Diritti Animali

Perchè si è vegetariani ?

Oggi sappiamo che gli animali soffrono e che il loro dolore è ben maggiore del nostro, e che non possiamo più dirci innocenti di questo, non abbiamo più giustificazioni nel momento in cui sediamo al nostro desco e ci nutriamo del loro sangue e dolore.
6 novembre 2004
Goffredo Fofi (Saggista, critico teatrale e cinematografico)

Composizione di verdure Perchè si è vegetariani ? Io lo sono diventato (e penso ancora al vecchio film di Franju) definitivamente per la vergogna del dolore che noi provochiamo agli animali. La loro sofferenza non è diversa dalla nostra, nonostante quello c he hanno osato dirne in modi infami, dettati dall'ossesione antrpocentrica, i sacerdoti di tante religioni, filosofie e scienze, e di conseguenza tante politiche economiche.

Il loro dolore è uguale (o più grande) del nostro stesso dolore che infliggiamo ai nostri simili è come quello che noi infliggiamo agli animali. Inoltre, oggi, non vi sono più motivi economici validi per giustificare il loro massacro, superate le epoche della più cruda lotta per la soppravivenza, durate da noi fino alla metà, e poco oltre, del secolo scorso.
Ogni riflessione seria di tipo economico porta a veee l'allevamento degli animali come uno spreco e una distruzione, al contrario delle colture vegetali. E non si può più vivere il rapporto con gli animali secondo la "presunta" naturalità" del passato. Oggi possiamo modificarlo, senza grandi sacrifici, e per di più non possiamo fingere d'ignorare cosa gli animali sono, e perchè si è voluto denigrare la loro natura per esaltare la nostra e per giustificare i nostri misfatti nei loro confronti. Oggi sappiamo che gli animali soffrono e che il loro dolore è ben maggiore del nostro, e che non possiamo più dirci innocenti di questo, non abbiamo più giustificazioni nel momento in cui sediamo al nostro desco e ci nutriamo del loro sangue e dolore.

In definitiva: non ci spinge più la religiosità aperta di Capitini, ma forse una religiosità più torbida, certamente più tragica, un'identificazione nel dolore, e una solidarietà nella comune assenza di speranza. (Coloro che pretestuosamente ribadiscono ai vegetariani di convinzione e non di egoismo - cioè salutisti e affini, nelle varie derivazioni dello sciocchezzaio new age; e sì lo sappiamo, ci è stato ripetuto abbastanza negli anni che anche Hitler era vegetariano, anni in cui dire di essere vegetariani sollecitava battute di scherno insopportabili, altrettanto volgari che se qualcuno avesse osato fare affermazione pubblica di castità - che "anche le piante soffrono", sappiamo che non vi sono scelte definitive mai, nel mondo: neanche nel campo della non violenza e neanche in quello del vegetarianesimo. E che una delle più dolorose forme di coscienza che ci appartengono è proprio quella di dover ridiscutere, quando necessario di fronte a trasformazioni davvero grandi, il punto in cui deve fermarsi la nostra solidarietà. Con gli animali, ma anche con gli umani).
L'importante è spingersi sin dove si può, con le proprie forze, nella "non collaborazione al male" che è il mondo.

Note: Tratto da "Dalla parte degli animali" pp 169-170
2004 Ed. Ancora isbn 88-8325-137-7
Sito web: http://www.ancoradelmediterraneo.it
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