Una intervista collettiva

La Musica contro il Silenzio, manifestazione contro l’apartheid e il genocidio in Palestina.

Abbiamo potuto seguire di persona La Musica contro il Silenzio a Varese e a Brescia e abbiamo conosciuto gli organizzatori. Così abbiamo proposto loro un’intervista per raccontare meglio questa splendida iniziativa contro l’apartheid e il genocidio in Palestina. Ne è nata un’intervista a più voci.
7 luglio 2025
Anna Polo

I due gruppi di intervistati sono Davide Testa e Carolina Lidia Facchi (Varese) e Clarice Curradi, Alice Parente e Mattia Petrilli (Gruppo promotore di Firenze).

La Musica contro il Silenzio a Brescia

Come e da chi è nata La Musica contro il Silenzio?

Gruppo di Firenze: La musica contro il silenzio nasce a Firenze tra i corridoi dei teatri del Maggio Musicale e dell’ORT-Orchestra della Toscana, quando tra amiche e colleghi si decide di mettere in atto azioni concrete contro il genocidio e l’occupazione della Palestina.

Gruppo di Varese: Ho conosciuto questa bellissima iniziativa sui social e ho pensato che sarebbe stato necessario portare questa esperienza anche a Varese. Ho chiesto agli organizzatori di Firenze come poter portare la cosa anche nella nostra città; mi hanno risposto che non ero l’unica ad averlo pensato e ci hanno messo in contatto. Dopo aver coinvolto anche un’amica a supportarci nell’organizzazione, ci siamo mossi per pianificare l’evento.

Come vi siete organizzati per coinvolgere tante città e tanti musicisti?

Gruppo di Firenze: Lo strumento più efficace per coinvolgere tanti musicisti su tutto il territorio nazionale è stato il passaparola. Nel mondo delle orchestre ci si conosce un po’ tutti, così a macchia d’olio siamo riusciti a diffondere il messaggio. Poi le pagine social hanno reso efficiente l’organizzazione, fornendo informazioni e linee guida (poche ma fondamentali) a tutte le comunità interessate a partecipare alle manifestazioni.

Gruppo di Varese: Per diffondere il messaggio a più persone possibile al di fuori della nostra cerchia di conoscenze, abbiamo sfruttato un gruppo Whatsapp per le comunicazioni organizzative, nel quale però ogni membro aveva la possibilità di invitarne altri. C’è stato quindi un effetto domino: i nostri amici hanno aggiunto i loro, che ne hanno aggiunti altri ancora, fino ad arrivare a più di 400 persone.

Qual è il messaggio che volete comunicare con la vostra iniziativa?

Gruppo di Firenze: L’aspetto che ci premeva di più era rompere il silenzio complice che le istituzioni hanno mantenuto di fronte a quanto sta accadendo a Gaza e in Cisgiordania e non solo dal 7 ottobre in poi. Per noi è stato naturale rispondere con la “voce” a nostra disposizione: la musica e i nostri strumenti musicali. Per questo ci siamo definiti un movimento musicale, ma esplicitamente apolitico e apartitico: ai nostri ritrovi hanno partecipato musicisti professionisti e amatori, cittadini che hanno a cuore il futuro della Palestina e associazioni che da molto tempo prima di noi scendono in piazza a difesa del diritto del popolo palestinese di decidere sul proprio futuro.

Abbiamo chiesto alle piazze di non portare simboli di partiti o sindacati proprio per non essere associati alla politica comune, anche se il nostro movimento risponde al senso più genuino del termine ”politica”,  ovvero l’impegno e la responsabilità verso la società in cui viviamo. In ogni piazza abbiamo cercato di mettere in primo piano la voce di musicisti palestinesi e le loro testimonianze che raccontato cosa significa, oggi come da decenni, essere palestinesi: resistere ai tentativi di cancellazione della propria storia con dignità, umanità e resilienza.

Quali sono i prossimi appuntamenti?

Gruppo di Firenze: Abbiamo appena terminato un mese di manifestazioni, che dal 1° al 30 giugno ha visto colorare le piazze di più di 25 città in tutta Italia: siamo commossi dalla partecipazione e dall’entusiasmo riscontrati. Il desiderio di esprimersi con la musica non si esaurisce, abbiamo quindi lanciato un appello a tutti i musicisti d’Europa per organizzare nel mese di settembre manifestazioni in tutte le città europee. In Italia si terrà a Roma e prevediamo una grande affluenza da tutto il territorio.

L’importante è continuare a parlare di Palestina con la nostra musica e vista l’adesione al nostro appello che la comunità musicale internazionale sta dimostrando non ci poniamo limiti!

Gruppo di Varese: Al momento non abbiamo in programma nuove iniziative locali, ma siamo in continuo contatto con le realtà associazionistiche dedite alla causa sul territorio per poter dare loro il miglior supporto possibile.

Per contatti e informazioni:

Pagina Facebook
lamusicacontroilsilenzio@gmail.com
https://www.instagram.com/lamusicacontroilsilenzio/
Tel: +39 320 216 5662

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