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Una storia sul confronto e sul reciproco rispetto.

Monsieur Ibrahim e i fiori del Corano

Momo è un ragazzino ebreo che vive nella periferia di Parigi. Nel suo quartiere conosce il signor Ibrahim, un turco che gestisce una drogheria. Tra i due nascerà un rapporto fatto di reciproco rispetto e profondo affetto.
16 aprile 2007
Alessia Mendozzi

regia: François Dupeyron
titolo originale: Monsieur Ibrahim et les fleurs du Coran
con: Omar Sharif, Pierre Boulanger
anno: 2003
origine: Francia
durata: 94’
genere: drammatico

la locandina del film Momo è un ragazzino ebreo che vive nella periferia di Parigi con il padre. La sua vita scorre tra difficoltà economiche e scarsa comunicazione con il genitore. Sua madre lo ha abbandonato anni prima e Momo cresce solitario e silenzioso, attratto dalle prostitute che vivono nel suo quartiere. La sua adolescenza malinconica viene ad essere pian piano scalfita dal signor Ibrahim, un turco, trapiantato a Parigi, che gestisce una drogheria nel suo quartiere. Momo lo vede inizialmente come un tipo strano e frequentemente effettua piccoli furti nel negozio. Un giorno, però, Ibrahim gli rivolge una domanda e, da quel momento, Momo inizia a frequentare la bottega con curiosità. Nel giro di poco tempo tra i due personaggi nasce una profonda amicizia che diventerà più solida quando il padre di Momo abbandonerà il figlio. Sarà, infatti, Ibrahim a prendersi cura di lui e a regalare al ragazzo preziosi consigli sulla vita, semplici ed efficaci pillole di saggezza che serviranno a Momo per crescere ed imparare ad affrontare le difficoltà della vita sorridendo…

La storia di Momo e del signor Ibrahim è un piacevole confronto tra due culture diverse. Superando le difficoltà e le diffidenze iniziali, Momo imparerà ad apprezzare la saggezza e la gentilezza di Ibrahim che, a tutti gli effetti, diventerà la sua unica e vera famiglia. La storia scorre leggera, con delicatezza ed ironia. Ambientato nella Parigi degli anni ’60, il film di François Dupeyron è tratto dall’omonimo racconto di Eric-Emmanuel Schmitt.

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