Catena di Sanlibero

Catena di SanLibero n. 291

4 luglio 2005
Riccardo Orioles (Giornalista antimafia)

In Italia, a differenza che in Bolivia o in Cile, per fare un colpo di stato non c'è bisogno di occupare palazzi. Anzi non c'è neanche bisogno di farlo fino in fondo: basta mostrarsi pronti a poterlo fare. Poi si tratta, si enucleano gli avversari più risoluti e si aiutano i più accondiscendenti. Infine, si avverte il paese che non è successo niente, che tutto è in perfetto ordine e grande è la concordia nazionale

Questo è avvenuto in Italia già diverse volte. Il primo centrosinistra fu bloccato (e castrato) col Piano Solo. Il Sessantotto con Piazza Fontana. La svolta degli anni Settanta (nel '75 tutti davano per certo un governo di sinistra) col paziente stillicidio di attentati che poi fu definito strategia della tensione. Negli anni Ottanta la P2, o meglio *le* P2, alcune delle cui propaggini sono ancora oggi nel governo.

Questa anomalia italiana (nessun altro paese europeo ha una storia reale così distinta da quella ufficiale) deriva da due ragioni. Buona parte della classe dirigente "moderata", a parte le riverniciature esteriori, era ancora sostanzialmente fascista, del fascismo "perbene" del '36, a stento trattenuta dal guinzaglio democratico della Dc. E buona parte degli apparati dello Stato, anche fra i più ligi, si riteneva legata a una doppia fedeltà: alle istituzioni italiane per l'ordinaria amministrazione ma, per le questioni più gravi, alla struttura atlantica, cioè agli americani. Che avevano i loro uomini e le loro gerarchie di sicurezza, non sempre coincidenti con quelle italiane: alcuni ministri della Difesa, ad esempio, venivano messi al corrente delle strutture in Italia, ed altri no.

In questa situazione non era mai difficile, per i "moderati" in realtà fascisti, trovare una sponda - anche per strategie paramilitari - presso questo o quel comando americano; né, specularmente, l'alleato si trovava mai priva di personale indigeno cui affidare "azioni di guerra" che, per motivi d'immagine, non poteva gestire in proprio. In entrambi i casi, la motivazione era una sorta di distorto patriottismo che giustificava praticamente ogni cosa e che rimase a far da alibi anche quando la guerra contro l'Unione Sovietica - in nome della quale diversi delitti furono coperti dalle autorità italiane - era finita da un pezzo.

Nel giro di due mesi noi italiani ci siamo ritrovati con un nostro funzionario ucciso in Iraq per colpire i "fautori delle trattative" (permesse al governo americano ma non a noi); con agenti stranieri sguinzagliati sul nostro territorio per rapire i loro nemici; con un'ennesima struttura paramilitare "clandestina" (in realtà notissima e semiufficiale) destinata ai "lavori sporchi" che il governo ufficialmente non può ordinare. Come nei casi precedenti (Gladio, P2, gruppo Sogno, ecc.) la prima reazione ufficiale è "Non ne sappiamo niente". La seconda, "Vabbè, sono quattro scalzacani". La terza: "E anche quando? E' per meglio combattere il terrorismo! (il comunismo, l'islamismo, ecc.)".

Questo non è ancora un paese completamente democratico, e ancora avrebbe bisogno di un forte partito comunista, con le sue ottomila sezioni di militanti pronti a scendere in piazza e anche se necessario a minacciare di peggio. Perché è stato questo, in realtà - unito alla complessiva fedeltà democratica della Dc e alla lealtà militare dei carabinieri - che ha salvato le istituzioni democratiche durante quegli anni. Il Paese ebbe anche la fortuna di avere un presidente come Sandro Pertini (non a caso completamente rimosso dalla storia ufficiale) di cui tutti sapevano come avrebbe accolto i golpisti. E oggi? Carlo Azeglio Ciampi sarà probabilmente l'ultimo Presidente tradizionale (super partes e autorevole per tutti) della nostra storia; i prossimi, saranno politici come tutti gli altri. Non gli chiediamo di essere Pertini. Ma sarebbe bello se ci provasse.
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Spiegazioni. Il governo, sulle "estrazioni" della Cia a Milano: "Nenti vitti e nenti sacciu".
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Commissioni. Azzerata praticamente la commissione parlamentare d'inchiesta sull'assassinio Ilaria Alpi e Miran Hrovatin. Il suo presidente, Carlo Taormina, intervistato da Nigrizia ha detto che si è trattato solo "di un rapimento finito male". Dopo questa affermazione, che Taormina ha cercato di smentire (non sapendo che l'intervista era registrata), tutti i componenti non di destra si sono autosospesi dalla commissione: meglio tardi che mai. Una commissione parlamentare dovrebbe essere una cosa seria e non una passerella per personaggi come Taormina.
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Informazione 1. Alcuni lettori siciliani (Mario Castorina e altri) hanno mandato questa lettera aperta a Repubblica, chiedendone la pubblicazione.

< Lettera aperta a Repubblica.
Caro Giorgio Bocca, Caro direttore Ezio Mauro, Caro Eugenio Scalfari, Caro Vittorio Zucconi,
avete giustamente scritto cose precise sulle recenti elezioni comunali di Catania. Trascurate però, per interesse, di parlare di una causa essenziale della stagnazione politica e civile della nostra provincia. La totale assenza di una informazione professionale e indipendente di inchiesta.
Di questa assenza il vostro giornale è gravemente corresponsabile.
Da anni in virtù di un accordo commerciale che vi assicura stampa a basso costo presso le tipografie del locale editore di quotidiani, la Repubblica racconta ben poco su Catania, ne descrive solo la superficie, e non indaga. Non nascono in conseguenza dell’accordo commerciale con il locale editore, le pagine di cronaca locale per una delle più grandi e importanti città d’Italia. Peggio ancora è proibito al pubblico catanese leggere le pagine con la cronaca di Palermo, che in altre province siciliane si possono leggere acquistando il vostro bel giornale. Chi compra la Repubblica a Catania non riceve alcuna informazione quotidiana di cronaca e politica locale e regionale.
E’ deprimente che la logica mercantile soffochi quella civile. E’ una colpa grave.
A Catania sono stati soffocati negli anni tutti i tentativi di avere una informazione alternativa a "La Sicilia", i tentativi sono stati tali e tanti, tutti inibiti, che alla fine si è instaurata anche tra le classi dirigenti e tra le forze politiche locali una rassegnata sopportazione di questa situazione. Tanto più scandalosa, quanto più accettata. Non si scrive nulla sui veri interessi economici che determinano le sorti dell’economia e della vita sociale, civile e politica dell’isola. Chi ne parla è confinato a voce isolata nel deserto. Non esiste informazione non condizionata dagli attuali interessi economici dominanti. Trovano spazio solo le posizioni che si ritiene convenienti lasciare emergere, in un preciso disegno di costruzione di alleanze politico economiche. Nessuno racconta queste cose. Gli ultimi a farlo sono stati uccisi.
Se non parlate di queste cose, non siete titolati a parlare di mafia.
La crescita di una coscienza civile è intrinsecamente connessa con la libertà di azione dei mezzi di informazione. Una libertà che a Catania non esiste ed è pesantemente condizionata.
Accettare, sia pure nella logica di un vantaggioso accordo commerciale, una limitazione così evidente della libertà di informazione, costituisce una pesantissima limitazione della vostra autorevolezza.
Come cittadini catanesi vi chiediamo che abbiate il coraggio di affrontare a viso aperto questa situazione parlandone ai vostri lettori, che pubblichiate questa lettera aperta e indichiate le vostre determinazioni >
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Informazione 2. Stefano Mencherini è il regista del documentario Mare Nostrum, censurato dalle tv sia Rai che Mediaset, dichiara: "Apprendo dai mezzi di informazione che in Italia era operante un nucleo di attivisti delle destre che giocavano a fare gli agenti dei servizi segreti andando a curiosare perfino dentro i Centri di permanenza temporanea. Mi chiedo: ma il tentato omicidio subito da me e da Souiden Montassar, uno dei magrebini che ha subito sevizie e violenze dentro il Cpt della Fondazione Regina Pacis (sostenuta in primis da monsignor Cosmo Francesco Ruppi, arcivescovo di Lecce e presidente della Cei di Puglia), è da addebitare a questi gruppuscoli di esagitati che però hanno ottimi infiltrati, secondo quello che sta emergendo della stampa, all'interno delle forze dell'ordine? E perché mai nei giorni scorsi nessun quotidiano nazionale o locale, né tanto meno nessun telegiornale, hanno denunciato quanto accaduto al sottoscritto e al compagno di strada Montassar?".

Bookmark: http://www.stefanomencherini.org/
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Vendola. "Nei Cpt ho visto bambini con il numero impresso a pennarello sul braccio. Non dirò che sono lager. Ma vanno chiusi".
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Giustizia. Il tribunale di Catania ha annullato il provvedimento di sequestro di beni eseguito nei confronti di Placido Aiello, genero dell'imprenditore mafioso Gaetano Graci, emesso dal gip ed eseguito nel giugno scorso dalla Guardia di Finanza. Il tribunale ha ritenuto "estinto il reato" contestato ad Aiello che, secondo quanto accertato dalla Finanza, aveva trasferito all' estero 750 mila euri in violazione della normativa antimafia. Non è la più sorprendente fra le sentenze emesse, in tema di imprenditoria mafiosa, dalla magistratura catanese. Una volta un imprenditore trovato in rapporti finanziari con mafiosi fu assolto - a Catania - per avere agito "in stato di necessità".
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Satira. Forte dei Marmi. Assegnato al locale esponente Ds Umberto Buratti il prestigioso Premio internazionale di Satira (in questo caso, involontaria) che si tiene nella cittadina versiliana ogni anno. Buratti si è reso protagonista di un happening molto divertente, stendendo un nastro simbolico sull'arenile per vietarne l'ingresso ai "vu cumprà". L'aspetto ironico dell'happening è che in realtà il turismo di Forte dei Marmi è rovinato non dagli inoffensivi ambulanti ma dall'esosità dei proprietari dei lidi, il cui presidente è proprio Buratti: una normale giornata a mare ormai costa trentadue euri, e questo comincia a sembrare un po' troppo persino in Versilia. "Per noi non c'è problema - ha detto il rappresentante degli ambulanti senegalesi Si potrebbero individuare spazi appositi, puntando sulla qualità e senza merce contraffatta". Un'idea di buon senso: fossimo il Ds di Forte dei Marmi, cacceremmo l'esoso Buratti e iscriveremmo il senegalese. Ma non si può...
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Milano. Cambia nome piazza Duomo. Adesso, con apposita lapide, si chiamerà Largo Latitanza.
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Medioevo. Accordo fra teologi islamici e cattolici, alla terza conferenza sul dialogo interreligioso di Doha (Qatar), per un documento comune contro unioni omosessuali, divorzio, aborto e nuovi modelli familiari.
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Età moderna. Verona. Sei zingarelli venduti ai pedofili dai rispettivi genitori. Arrestati alcuni degli acquirenti, otto rispettabili cittadini italiani fra i 32 e i 74 anni.
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Referendum. Licenziato in tronco dal seminario dove insegnava Etica il cappuccino padre Rodolfo Zecchini. Aveva espresso perplessità in merito alla posizione del Vaticano sui recenti referendum.
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Prima linea. L'esercito statunitense ha deciso di ritirare entro l'estate le proprie forze speciali dalla base di Rota, in Spagna. Rota è una delle due basi prese in considerazione dal Pentagono per allocarvi unità di pronto intervento per i teatri mediorientali. L'altra base era quella di Sigonella, in Sicilia, e a questo punto appare destinata a diventare in tempi rapidi una delle principali basi operative della guerra in corso.
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Cina. Assalito dalla folla il commissariato di polizia di Chihou (Anhui). I cittadini, dispersi con difficoltà dalle forze speciali antisommossa, gridavano slogan contro la corruzione dei funzionari locali e della polizia. Episodi del genere si verificano sempre più di frequente nelle province più povere del paese.
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Scritte sui muri. "Vinceremo!" (Bush, 2005).
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Cristiani. Sono disponibili gli atti del Colloquio di Camaldoli 2004 sul tema "Secondo Giustizia" (Laura Ceradini Leonori, edizioni Servitium). Il Colloquio di quest'anno (tema: "Il prezzo della Libertà") avrà luogo dal 29 ottobre in poi.

Info: angelo.bertani@fastwebnet.it , gbenzoni@tin.it , ed.camaldoli@lina.it
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In rete: Tre incontri sulla chat di Cuntrastamu: martedì 12 con Carlo Ruta, giornalista ragusano impegnato in inchieste su banche e istituzioni, mercoledì 20 con Carlo Benanti, giornalista indipendente catanese licenziato dall'Ansa dove lavorava, e martedì 26 coi ragazzi palermitani del gruppo "Addio Pizzo". Per partecipare basta entrare sul sito di Cuntrastamu e seguire le istruzioni. Le chat sono aperte a tutti e cominciano alle 21.

Bookmark: http://www.cuntrastamu.org/
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Cronaca. Roma. Aggrediti e rapinati da tre giovani italiani due ambulanti senegalesi a Castelporziano.
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Appello. Chiunque avesse gruppo sanguigno 0 rh negativo può recarsi dalle 7 alle 12 presso il centro donazioni del Policlinico Umberto a Roma e dire che vuol donare il sangue per Francesco Tagliamonte.
Info: Giacomo 333.8543948
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Solidarietà. A Linda e Lucio, per il dolore che li ha colpiti in questi giorni.
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dinamitebla@inwind.it wrote,
< "Possiamo attaccarci benissimo l'un l'altro senza insulti gratuiti (ci sono anche gli insulti funzionali al discorso, ma purtroppo sono rari) e questo non e' affatto prova di moderazione ma al contrario di risolutezza".
Questo attacco di "buonismo" da parte tua, ad essere sincera, mi delude un po'. E mi sorprende, pure e soprattutto. Il politicamente corretto non è nelle mie corde e, mi sembrava, neanche nelle tue. Cosa ci nascondi? >
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Non so. Non mi sembra che Rosa Luxemburg abbia mai dato dello stronzo a qualcuno. Ai miei tempi invece si usava molto.
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shining@freaknet.org wrote:
< "Si pubblicano, per regola, le diverse opinioni. Si ringraziano gli amici e si rispettano i nemici".
Vanno bene le diverse opinioni, ma credo che sia necessario aggiungere "coerenti con il dibattito democratico". Non ho gradito che sulla Catena, al pari di molti altri mezzi di informazione, sia stato concesso spazio agli astensionisti sul referendum. Sono "felice" di discutere fino alla lite con chi mi dice che è andato a votare quattro no: lo riterrò un avversario politico a mi batterò fieramente contro le sue idee. Ma l'astensionista consapevole non è un avversario: è un nemico. L'astensionista mi ha tolto uno spazio di democrazia esattamente come fa la mafia con i suoi intrallazzi nelle istituzioni. L'astensionista non può godere di cittadinanza, avendo tolto a me la stessa. L'astensionista non merita di dire la sua avendo privato me del diritto di farlo.
La democrazia non è una cosa inerte: deve essere in grado di rigettare i corpi estranei ed espellerli. Abbiamo lasciato che si costituisse il Msi, nonostante le disposizioni costituzionali, e qualche decennio dopo abbiamo avuto Genova e la Bossi-Fini. Se ci facciamo convincere che anche chi si oppone alla democrazia abbia il diritto di farlo, accetteremo Hitler al Reichstag e Darwin all'indice >
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Simona Mafai wrote:
< Apprezzo sinceramente la pluralità di voci ospitate nella "Catena di San Libero", anche a proposito della Legge 40. Ma sono veramente indignata con "longoborina", che nel numero del 27 giugno, - trascinato (o trascinata?) da una acritica simpatia per gli immigrati - definisce bonariamente "un guaio combinato da alcuni giovani frustrati da situazioni disperate", lo stupro compiuto su una ragazza. Una visione un po' "minimalista" del delitto di stupro, non vi pare? >
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Giancarlo Roncato wrote:
< Molti commenti sull'inchiesta di Maria Grazia Mazzola in onda sui Rai3 e qualche moto di stupore per le "strane" risposte alle interviste date . Ma perché meravigliarci del degrado etico a cui il Paese é arrivato? su cosa credete che si basino le convinzioni del centrodestra di una vittoria alle prossime elezioni? proprio su questo imbarbarimento e annullamento dei valori: evviva siamo tutti complici, continuiamo a tenerci per mano in questo scellerato girotondo. Cosa pensate che abbia insegnato ai nostri concittadini il vedere l'attuale maggioranza aiutare senza tentennamenti: gli evasori (condoni - rientro dei capitali dall'estero - depenalizzazione del falso in bilancio etc. etc. etc.) gli indagati eccellenti per reati di varia natura ( legge Cirami - lodo Schifani - salva Previti e concessione di attenuanti dovute per il particolare ruolo istituzionale ricoperto (quando dovrebbe costituire una aggravante) vedere i continui attacchi alla Magistratura, alle Costituzione, al Capo della Stato? Sapere che il fratello del pres. del consiglio ha patteggiato, pagando 98 miliardi, (ma quanti anni una persona normale deve vivere lavorando per raggiungere una somma simile? e questo signore la paga per non andare dentro. non vi piacerebbe sapere quanto gli ha reso la presunta corruzione patteggiata ?). Personalmente penso che di queste trasmissioni dovrebbero farne una al giorno a reti unificate >
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mario paolinelli wrote:
< L’accelerazione della comunicazione, delle tecnologie e degli ordinamenti mondiali ha mandato in crisi i vecchi equilibri che permettevano un determinato mercato del lavoro. Con la esternalizzazione della produzione il sistema capitalista sta letteralmente distruggendo il mercato del lavoro, con tendenza all'azzeramento della produzione e conseguenze drammatiche sul piano dell’occupazione (per non parlare della ricaduta dell'ordine pubblico). Fra poco non avremo neanche più le risorse per consumare le merci importate e non potremo pagare il fabbisogno energetico: si va all'apocalisse del sistema. Gli stati debbono contrastare la delocalizzazione del lavoro, promuovere (insieme a regole sindacali internazionali) leggi che permettano la circolazione delle merci solo ai prodotti semilavorati, in modo che ogni paese possa utilizzare i propri lavoratori sia nel produrre semilavorati destinati all'esportazione, sia nel terminare la lavorazione di prodotti importati destinati al mercato interno. Gli europei non possono sopravvivere col lavoro pubblico e coi servizi. E' bene correre ai ripari, spiegando anche ai campioni del pensiero unico e ai compagnucci new age che il capitalismo è un mostro scemo che divora se stesso >
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Può darsi che il capitalismo sia semplicemente terminato e che non ce ne siamo accorti. Questo, anche politicamente, significherebbe molte cose. Quanto alle nuove leggi che Lei dice, gli stati europei non possono contrattare un bel niente con la Cina o con gli Stati Uniti, per lo stesso motivo per cui la città di Atene a un certo punto non poteva più contrattare coi romani o coi parti: una semplice questione di economia di scala, fra vecchie città-stato e nuovi imperi. Bisogna fare l'Europa, e farla presto. Le scrivo con un computer americano.
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devan68@inwind.it wrote:
< "Cronaca. Roma. Pericolosa organizzazione di ladri di biciclette...". Essendomi state rubate 3 biciclette in un mese, temo di non poter sposare l'ironia con cui viene data questa notizia; contro l'inquinamento dovremmo usare di più la bici, ma le bici vengono facilmente rubate; io ho fatto l'abbonamento ai mezzi, altri nella mia situazione useranno di più la macchina. Magari non per l'ordine pubblico, ma per i nostri polmoni questa mi pare sia davvero una buona notizia >
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Persone. Fra le cose moderne, alcune sono decisamente buone (di solito dove c'entra l'internet e dove non c'entrano i padroni) e fra quelle buone c'è l'Enciclopedia Universale del Pianeta Terra (Wikipedia) fatta da tutti i terrestri che hanno voglia e capacità di scrivere le cose che sanno e diffonderle a tutti. Sentite un po', per esempio:
"1. Biografia. Nasce a Palermo in un quartiere povero: La Kalsa, dove vivono tra gli altri Giovanni Falcone e Tommaso Buscetta. Dopo aver frequentato il liceo classico "Meli"...".
Questo è semplicemente l'inizio della voce "Borsellino" su Wikipedia e l'ha scritta un amico mio che l'anno scorso quando l'ha scritta aveva dodici anni. Io lo conosco perché è figlio di un altro amico mio con cui l'anno scorso parlavamo di molte cose (per lo più di giornali che abbiamo fatto insieme e di quelli che, alla faccia di tutti, avremmo rifatto certamente prima o poi) e con cui ora non posso parlare più perché pochi giorni fa è morto. L'ultima volta che l'ho visto era in una stanza spoglia e l'unico altro oggetto della stanza, oltre la sua bara, era una gran falce-e-martello in bronzo, del tipo che una volta si mettevano all'ingresso di alcune vecchie sezioni del Pci.

E' molto difficile abituarsi al fatto che uno con cui ti capivi perfettamente, uno di cui conoscevi perfettamente - come lui di te - pregi e difetti, uno con cui t'intendevi perfettamente con mezzo sorriso o una parola, non ci sia più attorno. Non lo vedi, non gli telefoni, non puoi neanche mandargli una mail per prenderlo in giro su qualcosa e discutere seriamente su qualcos'altro. Appena abbiamo un giornale dobbiamo fare un servizio sui luoghi di Pasolini. Lo faccio io con una mia amica da ragazzo che ora fa la giornalista. E smettila di pensare sempre alla politica! Perché non scrivi qualcosa sulle discoteche, invece? La testata? Call-center. Hai presente come vivono questi qua che lavorano nei call-center? Ormai la quadricromia costa poco. Sì, ma quanti redattori ci vogliono secondo te? E quanto si spende di carta?

Ecco, non parleremo mai più così con Lello Fratangelo, che era uno di Avvenimenti e, da alcuni anni in qua, uno dei miei migliori amici. Ho due cose precise da ricordare di lui, due cose che lo differenziano da molti altri che pure, teoricamente, erano molto più "a sinistra". La prima, nei primi anni Novanta, quando attorno ad Avvenimenti si sviluppò uno strano movimento-scuola-giornale giovanile, l'Alba. Fratangelo, dei "vecchi", fu l'unico a venire alle riunioni, a farsi vedere ai seminari, a considerare con serietà questa cosa non prevista che si stava sviluppando, ad esserne insomma almeno incuriosito. Qualche anno dopo fu ancora l'unico, nel nostro gruppo dirigente di allora, ad appoggiare la fusione fra Avvenimenti e i Siciliani, a credere nell'avventura del quotidiano in Sicilia e a riorganizzare la sua vita personale in funzione di esso (fra l'altro, allora in Sicilia c'era da rischiare un po' di pelle).

Di questa "strana" disponibilità, di questa curiosità intellettuale e umana, mi sono spiegato le ragioni molti anni dopo, via, via che imparavo a conoscerlo - fra un litigio e l'altro, spesso fra una sconfitta e l'altra, e tutt'e due invecchiando - e che, oltre che come manager professionista, cominciavo a vederlo anche come un compagno. Alla fine ragionavamo in sintonia, spesso inventando fin nei particolari cose che non avevamo i soldi per realizzare subito, o per realizzare bene, e che dopo un paio d'anni puntualmente si presentavano sul mercato: e noi ce le additavamo a vicenda con un sorriso sarcastico, della serie "te l'avevo detto". Non so chi dei due, alla fine, fosse Sancho e chi don Chisciotte.

Bookmark: http://it.wikipedia.org/wiki/Paolo_Borsellino
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Tre frammenti per un amico (da P.P.P.)

< ...Me ne vado, ti lascio nella sera
che, benché triste, così dolce scende
per noi viventi, con la luce cerea

che al quartiere in penombra si rapprende.
E lo sommuove. Lo fa più grande, vuoto,
intorno, e, più lontano, lo riaccende

di una vita smaniosa che del roco
rotolìo dei tram, dei gridi umani,
dialettali, fa un concerto fioco

e assoluto... >

* * *

<...E, sbiadito,
solo ti giunge qualche colpo d'incudine
dalle officine di Testaccio, sopito... >

* * *

< ...Già si accendono i lumi, costellando
Via Zabaglia, Via Franklin, l'intero
Testaccio, disadorno tra il suo grande

lurido monte, i lungoteveri, il nero
fondale, oltre il fiume, che Monteverde
ammassa o sfuma invisibile sul cielo... >

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