Catena di Sanlibero

Catena di Sanlibero n. 243

10 agosto 2004
Riccardo Orioles (GIornalista antimafia)

Mare. Non si sa, ancora una volta, quanti siano gli emigranti morti
nell'ultima - al momento in cui scrivo - "tragedia del mare".
Del mare? Il mare non ha colpa. Anche questi emigranti, come tutti gli
altri che annegati prima di loro, avrebbero potuto arrivare in Italia
tranquillamente, a bordo di un regolare traghetto, pagando normalmente
il biglietto come tutti gli altri. Cosi' erano le nostre leggi d'un
tempo, cosi' eravamo noi. Queste leggi sono state abolite non perche'
ci fosse bisogno di fare barriera contro gente pericolosa - i
delinquenti e i mafiosi arrivano per aereo o in Mercedes, mica hanno
bisogno di andar per mare - ma semplicemente perche' a un certo punto
il popolo italiano, invecchiato, ingrigito e ingrassato, decise
arbitrariamente che bisognava tenere i poveri lontani.
L'Italia, come tutti ormai sanno, non funzionerebbe senza gli
emigranti. Come la Svizzera senza i gasterarbeiter o il Belgio senza i
minatori siciliani. Se essi se ne andassero, noi ci fermeremmo.
Criminalita'? Ma non dipende dagli emigranti: in un paese in cui c'e' -
tollerata dai governi - la massima organizzazione criminale del mondo,
Cosa Nostra, e' ridicolo pensare che il pericolo stia nei nigeriani. Il
terrorismo, infine: ma Bin Laden e' un miliardario anticomunista,
alleato dell'America per la maggior parte della sua vita; e Piazza
Fontana, o l'Italicus e Bologna e le altre stragi, non l'hanno certo
fatta i poveri emigranti africani.
E allora? Gli dei non ci vogliono piu' bene; o forse sono i santi del
paese che ci hanno abbandonato. San Nicola dei naviganti, san Francesco
del lupo, sant'Antonio, santa Lucia - di quand'eravamo emigranti - non
ci proteggono piu'. Lasciano che l'impazzimento nostro vada avanti, che
il popolo distrattamente mostri pollice verso ai disperati. Un ministro
ha detto subito che bisogna rispedirli via "con le buone e con le
cattive", e che questo non e' razzismo ma "legittima difesa
preventiva".
Di fronte a un "ragionamento" del genere non si puo' piu' ragionare. Si
puo' solo pregare, chi ci crede, che tanta inumanita', alla fine, non
ci porti sfortuna.
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Petrolio. Quando cadde la Russia, quindici anni fa, il paese era gia'
infartuato da tempo e il "riformista" Gorbaciov stava tentando di
rianimarlo con mezzi democratici, o perlomeno civili. L'America lo
sgambetto', l'Europa non c'era ancora, e la Russia tiro' le cuoia. Le
spoglie del paese furono divise fra i vecchi boss "comunisti" (che gia'
dal tempo si facevano i fatti loro) e i nuovi "kommerzant" (il primo
giornale "liberal" si chiamava cosi') che non erano altro, in realta',
che i delinquenti comuni piu' svelti nel trasformarsi in mafiosi.
Cosi' fu rifondato lo stato. Eltsin, il primo dittatore postsovietico,
partecipava dell'una e dell'altra figura. Nomenklatura e mafia, sotto
il suo regno, si divisero le ingentissime risorse siberiane; il
monopolio del petrolio fu svenduto per pochi milioni di dollari e
passo' sanguinosamente da una cosca all'altra. Tutto cio' fu chiamato
privatizzazione. L'ultimo precedente risaliva all'alto medioevo, quando
i mongoli invasero Russia e Ucraina, uccisero parte dei nobili, ne
asservirono altri, ne presero per soci d'affari degli altri ancora, e
infine sfruttarono tutti insieme - mongoli, mongolizzati, e ex nobili
ora boiardi - gli sventurati contadini.
Questo e' un ricordo profondo nella tradizione russa, una delle due
spirali del suo Dna. L'altra spirale, che non e' piu' gradevole, e'
quella dello zar-tiranno che improvvisamente "salva la Russia" con
astuzia e ferocia. Ivan il Terribile, Pietro il Grande, Stalin, ora
Putin; in tutta la storia della Russia i capi "democratici" - Pugaciov,
Martov, Troskij, Gorbaciov - durano molto poco e il loro destino
naturale e' di finire o squartati dai cavalli, o ammazzati a picconate
in testa, o se gli va bene esiliati a cantare Kalinka nei cafe'
occidentali.
Tutto questo per dire che non c'e' russo, in questo momento, che non
sappia quale sia esattamente la politica di Putin in questo momento.
Puo' ingannare Berlusconi, puo' ingannare Bush. Ma per Ivan Ivanov,
Putin e' esattamente lo zar che torna ora a salvare il suo popolo:
mozzando teste, uccidendo i nobili, confiscando i castelli e le
proprieta'. Ivan sa benissimo che nulla di tutto cio' andra' a suo
vantaggio: e' stato appena cancellato con un tratto di penna tutto il
welfare ereditato dal "socialismo" e trenta milioni di russi, da un
giorno all'altro, sono stati gettati sotto la soglia di sopravvivenza.
Ma che importa: il mugiko muore ma la Russia - grazie alla spietatezza
dello zar - vivra'. In qualunque altro paese questa sarebbe retorica.
Ma in Russia ("guardala dall'alto - scriveva Majakovski - solcata dai
segni dei fiumi come dalle frustate") forse no. O almeno, nella storia
della Russia c'e' anche questo, e pesa.
* * *
La crisi petrolifera attuale ha due radici, di cui una - l'incapacita'
americana a saccheggiare con efficienza il Medio Oriente - e' legata
alla contingenza e si puo' rimuovere ma l'altra - la decisione dello
zar sovietico di riprendersi le risorse della Russia non tollerando
piu' alcun oppositore - e' invece fisiologica e non si puo' cambiare.
Kerry riuscira' probabilmente a trar petrolio dagli oleodotti irakeni
meglio di Bush (che non ne ha cavato una goccia) ma ne' lui ne' alcun
altro, ne' col bastone ne' con la carota, riuscirano mai piu' a gestire
il petrolio russo. Non perche' Putin sia migliore di Eltsin, ma
perche', storicamente, viene dopo.
L'ultima atrocita' di Saddam Hussein e' consistita cel cercare di farsi
pagare il petrolio in euri e non piu' in dollari. Su questo,
l'amministrazione Bush (che della democrazia in Medio Oriente non
poteva infischiarsene di piu': vedi sauditi, emiri, sultani e
sultanelli vari, tutti fedeli alleati e uno piu' barbarico dell'altro)
non poteva transigere e ha fatto quel che qualunque governo americano,
conservatore o liberal, avrebbe fatto. Solo che l'ha fatto male, con
rozzezza, facendosi beccare a compiere atrocita', sparando
indiscriminatamente sulla folla, trattando i negri da negri e gli altri
bianchi da fighetti, cosa che nel Duemila teoricamente non va piu'
bene. Soprattutto, ha rubacchiato alla meglio, senza grazia ne' stile
(Cheney, Hallyburton, le truffe sulle forniture militari) invece di
rubare in grande e imperialmente.
La prossima amministrazione dovra' cercar di riparare queste cadute di
stile, puntellare il regime (criminale) saudita sempre piu' sputtanato,
trovare il modo di ritirarsi da Bagdad, bloccare l'euro sui mercati del
petrolio dovunque si presenti, e tutto questo senza poter piu' contare
sull'immensa riserva strategica russa che Bush padre e Clinton aveva
comprato, in un certo senso, dai provvisori gestori della Russia. Ci
riuscira'? Speriamo di si', per il bene di tutti. Attualmente gli
americani sono molto incazzati perche' la benzina gli costa piu' di
mille lire al litro, mentre noi siamo lievemente irritati perche' ce ne
costa piu' di duemila. Noi siamo preoccupati per la diminuzione del
Pil. Loro dormono tranquilli con un debito pubblico superiore del loro
Pil non si sa quanto.
Noi tristi, e loro allegri, e da cinquant'anni a questa parte e' cosi':
eppure sono loro quelli che hanno i debiti, che pagano a "poi passo" e
che, fatto il pieno di super, ripartono strombazzando col fuoristrada.
Alla faccia degli arabi, alla faccia dei russi e alla faccia nostra.
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Economia 1. Roma. Lettera del governo ai petrolieri: si appella "alla
sensibilita' delle Vostre compagnie" perche' "facciano uno sforzo" per
non alzare troppo i prezzi, che sono gia' alle stelle.
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Economia 2. A Barcellona P.G. (Messina). E' diffuso da qualche tempo un
nuovo tipo di "pizzo" estorto ai commercianti dalla mafia locale. Il
denaro versato ai mafiosi viene reinvestito da costoro in operazioni
finanziarie (probabilmente di tipo "piramide") da cui i taglieggiati
ricevono, in caso di successo, una quota proporzionale all'importo
versato. Una specie di Bot di Cosa Nostra, insomma.
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Solidarieta'. Dopo traversie di vario genere (diversi reporter
ammazzati nell'esercizio delle loro funzioni) finalmente il governo
d'occupazione irakeno ha deciso la chiusura dell'emittente Al Jazeera a
Bagdad. Non mi sembra, sui giornali, di aver letto espressioni di
solidarieta' dei giornalisti italiani, e delle loro associazioni, a
questi colleghi: forse perche' sono "nemici". Io invece penso che "la
liberta' e' indivisibile", che "non importa per chi suona oggi la
campana" e che "detesto le tue idee ma mi battero' fino all'ultimo
perche' tu possa di esprimerle". Sono tutte frasi di Maometto, per quel
che se ne ricordano i miei colleghi oggi.
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Riad. Avra' luogo a novembre il primo tentativo di introdurre la
democrazia in Arabia Saudita. A titolo sperimentale, infatti, parte dei
consiglieri municipale della capitale non sara' nominata direttamente
dal sovrano ma verra' scelta dai sudditi mediante elezione (i candidati
ovviamente dovranno avere il nullaosta preventivo del governo). Questa
storica svolta, secondo gli osservatori piu' ottimisti, potrebbe far
sperare che nei prossimi decenni il governo saudita riesca a
raggiungere il livello di occidentalizzazione di regimi relativamente
piu' aperti come l'Iraq di Saddam o l'Iran di Khomeini.
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Firenze. La fondazione Antonino caponnetto protesta contro la mancata
sostituzione delle auto blindate guaste in dotazione ai magistrati.
"Significa favorire la mafia".
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Monaco di Baviera. Il comune ha congelato il passaggio a Linux dei
propri uffici amministrativi (14mila computer in rete). Il motivo non
e' tecnico ma "politico": si temono azioni giudiziarie, con vari
pretesti, da parte di Microsoft e conseguenti fastidi per il comune.
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Popoli. Il nove agosto le Nazioni Unite celebrano - ovviamente
nell'indifferenza generale - la Giornata mondiale per i Popoli
indigeni. Sono circa centocinquanta milioni di esseri umani, e buona
parte di loro e' a rischio d'immediata estinzione.
L'associazione Survival ha raccolto alcune delle loro voci. Enmei, dei
Jarawa delle isole Andamane: "Gli stranieri sono persone cattive,
Abusano di noi. La giungla e' meglio. Anche se devo stare fuori per
pochi giorni, vorrei tornare subito dalla mia famiglia, nella foresta".
Un Boscimane del Botswana: "Il nostro modo di vivere e' moderno tanto
quanto il vostro. Non c'e' ragione per cui noi non possiamo indossare
degli abiti e mandare i nostri bambini a scuola pur continuando ad
essere cacciatori-raccoglitori". Un Awa' dell'Amazzonia, di nome To'o:
"I bianchi si avvicinano sempre piu', e noi siamo finiti ai margini.
Siamo costantemente in fuga. Senza la foresta non abbiamo alcuna
possibilita' di sopravvivere e ci estingueremo. Ma lotteremo per la
nostra terra. Non lasceremo che i bianchi ci invadano ancora. Non gli
permetteremo di appropriarsi di tutta la nostra foresta. Vogliamo
crescere i nostri bambini qui."

Bookmark: http://www.survival.it
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Fretta. Alabama. Giustiziato mediante iniezione letale James Hobbard,
settantaquattro anni, gravemente malato di cancro.
Rifiutata dalla Corte suprema la sospensione dell'esecuzione.
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Windows. Council Bluffs, Iowa. Quindicenne colpito da un fulmine mentre
gioca al computer. La scarica ha raggiunto il ragazzo attraverso
l'alimentazione e, senza ferirlo, l'ha scaraventato ad alcuni passi di
distanza. Il pc era equipaggiato con Windows. Se fosse stato Linux, o
almeno Mac, chissa'...
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Linux. San Francisco. Presentato da Hp-Compaq il primo portatile
equipaggiato direttamente con Linux: l'iniziativa e' definita
propedeutica all'installazione di serie anche sui modelli da scrivania
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Contenuti. Chi ha inventato la stampa? Gutenberg, lo sanno tutti. Beh:
Gutenberg veramente e' stato solo uno degli inventori materiali, fra
cui quache migliaio di cinesi che facevano gia' i tipografi qualche
secolo prima. A parte questo, dal mio punto di vista, gli inventori
della stampa sono due: Gutenberg e Lutero.
Gutenberg ci ha messo il salto ingegneristico, la new tecnology. Lutero
ci ha messo il contenuto. Senza la Bibbia di Lutero, col cavolo che
avremmo la stampa, nell'accezione che le diamo da allora. Avremmo avuto
una curiosita' tecnica, di cui sarebbero stati a conoscenza alcuni
specialisti, non il libro in tutte le case. La stampa, insomma, non e'
il torchio e l'inchiostro. E' il torchio e l'inchiostro, piu' il libro.
Quest'ultimo, a sua volta, e' fatto di carta trattata e di contenuti.
Harwdare e software - la vecchia storia.
Nel caso della stampa, ha funzionato.
Nel caso nostro, no. E forse e' il momento di cominciare a chiedersene
il motivo. Che la new economy non sia esattamente la terra promessa che
si diceva, ormai si comincia a capirlo persino sui giornali. Eppure i
computer sono migliaia di volte piu' potenti che dieci anni fa.
L'internet ormai collega (quasi) tutto. Il commercio elettronico,
tecnicamente, funziona. Eppure computer piu' internet piu' e-commerce,
messi insieme, stanno dando un sacco di delusioni. Che cos'e' che non
funziona? Cosa manca?
Risposta: i contenuti. Sul libro puoi mettere il pamphlet politico o il
romanzo moderno, che sono contenuti che prima non c'erano e che nascono
"dopo" il libro. Col cinema puoi fare il film. Con la televisione,
Samarcanda. Ma col computer? Qual e' quel contenuto veramente e
radicalmente nuovo, che dieci anni fa non c'era ed anzi non si poteva
neanche immaginare e che ora invece - "dopo" l'internet - finalmente
c'e'?
Mistero. Quasi tutto quel che si vede sull'internet (e l'internet in
America, per quasi la meta' degli utenti, significa i quattro maggiori
portali) e' roba di prima dell'internet, masticata, colorata e
flashizzata. Ma non riesce a sorprendere nemmeno me, che pure ho visto
Lascia e Raddoppia alle prime puntate: figurarsi un ragazzo. Ha sempre
un retrogusto di ammiccante e forzato, di "traduzione" in internet di
roba nata e pensata altrove.
Quindici anni fa, nello stesso mondo, si vedevano cose (i newsgroups,
Pkunzip, Mosaic e poi Netscape...) che non sarebbero state nemmeno
immaginabili prima della tecnologia. Adesso... beh, lasciamo andare.
Beh, questo sarebbe il versante pessimista, il bicchiere mezzo vuoto.
Che cosa c'e' in quello mezzo pieno? Tutto il pianeta e-mail, direi. Un
bel po' di siti sconosciuti o semisconosciuti, che purtroppo nessun
database collega. Qualche portale (non piu' d'una dozzina in tutto il
mondo, e fra questi nessuno dei primi quattro) che le animazioni cerca
di farle funzionare (utilmente) nella testa di chi si collega e non
(inutilmente) nella home-page. Qualche ragazzo che conosco. Alcune
interconnessioni possibili fra il vecchio computer e strumenti
"leggeri". E l'open-source e Linux, naturalmente.
L'open-source, in tutto questo, e' la precondizione per ripartire.
Pensare di far funzionare - strategicamente - le tecnologie senza
open-source e' come pretendere di sviluppare la stampa senza che
contemporaneamente ci sia un protestantesimo. Tecnicamente, si puo'
anche fare. Ma culturalmente (e dunque praticamente) ha il fiato corto.
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Cronaca. Milano. Assalto di skinheads al centro sociale Conchetta, ai
Navigli. Spranghe, coltelli, inni fascisti e sei feriti di cui uno in
prognosi riservata.
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Cronaca. Lecce. Ventidue teppisti, cui era stato proibito di assistere
per un anno alle partite, sono stati riammessi allo stadio dal Tar dopo
un ricorso degli avvocati. Il provvedimento della questura era stato
emesso dopo una maxi-rissa in un'area di servizio emiliana, dove si
erano casualmente incrociati pullmann carichi di tifosi del Lecce e del
Pescara.
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Cronaca. Fregene (Roma). Carabiniere accoltellato mentre difende alcune
ragazze dalle molestie di due teppisti.
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redrage wrote:
< Mio figlio mi ha chiesto, da quando gli hanno attivato il computer,
di essere iscritto alla Catena di S. Libero. Mi piacerebbe che tu
vedessi come l'ho tirato su bene, ha il mio stesso spirito combattivo.
Alcune volte, tanto tempo fa, sedeva con me dietro il mixer di Radio
Etnea Alternativa (primi anni '80), allora aveva pochissimi anni >
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Linarena wrote:
< Gentile O., su Diaco non ci sono parole per definire i percorsi
necessari per diventare giornalista di successo. Lecchino, cretino,
banale, interessato a tutto e per finire: curioso. Diaco e' tutto
questo e non sorprende che Ferrara e financo Giordano Bruno Guerri gli
abbiano accordato uno spazio sui loro giornali. L'Indipendente
addirittura gli ha garentito una casella di posta quotidiana. Sara'
figlio di una buona donna oppure figlio non riconosciuto di qualche
professore universitario (non sorprenda ma la figlia di Rodota',
modesta e miserella, e' giunta a dirigere una rivistona femminile)
oppure di qualche politico di eccezione. E' incomprensibile il suo
successo anche perche' parla a vanvera ed in maniera sconclusionata. Ma
forse ho colpito nel segno ed ho commesso un errore: ha le qualita' per
essere un vero giornalista >
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sandro@bengodi.org wrote:
< Il 29 luglio e' nato il comitato per il Columbus Day, il giorno della
scoperta dell'America, il 12 ottobre. La giornata verra' celebrata in
tutte le scuole e gli uffici pubblici e ci saranno mostre, dibattiti,
ecc. Quest'anno la manifestazione principale, che si terra' a Genova,
sara' coordinata dal ministro Claudio Scajola. Una festa a Genova
organizzata da Scajola? Fossi in voi mi terrei lontano da piazza
Alimonda e dalla scuola Diaz... Ma non finisce qui: in estate, sotto il
patrocinio dei Beni Culturali, hanno organizzato la "giornata della
musica popolare". Bennato che canta "brigante se more", Daniele Sepe
che canta "tarantella del gargano" e i Modena City Ramblers che cantano
"bella ciao"? No: corteo a Roma, con inno di Mameli e discorso di
Berlusconi... il tutto nella splendida cornice di Piazza Venezia.
Chissa' perche' anche questa mi sembra di averla gia' vista >
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Alessandro Paganini wrote:
< Un altro pezzo di Enel - il 20 per cento - sul mercato per tappare i
buchi di gestione. Giova ricordare l'esperienza dalla liberalizzazione
elettrica in California, che ha portato caos, blackout e aumenti fino
al 300 per cento >
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mimmo lombezzi wrote:
< L'altro giorno pispolo e cado su "Veline" il successo dell'estate.
Teo Mammuccari fa avanzare una sventola di Catania e la sottopone alla
seguente prova: con una bottiglia di gomma le invia uno schizzo di
latte che la candidata deve ingoiare "senza farne cadere neppure una
goccia". Poi , imbrattatata di latte, le fa eseguire il tradizionale
ballonzolo. Il padre, tenendo in braccio il fratellino della ragazza,
"eroga" un sorriso tirato >
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From: "David Loepp" davidrichard.loepp@tin.it
Arouet, by till@mercurioproductions.com , wrote:
< Le streghe hanno smesso di esistere quando abbiamo smesso di
bruciarle >
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Enzo Baldoni, from Bagdad, wrote:
< Finalmente ho un angelo custode. Si chiama Ghareeb, e' palestinese,
e' molto bene introdotto nei posti che contano e di piu' non posso
dire. Come l'ho conosciuto? Un colpo di culo, e che altro? Stasera,
finalmente a cena fuori dal compound del Palestine - Sheraton, che e'
pesantemente controllato dagli americani e dalla neonata polizia
irachena. Ceniamo in un kebab sulla strada, nessuno parla inglese, non
esistono menu' e nemmeno la birra, ma il pollo e' delizioso (si mangia
con le mani, chiaro).
Ghareeb e' ingegnere, e' intelligente e molto colto, come gran parte
dei palestinesi, parla un discreto inglese e conosce bene la storia.
Una compagnia piacevole. E poi e' piu' grosso di me e somiglia
moltissimo a un certo Giodi di cui sono molto amico. Cosa chiedere di
piu' alla vita?
Lontano scoppia una bomba. Poi un'altra. Poi un'altra. Allora
cominciamo a contare.
Booom! - Quattro.
Boom! - Cinque.

Booom! - Sei.
Boom! - Sette.
Questa e' la reazione alla conferenza stampa del primo ministro Allawi,
che oggi non ha dato la minima chance alla resistenza: ha detto che
sono fuorilegge, che saranno cacciati e arrestati.
Boom! - Otto. Mmmm ... As Sadr sta veramente incazzato. Nella Zona
verde partono le sirene. Le suonano adesso, le sirene: a chi e' ferito
non serviranno gran che.
Boom! - Nove.
Passano veloci quattro Humvees dell'esercito USA, saettando un faro
sulla folla. Sembra che scappino. Tutti gli avventori del ristorante si
mettono a ridere e schiamazzano all'indirizzo degli americani.
Boom! - Dieci.
La gente e' tranquilla, continua a mangiare e a ridere. I missili sono
diretti sulla Zona Verde, quartier generale dei sempre piu' odiati
statunitensi.
Boom! - Undici.
Boom! - Dodici.
Dodici bombe nel giro di un'ora. Difficile sottovalutarne il
significato. Fantastici americani. In un anno di arroganza, violenza,
maltrattamenti in carcere, arresti illegali e disordini sono riusciti a
sprecare tutto il capitale di credibilita' che si erano costruiti con
la cacciata di Saddam. Adesso anche chi li aveva festeggiati all'arrivo
non aspetta altro che si tolgano dai coglioni.

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Paolo wrote:

< Via queste vesti, amore! Su, stringiamoci
col tuo corpo ed il mio, nudi, intrecciati
con niente in mezzo: via questa barriera
- la tua camicia - spessa come un muro.
Petto su petto, labbra sulle labbra
e poi silenzio, niente piu' parole. >

* * *

Dioniso wrote:

< S'io fossi vento e tu nell'aria aperta,
nuda, alla mia carezza ti donassi

S'io fossi un fiore, rosso, e tu volessi
prendermi in mano e stringermi al tuo petto >

* * *

Asclepiade wrote:

< Vergine? E per che scopo? Vuoi trovare
uno che t'ami giu', la' a casa d'Ade?
Solo fra i vivi, qui, vive il piacere,
ragazza mia: poi, cenere e niente. >

* * *

Meleagro wrote:

< Eros giocava a dadi con Afrodite
stanotte. E la' s'e' giocato il mio cuore. >

* * *

< Vento del Sud, buon vento, vento dei marinai,
ti sei preso il mio Andragato, meta' del cuore mio.
Felice la sua nave e piu' felice il mare,
felicissimo il vento che gli gonfia la vela.
Oh se fossi un delfino! Lo trarrei svelto in groppa
lo porterei nell'isola dei bei ragazzi, a Rodi. >

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