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ANNIVERSARI Venticinque anni fa moriva l' autore americano. Ritrovata la sua prima opera

Quando il giovane Philip Dick aveva paura di Mao

manzo inedito del ' 49 costruito sul «pericolo giallo»
18 febbraio 2007
Carlo Formenti
Fonte: Il Corriere della Sera (http://www.corriere.it)

Con felice intuizione, l' editore Fanucci ha deciso di celebrare la ricorrenza del quarto di secolo dalla morte di Philip K. Dick (2 marzo 1982) pubblicando (oltre alla ristampa di 25 titoli del catalogo) il primo romanzo che l' allora ventiduenne scrittore americano scrisse fra il 1949 e il 1950, senza mai riuscire a pubblicarlo. Un destino condiviso praticamente da tutte le opere non fantascientifiche di Dick, uscite postume sull' onda delle rivalutazioni critiche che ne hanno ridisegnato la statura letteraria, proiettandola oltre i confini del genere. Ma a Gather Yourself Together (nell' edizione italiana Il paradiso maoista, titolo bizzarro ancorché azzeccato, come vedremo fra poco) è andata peggio, visto che è approdato in libreria solo nel 1994, in una tiratura limitata a un migliaio di copie. Sergio Fanucci racconta di averne acquistata una (per 140 dollari) in una libreria antiquaria di Elizabethtown, e poi, visto che detiene l' esclusiva di Dick per l' Italia, non ha avuto difficoltà ad accordarsi con gli eredi per l' edizione italiana. Vera scoperta letteraria o sfizio filologico per addetti ai lavori? Personalmente, confesso di preferire le opere di fantascienza ai romanzi «introspettivi», ricchi di suggestioni autobiografiche (come osserva Carlo Pagetti nella introduzione, i codici del genere hanno fortunatamente costretto Dick a prendere distanza dalle ossessioni private). Eppure è difficile non restare affascinati dalla forza visionaria che si manifesta in questo esordio. Malgrado i limiti di stile (troppe ripetizioni, estenuanti flashback, scene erotiche improbabili, gratuito sfoggio di erudizione) il romanzo offre almeno tre eccezionali motivi di interesse: l' ambientazione, la dolorosa impossibilità di vivere rapporti d' amore, la profetica anticipazione dell' inevitabile sfida fra impero americano e nascente potenza cinese. In una regione della Cina vicina al confine tibetano stanno per arrivare le truppe di Mao (siamo alla fine della guerra civile) e un enorme complesso industriale americano è stato evacuato, lasciando sul posto solo tre persone - Verne, Barbara e Carl - con l' incarico di accogliere i nuovi padroni. Nello scenario desolato della fabbrica abbandonata e del deserto che la circonda (che già evoca il gusto dickiano per l' entropia che condanna ambienti naturali e opere dell' uomo - basti ricordare la fatiscente Los Angeles di Blade Runner o i deserti di Marte) i tre «sopravvissuti» si aggirano in uno stralunato alternarsi di sbronze, strane scoperte dei segreti della Compagnia (come quella descritta nell' estratto di questa pagina), e frustranti approcci erotici. Brancicando nella nebbia e nel buio i tre si rincorrono: Verne e Barbara (che già hanno avuto un' infelice storia d' amore in America) per sbranarsi a vicenda, il giovanissimo Carl in cerca di una iniziazione erotica foriera di angoscia più che di piacere (con abbondanza di allusioni autobiografico-psicanalitiche che lasciano intravedere la tormentata vita sentimentale cui andrà incontro il giovane Dick). Ma la vera sorpresa sta nei dialoghi di Verne e Carl con un ufficiale e un soldato dell' esercito maoista inviati in avanscoperta: la «stanchezza» ideologica degli americani, rimasti controvoglia e senza convinzione a custodire le insegne di una lontana capitale imperiale, fa stridente contrasto con la consapevolezza di essere protagonisti dell' inizio di una nuova era da parte dei due cinesi; una consapevolezza che nel giovane soldato assume le tinte di una serena e ottusa fede nel pensiero di Mao, mentre all' ufficiale - che ha studiato in Occidente - il cinico disincanto nei confronti della rivoluzione comunista non impedisce di «vedere» il destino di potenza cui è destinata la sua nazione, appena risvegliatasi da un sonno millenario. A pochi anni dalla fine della guerra con il Giappone, Dick intuisce che un nuovo gigante asiatico si prepara a contrastare l' egemonia americana, e pur senza condividere l' ideologia dei «nuovi barbari» che premono ai confini (del resto, nemmeno il Dick maturo, benché orientato a sinistra, civetterà con il comunismo), sembra affascinato dall' idea dell' inevitabile declino dell' impero. Un impero che ovunque vada si porta dietro, assieme a una montagna di merci (il «paradiso» che nel romanzo sta per cadere in mani maoiste), i germi di decadenza e l' irrequietezza esistenziale dei suoi figli e delle sue figlie. Il libro: Philip K. Dick, «Il paradiso maoista», Fanucci editore, pagine 256, euro 15. Il volume esce il 2 marzo, data del venticinquesimo anniversario della morte di Dick * * * L' omaggio di Fanucci: riproposti in libreria 25 titoli Operazione Dick: «25 anni per 25 libri». Il 2 marzo 1982, all' età di 54 anni, moriva a Fullerton in California Philip K. Dick (nella foto), geniale e imprevedibile scrittore di fantascienza. Uno degli autori più originali e ancora oggi più amati dal grande pubblico. E per celebrare alla grande questo anniversario l' editore italiano di Dick, il vulcanico Sergio Fanucci, ha previsto oltre all' uscita de Il paradiso maoista (inedito da noi), la ristampa di 25 titoli di Dick al prezzo speciale di 13,50 euro l' uno, con nuove copertine disegnate per l' occasione dalla raffinata matita di Antonello Silverini. Tra i titoli in ristampa: La svastica sul sole, Ubik, Deus Irae, In questo piccolo mondo.

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