Diritti Animali

Ghibli, Secret e Barone. Tutti i martiri del palio.

Fanatismo e doping. L'Italia dei palii (Parte seconda)

23 giugno 2006
Oscar Grazioli

Palio di Siena La macelleria pubblica dei palii ha aperto molto tempo fa. Ci accontenteremo di una rassegna di quanto accaduto negli ultimi anni. Si comincia con il 2000.
A Bomarzo (Viterbo) durante il palio di S. Anselmo, un cavallo sfonda una staccionata e ne rimane trafitto. “ Terribile il quadro che si è presentato agli spettatori “ scrive il Corriere di Viterbo.

A Tolfa (Roma), il 3 settembre si corre sul corso principale in onore di S.Egidio. Durante una batteria Ghibli, giovane purosangue, travolge le transenne. Franco Parigiani di 85 anni e Marco Vittori di 33 sono investiti in pieno. Questa volta non muore il cavallo ma l’anziano Parigiani, mentre il giovane Vittori finisce in rianimazione.
Nell’anno 2001 la macelleria fornisce molta trippa. A Menfi (Agrigento) si svolge la festa di S. Giuseppe. Durante le batterie un cavallo scivola e termina la corsa sul selciato, spezzandosi la colonna vertebrale. L’incidente avviene in rettilineo. La pista, per gli organizzatori, era perfetta.

A Solarino, (Siracusa), il cavallo Blu-Gold si schianta sulle transenne. Abbattuto dopo lunghi ritardi.
A Ronciglione (Viterbo) i palii della Manna e del solito santo (Bartolomeo) hanno una particolarità: sono corse a vuoto, ovvero mancano i fantini. Nell’agosto il purosangue Taricone è talmente agitato che viene bendato prima della partenza. Appena sgroppa va a sbattere contro la spalla della porta cittadina e stramazza al suolo morto.
Avola (Siracusa), 18 luglio. Si corre il palio di S. Venera, patrona cittadina( stavolta è una donna, ma sempre santa). Lungo il viale Lido, sull’asfalto in salita, un cavaddaro allena il suo purosangue sulla pista. Lui recalcitra s’imbizzarrisce e galoppa sfrenato verso la litoranea. Prende in pieno una Renault Clio distruggendola e poi si schianta contro una transenna. L’asfalto pieno di sangue viene pulito in fretta. Il cavallo viene punito. Ha sgarrato. Provvede la pistola.
Ad Asti vogliono contendere la fama alla madre di tutti i palii: Siena. Sponsor il consorzio Asti spumante. Nel settembre, Fiamma scivola con lo zoccolo su un tombino che affiora da chissà dove e si frattura l’anteriore.

In chiusura di cronaca TV il capitano dichiara “ non ci sono stati incidenti di rilievo”, mentre dietro le quinte Fiamma viene caricata sul furgone della morte. Il graduato forse aveva bevuto troppo spumante.
Monteroni d’Arbia (Siena) è una succursale di Siena. Si corre in notturna e il mossiere è niente meno che Andrea de Gortes, detto Aceto, il più famoso fantino del Palio dei Palii. Tre puledri scivolano, rovinando a terra. Due si rialzano e invertono la rotta mettendosi al galoppo. Fantini e cavalli cercano di evitarli. Non vi riescono Becks, condotto da Giuseppe Ortu e Bristolde, condotta da Salvatore Bianco. I cavalli, a tutta velocità, sbattono le teste gli uni contro gli altri. I fantini finiscono fratturati all’ospedale, i cavalli muoiono sulla pista. Il sangue sprizza dappertutto. Viene in mente Dante: “Lo strazio e 'l grande scempio che fece l'Arbia colorata in rosso”. Anche allora ai senesi ghibellini piaceva il rosso rubino. Del vino e del sangue.

Il 2002 verrà ricordato per un palio che ha battuto tutti i record. Non ho controllato, ma forse è sul Guinness dei primati. Ad Asti l’invidia per Siena rode gli organizzatori. Nel settembre quattro cavalli si azzoppano e vengono abbattuti. Fatalità ovviamente. Un corno! La piazzetta è un fazzoletto fatto a triangolo isoscele con curve strette e lieve pendenza. Il fondo riportato è pieno di pietre
Oristano, 6 luglio. Si corre l’Ardia di Sedilo nel santuario (poteva mancare?) di San Costantino. La corsa sfrenata prevede di passare sotto un arco.Non ci passa salvatore Sedda, 37 anni. Passa però a miglior vita, dopo avere sbattuto la testa.
Legnano (Milano). Durante l’aperitivo del palio, la provaccia, muoiono due cavalli. Uno dei due, scosso (senza fantino), cade e si rialza correndo in senso inverso. Dopo lo scontro frontale viene abbattuto sulla pista. Gli organizzatori sostengono che la corsa ippica è battaglia. Ergo è normale che qualcuno ci lasci le penne. Peccato che non gli sia concesso di scegliere se combattere o meno.

Andiamo ad Acate (Ragusa), in aprile. Alla partenza del palio di S. Vincenzo, si aprono le gabbie dell’ottava corsa. Cips Trin percorre i primi metri e stramazza al suolo travolgendo il fantino Maria Pulvirenti. La fantina finisce in ospedale e il cavallo immobile sul selciato.
Floridia (Siracusa). Il vigile urbano Franco Gigliuto, travolto da un cavallo, finisce in ospedale con prognosi riservata. Il cavallo finisce morto.
Fermo (Ancona). E’ agosto. Boldrus cede sul traguardo, barcolla e va a sbattere, prima contro le transenne, poi contro una vetrina. Si dice sia morto d’infarto. Mah!

Chiedo umilmente venia ai lettori se sintetizzo gli altri anni, ma vorrei tirare qualche conclusione senza impegnare tutte le pagine del giornale.
Ad Asti (il palio invidioso) nel 2003 Secret si rompe l’osso del collo. L’anno dopo altro cavallo abbattuto. A Paliano ( Frosinone), il 7 settembre 2003 Barone si azzoppa e viene abbattuto, Polvere muore sbattendo la testa contro una putrella, un altro cavallo viene trovato in paese, di notte.
Nel 2004 qualche prefetto comincia a vietare gare palesemente illegali. Nel 2005, dopo che la fantina Maria Pulvirenti (lei c’è sempre) è stata presa a colpi di catena, il prefetto di Siracusa vieta il palio di Avola. Intanto nel settembre dello stesso anno al Palio dei normanni di Piazza Armerina muoiono tre cavalli. Uno se lo sono mangiati in trattoria, presente l’assessore come commensale.

Sapete dove vanno a finire i cavalli abbattuti? No? Neanche noi. Un altro mistero dei palii. Chiederemo ad Augias.
Non ho scritto della madre di tutti i palii. Troppo facile. Come sparare sulla croce rossa. Solo negli ultimi trebta fìgiorni ne hanno ammazzati altri quattro ( Fucecchio, Ferarra e Floridia).

L’abolizione dei palii? Pura utopia. Ci accontentiamo. In F1 se il percorso è giudicato troppo rischioso, un comitato di piloti decide di non correre. Qui non possono decidere i cavalli. Veterinari specializzati, consulenti seri e prefetti di ferro decidano per loro. I controlli antidoping si fanno a fine corsa a tutti i cavalli e il veterinario che fa prelievi e analisi è designato dall’Unire. I soccorsi vanno affidati a veterinari competenti, dotati di mezzi idonei e cliniche raggiungibili in poco tempo. Referti, analisi, destino degli animali e quant’altro sono dati pubblici e non celati negli ossari degli organizzatori. Perché si avveri tutto questo, cari lettori, vi chiediamo una firma.

Note: Ringrazio Mauro Bottigelli, responsabile della LIDA. Senza di lui questa inchiesta non sarebbe mai uscita.
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