Terrorismo, la promessa di Barack: "Gli Usa bandiranno la tortura"
Da Repubblica.
A due giorni dal settimo anniversario dell'apertura della prigione di Guantanamo (i primi detenuti arrivarono nella base navale a Cuba l'11 gennaio 2002) Obama ha detto che manterrà la promessa elettorale di portare avanti una guerra al terrorismo che tenga conto "dei più alti valori e degli ideali americani", dopo che i servizi statunitensi sono stati accusati in questi anni di aver fatto ricorso a forme di tortura nell'interrogare presunti terroristi, mentre il Pentagono è finito nel mirino per il mancato rispetto della convenzione di Ginevra sui prigionieri di guerra.
Obama non è sceso nei dettagli del modo in cui intende combattere il terrorismo e mantenere la promessa elettorale di chiudere Guantanamo trasferendo altrove i presunti aderenti ad Al Qaeda che vi sono detenuti. Ma il suo è un implicito e netto capo d'accusa contro le prigioni segrete, le intercettazioni clandestine e altri metodi usati dall'amministrazione Bush nella lotta al terrorismo.
Il messaggio che il presidente eletto intende mandare è che l'intera gestione dell'intelligence sarà diversa. La scelta di Panetta, ex capo dello staff di Bill Clinton, va in questo senso. E sfida le critiche di chi sottolinea soprattutto che l'italo-americano non ha un'esperienza specifica di servizi segreti.
Un'apertura il presidente eletto l'ha fatta anche nei confronti dell'Iran: rimane una minaccia per gli Stati Uniti ma Washington deve "trovare la volontà di dare il via a un'iniziativa diplomatica".
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