Catena di Sanlibero

Catena di Sanlibero n. 182

18 giugno 2003
Riccardo Orioles (Giornalista antimafia)

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Senzaconfine. "Tutti amu a moriri, o prima o dopu - disse il vecchio
Bastiano - Pero', certuni comu morunu s'i puorta u ventu; cert'autri
invece pesanu comu u' Mongibeddu". E' morto Dino Frisullo, e non ho
molto da dire: e' un compagno davvero che se n'e' andato, e ora siamo
piu' soli. Aveva cinquant'anni, siamo nel duemilatre', e dunque ha
lavorato per tutti noi - aveva cominciato nel '70, con Dp - per un po'
piu' di trent'anni. Non da leaderino, da politico "di sinistra": da
compagno. E' stato fra i primi pacifisti italiani e fra i primissimi (e
forse il primo) a organizzarsi insieme agli immigrati. Con loro, ha
fondato la prima associazione antirazzista, "Senzaconfine" che ha fatto
da modello a tutte quelle dopo. E' andato a propagandare la pace, e i
diritti dei poveri, in Palestina, Bosnia, Albania e in altri luoghi. In
Turchia, a Diyarbakir, e' stato arrestato per aver difeso i curdi: e'
stato rinchiuso in carcere insieme a loro (primo europeo a dividere
questa sorte) e al processo ha alzato ancora la voce contro la
repressione anticurda. Su questa, e sulla condizione carceraria e sulla
legislazione "d'emergenza" turca, Dino scisse un bellissimo libro
("L'utopia incarcerata) che gli fu pubblicato da Avvenimenti. Su altri
giornali (anche "di sinistra") per un certo periodo ci fu invece un
veto formale, imposto da autorevoli mandarini, alle sue collaborazioni.
(Poche settimane fa in televisione tutti parlavano con gran prosopopea
di curdi: Dinu Frisullo era l'unico italiano che non solo conoscesse i
curdi ma ne fosse conosciuto benissimo, e ne fosse amato. Eppure e'
stato l'unico a non essere stato invitato a parlarne).
La storia della sinistra italiana, per alcuni versi transeunte, per
altri versi meschina, nella sua parte piu' nobile e permanente e' la
storia degli uomini come Dino. I vecchi socialisti, gli anarchici, i
militanti operai, i comunisti clandestini... Qualcuno ha parlato di
apostoli, e l'immagine e' esatta. Dino e' appartenuto a quella razza.
Ingenui, poco "pratici", raramente a proprio agio nei palazzi, il loro
ambiente naturale era la vita dei poveri, la strada. Il loro modo
d'esprimersi, un po' impacciato e timido nei dibattiti ufficiali,
attingeva un'eloquenza inaspettata negli appelli di piazza o anche -
come nel caso di Dino - davanti ai giudici militari. In questo, erano
antichissimi e profondi. Dino, che ha lottato per i curdi e per gli
operai bengalesi, e' sempre lo stesso Dino (con un nome diverso, ma
solo il nome) che in altri tempi ha organizzato gli scioperi delle
mondine nell'Ottocento o la rivolta dei senzaterra nei latifondi.
Che possa la sinistra italiana, e noi stessi, raccogliere con umilta' e
coraggio l'eredita' di uomini come questi. La sinistra dei binghi, dei
salotti romani e dei compromessi, oppure la sinistra degli
organizzatori, delle testimonianze di vita, dei compagni. Non e'
possibile essere tutt'e due: c'e' da fare una scelta.
* * *
L'ultima volta che l'ho visto e' stato a piazza Vittorio, a Roma: una
manifestazione di immigrati - organizzata da lui - una delle tante.
Piazza di cento popoli, come nessun'altra in Italia: bengalesi,
egiziani, curdi, pakistani, cinesi... Un pezzo di mondo nuovo, operoso,
duro: il piu' multirazziale d'Italia e anche - per chi sa leggerlo - il
piu' italiano. La', tutti lo conoscevano e l'avevano sentito parlare;
molti, in un momento o nell'altro, avevano sfilato in corteo insieme a
lui. E anche ora che non c'e' piu', lui la' c'e' sempre.
Che c'entra un re sabaudo, con la piazza di Dino? Fra coloro che
leggono ci sara' sicuramente qualcuno che conosce il sindaco di Roma,
Veltroni. Coraggio, sindaco, cambiamo la targa di quella piazza. Via
quel Vittorio Emanuele, mettiamo una scritta nuova.
"PIAZZA
DINO FRISULLO,
COMPAGNO".
E la parola compagno, scrivetela in tante lingue.
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Calma e gesso. "Abbiamo vinto le elezioni a Roma!". Beh, si'. Questo
impedisce a Berlusconi di far peggior danno. Pero' non abbiamo vinto
solo noi, ne' perche' siamo belli e bravi (siamo stati semplicemente
abbastanza maturi, una volta tanto, da non scannarci a vicenda).
Abbiamo vinto soprattutto perche' molti elettori di destra, messi
davanti alla scelta fra Borsellino e Dell'Utri, hanno dato retta a se
stessi e hanno fatto il sacrificio di lasciar vincere gli odiati
"communisti" pur di dare una lezione a chi gli vuole sporcare la
bandiera. Questo, non perche' li abbiamo convinti delle nostre idee
(non ci credo) ma perche' siamo riusciti ad essere, se non convincenti,
onesti. Non vogliamo metterci d'accordo con Berlusconi. Non vogliamo
mangiare al posto suo. Non vogliamo essere come lui. Saremo
"communisti" e magari anche imbranati, ma come Berlusconi no. Ecco,
questo messaggio e' stato percepito: e lo e' stato, secondo me, a
partire dal giorno in cui non abbiamo temuto di contestare i nostri
dirigenti in piazza e dirgli che eravamo stufi di loro.
Noi non abbiamo temuto, un anno fa, di "fare il gioco della destra".
Una parte degli elettori di destra non ha temuto, adesso, di "fare il
gioco della sinistra". In momenti diversi, abbiamo saputo seguire la
nostra coscienza, noi e loro. Seguiamo la "questione morale", che e'
l'unica cosa seria, e non montiamoci la testa.
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Nomine. Dopo Taormina all'Antimafia: Nerone ai pompieri, Dracula
all'Avis, Confalonieri alla Rai, Orioles alla Banca d'Italia, alle
Orsoline la Lewinski...
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"Oggi c'e' da ridere". Dopodomani il signor B. si alzera' dal letto di
buon umore, se ne andra' in bagno canticchiando, si fara' la barba
sorridendosi allo specchio, s'imbarchera' sull'auto blu a passo di
danza, raccontera' nuovamente all'autista la barzelletta sull'Aids...
Ma insomma, che succede l'undici giugno di cosi' ameno da far tanto
felice il signor B.? D'altra parte, e' lui che l'ha detto: "L'undici
giugno ci sara' da ridere", mica me lo sto inventando io. Boh.
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Cronaca. Palermo. Avvertimento mafioso contro un centro di accoglienza
nel quartiere di Brancaccio: durante la notte "ignoti" ne hanno murato
la porta con cemento e mattoni. Il fondatore del centro, e di altre
iniziative antimafiose nel quartiere, era stato don Pino Puglisi,
ucciso dieci anni fa (il 15 settembre 1993) dai killer della famiglia
Graviano.
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Nigeria. Il cosiddetto "tribunale supremo" dell'incivile paese africano
ha ratificato la condanna a morte di Amina, ragazza-madre e dunque
irregolare. Il "tribunale" le ha concesso ancora due mesi per finire di
allattare il bambino; a settembre la ammazzeranno a pietrate. Diretti
colpevoli di questa atrocita' - che bisogna fermare in tutti i modi -
sono: i maschi-padroni del paese, che truffaldinamente fanno passare
per islamismo la loro perversione antifemminile; tutti i governanti del
paese, retto da una dittatura militare sostenuta da alcune
multinazionali occidentali (la Nigeria produce petrolio); tutti i
manager della Shell, la principale di queste multinazionali. Aderite
alla raccolta di firme per Amina promossa da Amnesty International e
non fermatevi ai distributori Shell.

Bookmark: http://www.amnistiapornigeria.org
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Lorenzo Baldo, Antimafiaduemila, wrote:
< "La sentenza che libera il "pentito" Enzo Brusca, assassino di un
bambino di undici anni... ". Caro Riccardo, posso comprendere un senso
di rabbia o di amarezza di fronte alla notizia degli arresti
domiciliari di Enzo Brusca, ma e' importante analizzare a 360 gradi gli
aspetti che compongono l'intera vicenda... Ti giro alcuni stralci
tratti dal numero del nostro giornale attualmente in edicola che
affrontano la questione. Fammi sapere cosa ne pensi e se puo' essere
spunto di discussione sulla tua Catena >
* * *
Caro Lorenzo, grazie degli articoli: ma qui lo spazio e' davvero poco.
Sempre piu' mi convinco che abbiamo di nuovo bisogno di un giornale.
Chissa' che ne pensano gli altri.
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Marco wrote:
< Ciao Riccardo, ti scrivo perche' e' successa una cosa ignobile nel
quotidiano Liberazione. Hanno cacciato via il giornalista Fulvio
Grimaldi (quel giornalista che in tv usciva sempre con un bassotto e
parlava d'ecologia) perche' ha scritto un articolo su Cuba che non e'
piaciuto al Partito (quello che protesta per Santoro ed e' contro i
licenziamenti senza giusta causa). Spero che almeno tu ti indignerai
per una cosa simile. Di seguito ti mando l'e-mail di F. Grimaldi che ho
ricevuto, grazie >
* * *
Ho notato una cosa strana: ai tempi di Lotta Continua, quelli che
sbraitavano piu' forte (e piu' irresponsabilmente) poi sono stati i
primi a vendersi per denaro; quelli invece che, pur "rivoluzionari",
sapevano ragionare tranquillamente in genere sono rimasti fedeli a se
stessi. Cosi' Fulvio Grimaldi: era un buon giornalista allora e un buon
giornalista e' rimasto; ne' aveva bisogno di sbraitare allora, ne' dopo
ha avuto bisogno di ricorrere al "giornalismo" spettacolare (ma molto
mediocre professionalmente) dei vari Liguori, Lerner, Mughini e
compagnia. Non mi meraviglia che abbia passato guai a Liberazione: in
quel giornale coesistono (male) la serieta' "communista" di un Sandro
Curzi e la civetteria prepotente d'un Bertinotti, che invece comunista
non e' stato mai. Polemica recente: Curzi critica il giornalista che
s'e' prestato a sostituire il collega cacciato dalla direzione del
Corriere; Bertinotti invece lo difende, tira fuori il bilancino
politico e comincia a dire che bisogna distinguere, che in fondo anche
quello e' un buon giornalista... Due mondi. Fulvio appartiene a quello
vecchio, "ingenuo", dritto e - fra le altre cose - produttore del
miglior giornalismo mai visto in questo paese: penso a Turone, a
Pintor, a Carlo Rivolta...
(Ehi Marco: Perche' non scrivi tu a Fulvio, gia' che ci sei, e non gli
spieghi tu quel che stiamo organizzando? Digli che e' un'altra Radio
Alice, pero' stampata...)
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Marco Gabardella wrote:
< Saprai cos'e' il piano Marshall, o le motivazioni dell'interventismo
di Roosevelt che calpesto' la fino ad allora proficua dottrina Monroe.
Questi sono solo due dei tanti argomenti che ti dovrebbero fare pensare
prima di istigare un fronte eurofilo antistatunitense. Internet ha un
potere fortissimo, quasi pari a quello televisivo, quindi pensa bene
prima di trascrivere le tue teorie guerrafondaie alla pari se non
peggio di quelle di Bush. Non dimenticare che l'odierna posizione
statunitense e' il risultato della negligenza europea che piuttosto che
spendere energie nella ricostruzione di una organizzazione di nazioni
alla pari dell'ottocentesco "concerto europeo" ha preferito affidare
agli Usa manette, distintivo e soprattutto pistola per fargli fare il
poliziotto del mondo. Se cadranno bombe sulla nostra testa non saranno
a stelle e strisce, perche' se ci uccidono chi lo usa Microsoft, chi si
compra i Levis, chi si fuma Malboro, chi beve Jack Daniel? >
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ricc wrote:
< To: European School of Economics. Object: stop spamming. vi siete comportando scorrettamente nei miei confronti inviandomi della
pubblicita' che non ho richiesto. Di norma sono tollerante verso questo
comportamento ma nel vostro caso faccio un'eccezione perche' voi siete
- comunque - una scuola e non tollero che una scuola offra di se'
un'immagine da supermercato. Il concetto di scuola non va sputtanato.
Vi prego percio' di smetterla di mandarmi la vostra pubblicita', che e'
indesiderata. Potete invece, se lo credete opportuno, informarmi sulle
attivita' della vostra scuola , purche' lo facciate da persone civili e
non da imbonitori. Cordialmente >
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dino@liberoliberolibero.it wrote:

< E' cronaca nera
MORTI SOFFOCATI SEI CLANDESTINI IN UN TIR
e' politica
MILLE CLANDESTINI RESPINTI NEL PORTO DI BARI
e' diplomazia
ACCORDO CON LA GRECIA SUI RIMPATRI
e' ipocrisia
ROMA CHIEDE COLLABORAZIONE AD ANKARA
e' propaganda
INASPRITE LE PENE CONTRO I TRAFFICANTI
e' nausea e' rabbia e' dolore

Sotto le stelle di Zako
mille Ali sognano l'Europa
in Europa sogneranno il ritorno

e nella nebbia di Amburgo, poniamo,
nella gelida nebbia senza stelle
Huseyn bussa a una porta
ha da consegnare una cattiva notizia
un pane di sesamo secco
e un fiore stecchito... >

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