Diritti Animali

Una lettera al quotidiano "Il Manifesto"

Cave canem

In branco, solitari o in coppia gironzolano tra gli scavi archeologici di Pompei. Scrutano impassibili il viavai dei turisti e partecipano all'ultimo concerto del maestro Uto Ughi
25 luglio 2004
Aurelio Rosario Cavallaro
Fonte: www.ilmanifesto.it
21.07.04

Nell'ambito della rassegna «Classico pompeiano» si è tenuto (venerdì scorso 16.07.04 ndr) al teatro grande degli scavi archeologici di Pompei un concerto del maestro Uto Ughi accompagnato dall'orchestra del teatro San Carlo diretta da Yves Abel. Tra la solita miriade di inutili autorità presenti qualcuno si è fatto notare più degli altri: un gruppo di cani che, durante tutto il concerto, ha girovagato tra la platea e il palcoscenico. Facile immaginare lo stupore del pubblico e soprattutto dei musicisti che si sono visti apparire tra gli strumenti le simpatiche figure canine. Dopo un primo brano il maestro Ughi ha invitato gli organizzatori ad allontanare i padroni incontrastati della scena e per tutta risposta un vigile urbano, in statuaria posa, ha invitato gli amici a quattro zampe ad uscire: inutile. Il grande violinista, nonostante tutto, continua nel suo concerto così come i cani che continuano a rubargli la scena di tanto in tanto.
Alla fine l'exploit: dopo gli applausi scroscianti di fine concerto il maestro si ripresenta sulla scena per suonare una fantasia musicale ma all'annuncio del bis parte la contestazione di un cane che fa sentire il suo dissenso abbaiando fortemente. Il maestro richiama ancora gli organizzatori ma interviene Luigi Necco, responsabile dell'Azienda del turismo di Pompei, che dice: «Ha accompagnato perfino la regina Elisabetta nella visita agli scavi. Quel cane è un autorità», il maestro divertito ribatte: «Allora suonerò per voi una fantasia con l'accompagnamento del cane», ed è stato proprio così, sottofondo canino per l'assolo del maestro.
Devo dire che da spettatore ho apprezzato molto sia lo spettacolo musicale che quello cinofilo, davvero esilarante, ma resta tutto l'imbarazzo, se non la vergogna da figlio di questa terra, nel constatare l'incapacità organizzativa di staff profumatamente stipendiati a cui viene affidato un patrimonio inestimabile, quale quello degli scavi archeologici di Pompei, tesoro della mia terra, con lo scopo di valorizzarlo e di promuoverne l'immagine e che ci offrono invece simili spettacoli da diversi anni.

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