Beati i Costruttori di Pace
Associazione Nazionale di Volontariato - Onlus
Bilanci di Giustizia
Obiettivo principale della campagna è sperimentare, con un consistente numero di nuclei familiari, le possibilità di "spostamento" da consumi dannosi per la salute, per l'ambiente e per le popolazioni del Sud del mondo, a prodotti più sani, che non incidono in modo irreparabile sulle risorse naturali e che riducono i meccanismi di sfruttamento nelle regioni sottosviluppate. Non si tratta quindi di affrontare sacrifici e rinunzie in nome di un'etica e di una giustizia concepite in termini astratti, ma di rifiutare in base ad analisi non superficiali e a scelte coscienti e responsabili i consumi che non rispondono più ai bisogni umani reali o che danneggiano in modo spesso irrecuperabile i meccanismi ecologici e le popolazioni da troppo tempo confinate in una povertà incolpevole. Come suo strumento fondamentale la campagna ha scelto i bilanci mensili nei quali ogni famiglia deve indicare i suoi consumi "normali" e i suoi obiettivi di sostituzione di un prodotto considerato dannoso con un altro meno dannoso o valutato in termini positivi. Prodotti del commercio equo e solidale, detersivi biologici, uso delle biciclette al posto dell’auto, acquisto di elettrodomestici a basso consumo energetico e che non usano i CFC responsabili del "buco" nell'ozono sono solo alcuni degli esempi di "spostamenti" possibili e che in realtà possono non modificare i nostri livelli dei consumi. In altri casi, peraltro, una attenta analisi dei prodotti può far emergere rapporti tra prezzi e calorie e tra costi e rischi che spingono anche a ridurre i consumi, tenendo presente che siamo tutti sovralimentati (e soffriamo delle malattie causate dal cibo in eccesso) e che è ormai evidente che una diminuzione dell'uso delle auto (e quindi del relativo inquinamento dell'aria) del 20% costituirebbe in realtà un miglioramento della nostra qualità della vita.
Gandhiedizioni
I Quaderni Satyāgraha sono ideati e curati da Rocco Altieri, docente di “Teoria e prassi della Nonviolenza” nel corso di laurea di Scienze per la pace dell’Università di Pisa.
Satyāgraha, il nome scelto per i Quaderni, esprime immediatamente il richiamo al paradigma sperimentale, creativo e costruttivo della nonviolenza gandhiana: Sat è l’essere; Satya è la verità intesa non come dogma da imporre, ma come ricerca, tensione verso l’autenticità dell’Essere; Agraha è la fermezza nell’agire per l’affermazione della verità. Satyāgraha indica, quindi, il potere della nonviolenza che agisce nei conflitti per trasformarli e trascenderli verso realtà di Pace.
Centro Gandhi, Associazione per la nonviolenza Onlus (Pisa)
Movimento nonviolento
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, al livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il Movimento persegue lo scopo della creazione di una comunità mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti. Le fondamentali direttrici d'azione del Movimento Nonviolento sono:
1. L'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono pratimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il Movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della libertà di informazione e di critica. Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuazione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.
Movimento per la decrescita felice
Non sopportiamo la tortura
La Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura definisce la tortura come l’infliggere intenzionalmente gravi pene o sofferenze, sia fisiche che mentali, allo scopo di ottenere informazioni o confessioni, oppure di punire, intimidire o costringere qualcuno. Il termine si applica a quelle forme di maltrattamenti particolarmente gravi e deliberati.
L’idea che la tortura e i maltrattamenti siano sempre sbagliati non è frutto della visione virtuosa di una minoranza “liberale”: i governi di ogni parte del mondo l’hanno accettata e hanno scritto, nero su bianco, nel diritto internazionale che non c’è mai alcuna circostanza che possa giustificare la tortura e i maltrattamenti, neanche la guerra o un’emergenza nazionale. Tale proibizione risulta in modo chiarissimo dalla normativa internazionale in materia di diritti umani e si estende anche alle leggi in vigore durante i conflitti armati. Questo significa che gli Stati hanno riconosciuto che anche in tempo di guerra tali pratiche devono essere proibite, anche nel caso in cui possano consentire qualche vantaggio sul piano militare. Lo Statuto di Roma della Corte penale internazionale, che riguarda i più gravi crimini previsti dalle leggi internazionali, proibisce la tortura e i maltrattamenti alla stregua di crimini contro l’umanità e crimini di guerra.
Obiezione di Coscienza alla Spese Militari
Campagna di Obiezione di Coscienza alle Spese Militari per la Difesa Popolare Nonviolenta
Peacelink
Telematica per la pace
Qualevita
Ci siamo impegnati a constatare, tramite i fogli del nostro Bimestrale e i libri delle nostre Edizioni, quale vita si vive nelle campagne, nelle scuole, nelle fabbriche, negli uffici, negli ospedali, nelle carceri, nei sindacati, nei partiti, nelle chiese, nei quartieri; quale vita si conduce da bambino, da donna, da giovane, da anziano, da disoccupato, da “diverso”. Ma soprattutto, ci interessa individuare e inventare quale migliore qualità di vita ci potrebbe essere, in questi ambienti e “condizioni”.
Siamo convinti che gli aspetti anche più marci del “sistema” non provocano una vera ribellione se non quando esiste un’altra possibilità, un modello alternativo di vita, che noi abbiamo individuato nella nonviolenza e nella sobrietà felice.
Siamo stati e saremo sempre contenti di avere come compagno di viaggio chiunque crede che la vita di una persona non è fatta soltanto per accettare supinamente gli ordini, ma per cominciare sempre di nuovo, per inventare, per creare, per rendere più vivibile la nostra e l’altrui vita.
Transcend
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