Cultura

Lista Cultura

Archivio pubblico

Lettere contro la guerra

"Il mondo è cambiato. Dobbiamo cambiare noi.
Fermiamoci, riflettiamo, prendiamo coscienza, facciamo ognuno qualcosa.
Nessun altro può farlo per noi".
- Tiziano Terzani -
31 marzo 2003
Loris D'Emilio

Non me ne voglia Tiziano ma penso che non ci sia un termine migliore per raccogliere in un titolo il senso di questo libro.

Recentemente, in uno dei miei soliti blitz alla Feltrinelli, spulciando qualche titolo tra gli scaffali capito in un settore dove trovo, come si suol dire, "di tutto di più": libri di Strada, del "cinese" Cofferati, di Marcon ... e questi libro, dalla copertina gialla, con la foto in bianco e nero di uomo calvo, con la barba bianca, in panni indiani e sandali ai piedi che sembra camminare con aria assorta, tra il triste ed il perplesso, verso il lettore, quasi a voler uscire dall'immagine stessa per poter interloquire con chi lo guarda, mentre si allontana dal paesaggio sullo sfondo somigliante ad un cimitero di Kabul.
E' Tiziano stesso, e la foto rende bene l'idea del viaggio che ha affrontato per farsi una idea, in prima persona, di quello che sta accadendo in Afghanistan, e Paesi limitrofi come il Pakistan e l'India, in seguito all'attentato dell'11 settembre in America.

Il titolo è accattivante: Lettere contro la guerra. E' quel *contro* che mi cattura, mi richiama subito alla memoria la bellissima canzone dei Nomadi:

*************************************************
"Contro tutte le intolleranze,
contro chi soffoca le speranze,
contro antichi fondamentalismi e nuovi imperialismi
contro la poca memoria della storia."
- Contro, Nomadi -
*************************************************

Saranno stati profetici i nomadi? non lo so, ma penso che questa (e molte altre!) canzone potrebbe essere la giusta colonna sonora per questo libro.
Mentre canticchio mentalmente la loro canzone, prendo il libro e lo sfoglio. Già l'introduzione è inquietante: "10 dicembre 2001, il giorno mancato."
un giorno in cui, apparentemente, non è successo niente, ma da lì a poche ore una tragedia avrebbe cambiato il senso della ns vita, e forse la storia dell'umanità. Nessuno, dice ancora Tiziano, si ricorderà del 10 settembre 2001, ma tutti, nel bene e nel male, ricorderanno il giorno successivo.

E allora Tiziano, dalla sua casa in Himalaya - dove si è ritirato ormai da diversi anni e dove passa abitudinariamente 6 mesi all'anno, mentre i restanti sei torna nella sua città, Firenze - decide di intraprendere un viaggio e di raccontarcelo attraverso le sue lettere, e ci scrive:

"Con queste lettere non cerco di convincere nessuno. Voglio solo far sentire una voce, dire un'altra parte di verità, aprire un dibattito perchè tutti prendiamo coscienza, perchè non si continui a pretendere che non è successo niente, a far finta di non sapere che ora, in questo momento, in Afghanistan migliaia di persone vivono nel terrore di essere bombardate dai B-52, che in questo momento un qualche prigioniero, portato incappucciato e incatenato a venti ore di volo dalla sua terra, viene ora 'interrogato' su un ultimo lembo di terra coloniale degli Stati Uniti a Guantanamo, nell'isola di Cuba, mentre gli strateghi della nostra coalizione contro il terrorismo stanno preparando altri attacchi in chi sa quali altri Paesi del mondo. Allora io dico: fermiamoci."

Il libro è suddiviso in carteggi: i primi sono italiani, "Lettera da Orsigna, una buona occasione" e "Lettera da Firenze, il sultano e san Francesco", e si rivolgono ad Oriana Fallaci; sono le stesse lettere pubblicate dal Corriere della Sera (il giornale con cui Tiziano ha una collaborazione lavorativa un po' particolare, come dice lui stesso nel libro: lui scrive, quando ha qualcosa da dire, qualcosa che valga la pena di essere raccontato, il direttore del Corriere decide se pubblicare o meno; nessun obbligo per nessuno dei due - tranne quello di pubblicare interamente l'articolo, senza ritocco alcuno, nel caso si decida la pubblicazione - e così Tiziano si assicura la sua indipendenza, di pensiero prima di tutto, senza costrizioni temporali e necessità di "mandare in stampa" ognidì), lo stesso scambio che tanto ha fatto parlare gli italiani, pro/contro, e non solo.

Una curiosità: il libro della Fallaci, "La rabbia e l'orgoglio", è ormai un best seller venduto in milioni di copie praticamente in tutte le lingue. Questo libro di Tiziano è stato censurato in USA e Gran Bretagna; nessun editore, in quei Paesi, vuole pubblicarlo: perchè? - domanda retorica, lascio la risposta a chi vorrà darla (e darsela).

Il carteggio prosegue con il viaggio vero e proprio:
Lettera da Peshawar, al bazar dei racconta-storie
Lettera da Quetta, il Talebano col computer
Lettera da Kabul, il venditore di patate e la gabbia coi lupi
Lettera da Delhi, Hei Ram
Lettera dall'Himalaya, Che fare?

Con queste lettere Tiziano ci racconta la sua visione di questo mondo, raccolta dalle parole e dai racconti degli afghani al bazar, o in una madressa, o sotto il tendone in uno sperduto villaggio tra le montagne, o negli ospedali di Emergency e Medici senza frontiere; gente comune, che parla di se e della storia del suo popolo, dandoci uno spaccato forse più vero, più reale, più *umano* (e questo punto è spesso sottolineato da Tiziano, come la retorica di regime tenda a *disumanizzare* il nemico) di tante (spesso false!) notizie che appaiono sui media.

Tiziano visita gli stessi posti di cui si è parlato tanto nei tg, come la sede della tv araba Al-Jazeera, colpita "per sbaglio" da un missile americano, e dimostra come tante affermazioni dei media tradizionali non corrispondano a realtà (la sede della tv era in una zona residenziale, tutte villette, nessun obiettivo militare nelle vicinanze, eppure è stata l'unica villetta colpita da un unico missile).
Ci racconta degli usi e dei costumi (come il famoso burqa, tutt'ora in uso in afghnistan, nonostante la stessa informazione di regime continui a sostenere che oggi le donne afghane sono finalmente libere), e del senso che questi hanno. E sottolinea come gli occidentali, fondamentalmente, non riescano a concepire la diversità, non accettandola e facendo di tutto per adeguarla ai criteri "moderni" del "moderno" occidente.

Ma, almeno per me, la lettera più bella, più profonda, più toccante, è quella da Delhi, dove, sul luogo che oggi simboleggia e ricorda il Mahatma Gandhi (e successivamente, nella lettera dall'Himalaya), Tiziano riflette sul senso della vita di oggi, sulla scomparsa, nell'uomo, dei grandi valori morali che ci fa perdere finanche il senso stesso della nostra *umanità*.
Sono pagine a dir poco meravigliose, che dovrebbero riportare nei brani antologici dei libri di scuola, altro che censura! Ma questo, temo, non avverrà mai.

E allora, concludo questa mia riflessione su questo libro ancora con le parole della canzone dei Nomadi, Contro:

*********************************
Contro chi fa credere la guerra un dovere
contro chi vuole dominio e potere
contro le medaglie all'onore e alla santita'
per tutta la gente che grida ... LIBERTA'
*********************************

" 'Lettere contro la guerra', libro che in Italia è stato ristampato sette volte e che ha dato voce agli Italiani che non si sono riconosciuti nelle "rabbie" del dopo 11 Settembre, è stato respinto dagli editori americani e britannici forse perché considerato "scomodo".

Davanti a tale scelta, e in virtù della libertà di pensiero e di stampa, Terzani ha deciso così di utilizzare Internet come strumento innovativo per superare le barriere politiche e geografiche distribuendo gratuitamente, in edizione integrale, le lettere considerate nel mondo anglo-sassone così pericolose e destabilizzanti.

Questo libro ha contribuito ad un movimento per la pace che sta mobilitando centinaia di migliaia di persone e che ha fatto di Terzani, assieme ad altri, una figura simbolo di questo movimento di massa.

Dal 10 Dicembre 2002, in concomitanza con la partecipazione di Terzani alla fiaccolata per la pace di Firenze, è pertanto possibile scaricare gratuitamente il libro in lingua inglese.
Sempre su questo sito avrete, nel 2003, la possibilità di acquistare anche la versione "cartacea", stampata a Nuova Delhi, dell'opera.

Questa edizione è la sola disponibile in inglese ed era sino ad oggi disponibile solo nel sub-continente indiano."

Note: Tiziano Terzani
Lettere contro la guerra
Longanesi&C., Milano
prima edizione febbraio 2002
seconda edizione febbraio 2002
EURO 10

il sito di Tiziano Terzani
http://www.tizianoterzani.com

Il libro online
http://www.tizianoterzani.com/ebook/default.htm
PeaceLink C.P. 2009 - 74100 Taranto (Italy) - CCP 13403746 - Sito realizzato con PhPeace 2.7.15 - Informativa sulla Privacy - Informativa sui cookies - Diritto di replica - Posta elettronica certificata (PEC)