dell'interno al Global forum di Napoli l'anno scorso).



Fa tanto caldo che persino lucertole e cossighi si sono rintanati nei
rispettivi buchi: ogni tanto ne vedi il capino guizzante, e poi piu'
nulla. Le ultime notizie di Cossiga sono che non si dimette piu', anzi
che non s'era mai voluto dimettere ed era tutta una manovra in cui
siamo cascati come allocchi. Manovra contro i giudici, naturalmente:
"Ho raggiunto lo scopo di creare scandalo contro il governo dei
giudici". Pensare che uno cosi' e' stato presidente della Repubblica
da' un'idea del sense of humour degli italiani.

Lettere. "Qualora dovesse occorrermi qualcosa desidero si sappia che
avevo informato ripetutamente le autorita' senza che venissero presi
provvedimenti".
In Giappone, per due righe cosi', ci sarebbero state non delle
dimissioni ma dei karakiri. In Italia - patria di Gladio, di P2 e di
Cossiga - si falsificano i testi per mettere sotto accusa i sindacati.
"Noi non vogliamo attaccare Cofferati" dicono virtuosamente in tv i
capi degli imprenditori. E, un attimo dopo: "Pero', la colpa e' sua".
Attenti all'estate: e' la stagione dei servizi.

Economia. Rincarano luce, gas e bollette del telefono. Allo studio
nuovi spot e veline, per giustificare i rincari.

Spot Ansa, sui telefonini Tim: occidente, ma non si sa dove e quando >

Calendario. Lunedi' 15, alle ore 9, il signor B. verra' interrogato nel
suo ufficio a palazzo Chigi dai magistrati che indagano su due
gravissimi casi di corruzione. Per pura coincidenza, nella mia agenda
quella settimana e' segnata con la nota: "Borsellino".

Il signor B.: "Se io fossi Arafat, farei un grande gesto e mi farei da
parte, anche innocente". Bene: ma se fosse - come e' - il signor B.?
Anche in questo caso avrebbe la possibilita' di fare un grande gesto
facendosi da parte "anche se innocente"; e figuriamoci se condannato.
Per esempio il giorno dopo essere stato condannato dai magistrati di
Milano con pene comportanti l'interdizione da pubblici uffici. Lo
aspettiamo fiduciosi.

Liberta' di stampa. Ancora latitanti Santoro e Biagi.

Pianeta. 3500 esecuzioni nel sorso del 2001 in Cina. Seguono - ma molto
distaccati - Iran, Iraq, Kenya, Tagikistan, Arabia Saudita, Yemen,
Afganistan, Stati Uniti, Pakistan, Kazakistan, Congo, Oman e Thailanda.
E' la lista dei boia, la lista dell'incivilta'. Eppure, uno di costoro
pretende di insegnare a tutti gli altri la civilta'.

Canada. La Russia nel G8. Ora e' proprio il governo dei bianchi, piu' i
giapponesi.

Argentina. Ancora scontri per il carovita. La polizia spara sulla
folla, due morti e una ventina di feriti. I poliziotti assassini
(fotografati mentre prendevano la mira coi fucili) denunciati dal capo
dello Stato, due di loro arrestati. Un argentino su quattro e'
disoccupato, uno su due non ha abbastanza soldi per cibo e vestiti. Due
anni fa, a Bayres, tutti erano felici: finalmente, con le
privatizzazioni, stava per cominciare una nuova era.

America. Ancora uno scandalo di Borsa, il WorldCom. Miliardi di dollari
bruciati, decine di migliaia di nuovi disoccupati in arrivo. Non sono
fin qui emerse - a differenza che nello scandalo precedente, l'Elron -
responsabilita' dirette dell'entourage presidenziale.
Incoraggiato da cio', il presidente Bush ha ammonito a una maggiore
onesta' i leader delle nazioni africane e dei palestinesi: "Piantatela
di fare intrallazzi - ha detto in sostanza - senno' vi levo gli aiuti e
vi prendo anche a legnate". Il mese scorso aveva invece ordinato a
tutti di essere molto democratici. Lui e' stato "eletto" grazie a un
giudice costituzionale nominato da suo padre e a un conteggio dei voti
gestito da suo fratello.

Belgio. Sospeso il processo contro Ariel Sharon, attuale primo ministro
israeliano, accusato per le stragi di civili verificatesi a Beirut nel
1982. Contrariamente alla prassi ivi corrente, e alla legge belga sulla
"competenza universale" per reati di strage, i magistrati dall'Alta
Corte hanno statuito che il processo non puo' aver luogo perche'
l'imputato non abita in Belgio. Paradossalmente, l'unica giustizia che
abbia colpito Sharon per quella strage rimane quella israeliana, che
all'epoca lo dichiaro' "indirettamente responsabile" e lo costrinse a
dimettersi.

Ghetti. Proseguono alacremente i lavori per la costruzione del piu'
grande ghetto nella storia del mondo. Esso si trova in Medio Oriente,
dove sorgeva l'antico regno di Salomone, e contiene diversi milioni di
ebrei. Non serve ad isolarli - proclamano i suoi costruttori - bensi' a
difenderli dalle minacce. Occupa un'area di centinaia di miglia
quadrate ed e' interamente circondato da un altissimo muro sorvegliato;
chiunque cerchera' di varcarlo sara' istantaneamente freddato.
Hitler, lo zar Nicola, Stalin, Ferdinando d'Aragona, papa Pio IX, Tito
Flavio Vespasiano, e diversi altri "amici" degli ebrei plaudono con
entusiasmo all'iniziativa. "Noi non saremmo mai riusciti - commenta uno
di loro, che non vuol fare il proprio nome - a convincerli a
rinchiudersi in un ghetto spontaneamente e anzi volentieri. Prima o poi
Sharon e Hamas debbono venire a spiegarci come hanno fatto. Comunque,
bravi!".

Cronaca. Palermo. Prosciolti tredici amministratori aziendali locali
precedentemente condannati a un anno e mezzo di carcere per falso in
bilancio: il reato non e' piu' tale con la nuova legge.

Cronaca. Milano. Tutti prosciolti i dirigenti della Philip Morris
perche' "il fatto non costituisce piu' reato". Era la piu' colossale
frode fiscale mai commessa in Italia: duemila e seicento miliardi di
lire. Di cui i giornali hanno parlato pochissimo. Perche'? Guardate le
pubblicita'.

Cronaca. Lombardia. Como e Varese sono in testa - secondo i dati
dall'agenzia Ims Healt - nelle vendite di Viagra in Italia, (30 per
cento in piu' nel 2001). Celodurismo, va bene: ma che fatica.

Cronaca. Lombardia. Saranno a pagamento le lezioni di educazione
sessuale per i ragazzi delle medie superiori: duecento euri per classe,
circa dieci euri a testa.

Cronaca. Milano. Nessuna novita' sulle minacce all'ex moglie di Paolo
Berlusconi, attualmente impegnata in una vertenza di separazione con
l'ex marito. Le hanno fatto trovare in macchina un coniglio sgozzato:
rituale classico, quaggiu' in Sicilia; ma a Milano? Mica i milanesi
perbene hanno a che fare con siciliani. No? Cumunque, nenti vi dissi. E
nenti sacciu.

Stefania wrote:
< Caro R, sono un'insegnante (insegno inglese alle medie), ti scrivo da
Catania e desideravo semplicemente farti i complimenti e dirti di
andare avanti nella tua battaglia per la legalita' e anche per un
giornalismo vero e indipendente. Un caro saluto Stefania>
* * *
Anita wrote:
< Carissimi, la mia e' una preghiera, resistete, continuate a scrivere
anche e soprattutto di cose scomode, continuate a fare rumore e a
combattere. So che le mie sono soltanto parole in quanto non abito
certo nella torrida Sicilia ma nella super afosa Milano dove il caldo
non risparmia nonostante tutto.... E' anche a gente come voi che vuole
scrivere tutto di tutti senza censure che dobbiamo dire grazie se da
noi questo e' possibile. Spero che riusciate a vendere il vostro
giornale e per cortesia non rinunciate a lottare! >
* * *
Mi scuso con tutti gli altri che hanno espresso la loro solidarieta' e
che non ho potuto neanche - in questa emergenza - ringraziare
privatamente. Una stretta di mano a ciascuno di loro, ad uno ad uno.

Persone. Paolo Scrofani, poliziotto. Dovendo affrontare un pazzo
armato, non lo ha abbattuto a revolverate ma ha cercato con calma di
farlo arrendere, guadagnando tempo per l'evacuazione dello stabile
minacciato e facendo il possibile per neutralizzare il folle senza
ammazzare. E' rimasto vittima del suo senso di umanita' e del dovere.
Siamo orgogliosi di avere poliziotti come questi e non come quelli dei
film americani.

Solone polites@eleutheros.el > wrote:

O luminose figlie della memoria e del dio,
o Muse, voi ascoltatemi, vi prego.
Vi chiedo buona sorte e buona fama
(quella danno gli dei, questa gli umani);
che sia caro agli amici, che sia odiato
da chi amico non e': dolce e duro.
Ricco? Mi piacerebbe si', ma a patto
d'aver mani pulite: che' altrimenti
Giustizia prima o poi mi punirebbe.
Ricchezza onesta, data dagli dei,
e' salda e fa radici; l'intrallazzo
disordinato accumula e poi in fretta
- per insita violenza - va in rovina:
nasce veloce, cresce, splende e muore,
al modo d'un incendio distruttore.
Non dura prepotenza, fra i mortali.
* * *
Se la Citta' e' malata, questo male
s'infila in ogni casa, non lo ferma
ne' porta ne' cancello: salta dentro
e t'acchiappa comunque, fin nel cesso.
Ascoltate, Ateniesi: ladreria
fa male a tutti, e pulizia fa bene.
Lei ferma i prepotenti, lei sistema
le liti e mette a posto i farabutti;
le disgrazie, le secca alle radici.
Raddrizza le ingiustizie, ferma le idee feroci,
fa finire cosi' l'odio fra cittadini.
Democrazia e' ordine, e' ragione.

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