Pena di morte, California nei guai. "Il sistema è vicino al collasso"
NEW YORK - Il braccio della morte della California è troppo affollato e prossimo al collasso. E' quanto sostiene un rapporto commissionato dal parlamento statale alla California Commission on the Fair Administration of Justice. Per evitare la bancarotta e ridare un po' di ossigeno alle casse dello stato basterebbe abolire la pena di morte. La messa al bando porterebbe, secondo la commissione, un risparmio allo Stato di centinaia di milioni di dollari in tutte le fasi del sistema giudiziario. Le conclusioni non arrivano alla richiesta esplicita di abolire la pena di morte, ma poco ci manca.
Il sistema carcerario della West Coast è oggi il più affollato degli Stati Uniti: i detenuti in attesa di giudizio sono 673 e 79 prigionieri ancora aspettano di vedersi assegnato un avvocato d'ufficio per il ricorso alla Corte Suprema.
In trenta anni, da quando la pena capitale è stata reintrodotta nei codici, la California ha messo a morte "soltanto" tredici detenuti, nessuno dal 2005 quando la Corte Suprema ordinò una moratoria di fatto. Il "Golden State" è stato l'unico a frenare la macchina delle esecuzioni anche dopo la sentenza della Corte Suprema dello scorso aprile che ha dichiarato costituzionali le iniezioni letali.
Intanto sull'altra costa dell'America, in Florida, il boia ha avviato le procedure per la ripresa delle esecuzioni dopo un anno e mezzo di pausa, da quando, cioé, Angel Diaz ci mise 34 minuti a morire in una straziante agonia causata da una serie di errori nella procedura di iniezione degli aghi nelle vene. La vicenda, nel dicembre 2006, aveva indotto a una pausa di riflessione e creato interrogativi sul metodo di esecuzione usato in 35 dei 36 stati che prevedono la pena capitale.
L'allora governatore della Florida Jeb Bush sospese tutte le esecuzioni e la storia di Angel Diaz alimentò il dibattito nazionale sulle iniezioni letali che la Corte Suprema ha poi dichiarato costituzionali.
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