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Lettera di Padre Alex Zanotelli al Corriere del Mezzogiorno

Zanotelli: acqua pubblica è agli sgoccioli Come si privatizza un bene comune

La legge è passata ad agosto: si affida la gestione a società miste con capitale privato non inferiore al 40%
12 novembre 2009
Alex Zanotelli
Fonte: Corriere del Mezzogiorno

Caro direttore, è stato uno choc per me sentire che al Senato, il 4 novembre scorso, ha sancito la privatizzazione dell’acqua. Il voto in Senato è la conclu­sione di un iter parlamentare che dura da due anni. Infatti il governo Berlusconi, con l’articolo 23 bis della Legge 133/2008, aveva provveduto a regolamentare la gestione del servizio idrico integrato che prevedeva, in via ordina­ria, il conferimento della ge­stione dei servizi pubblici lo­cali a imprenditori o società, mediante il rinvio a gara, en­tro il 31 dicembre 2010. Quel­la legge è stata approvata il 6 agosto 2008, mentre l’Italia era in vacanza. Un anno do­po, precisamente il 9 settem­bre 2009, il Consiglio dei mi­nistri ha approvato un decre­to legge (l’accordo Fitto- Cal­deroli), il cui articolo 15, mo­dificando l’articolo 23 bis, muove passi ancora più deci­sivi verso la privatizzazione dei servizi idrici, prevedendo:

a) l’affidamento della gestio­ne dei servizi idrici a favore di imprenditori o di società, anche a partecipazione mista (pubblico-privata), con capi­tale privato non inferiore al 40%;

b) cessazione degli affi­damenti «in house» a società totalmente pubbliche, con­trollate dai comuni alla data del 31 dicembre 2011. Questo decreto è passato in Senato per essere trasfor­mato in legge. Il Pd, che è sempre stato piuttosto favore­vole alla privatizzazione del­l’acqua, ha proposto nella per­sona del senatore Bubbico, un emendamento-compro­messo: l’acqua potrebbe esse­re gestita dai privati, ma la proprietà resterebbe pubbli­ca.

Questa proposta, fatta so­lo per salvarsi la faccia, passa con un voto bipartisan! Ma la maggioranza vota per la priva­tizzazione dell’acqua. L’oppo­sizione (Pd e IdV), vota con­tro il decreto-legge. E così il Senato vota la privatizzazione dell’acqua, bene supremo og­gi insieme all’aria! È la capito­lazione del potere politico ai potentati economico-finan­ziari. La politica è finita! È il trionfo del mercato, del profit­to. È la fine della democrazia. Per questo dobbiamo de­nunciare con forza: 1) il go­verno Berlusconi che, con questo voto al Senato, ora pri­vatizza tutti i rubinetti d’Ita­lia; 2) il partito di opposizio­ne, il Pd, che continua a nic­chiare sulla privatizzazione dell’acqua (sappiamo che il nuovo segretario Bersani è stato sempre a favore della privatizzazione); 3) tutta l’op­posizione, per non aver porta­to un problema così grave al­l’attenzione dell’opinione pubblica. Per questo rivolgia­mo un appello a tutti i partiti perché ritirino questo decre­to o tolgano l’acqua dal decre­to. E questo devono farlo adesso che il decreto legge passa alla discussione della Camera. Si parla che il decre­to potrebbe essere votato il 16 novembre.

Chiediamo alle Regioni di: 1) impugnare la costituziona­lità dell’articolo 15 del decre­to Fitto-Calderoli; 2) varare leggi regionali sulla gestione pubblica del servizio idrico. E ai Comuni di: 1) indire Consi­gli comunali monotematici sull’acqua; 2) dichiarare l’ac­qua bene di non rilevanza eco­nomica; 3) fare la scelta del­l’Azienda pubblica speciale per la gestione delle proprie acque. Questa opzione, a det­ta di molti avvocati e giuristi, è possibile anche con l’attua­le legislazione. Si tratta prati­camente di ritornare alle vec­chie municipalizzate. L’acqua è sacra, l’acqua è vi­ta, l’acqua è un diritto fonda­mentale umano. Questo biso­gna ripeterlo ancora di più, in un momento così grave in cui con il surriscaldamento del pianeta, rischiamo di per­dere i ghiacciai e i nevai, e quindi buona parte delle no­stre fonti idriche. E lo ripetia­mo con forza alla vigilia della conferenza internazionale di Copenhagen, dove l’acqua de­ve essere discussa come argo­mento fondamentale legato al clima. Per questo chiedia­mo a tutti, al di là di fedi o di ideologie perché «sorella ac­qua », fonte della vita, venga riconosciuta da tutti come di­ritto fondamentale umano e non sottoposta alla legge del mercato. Si tratta di vita o di morte per le classi deboli dei paesi ricchi, ma soprattutto per i poveri del Sud del mon­do che la pagheranno con mi­lioni di morti per sete.

Alex Zanotelli
12 novembre 2009

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