Catena di Sanlibero

Catena di SanLibero n. 261

14 dicembre 2004
Riccardo Orioles (giornalista antimafia)

Origine di Berlusconi. Avevamo segnalato, la settimana scorsa, il caso
di due giovani giornalisti siciliani - Marco Benanti e Carlo Ruta - a
cui viene impedito di lavorare a causa della scomodita', per i poteri
del luogo, delle loro inchieste. Nell'ultima settimana la situazione
s'e' aggravata, nel senso che il sito di Ruta
(http://www.accadeinsicilia.net), che si minacciava di chiudere, e'
stato chiuso di fatto. Le sue inchieste vertevano principalmente su
banche locali. Quanto a Benanti, e' sempre impossibilitato a lavorare.
* * *
Mediaset, Vespa, Rai, Emilio Fede e compagnia (per non parlare dei
"giornali" siciliani) sono esplicitamente schierati col potere, ne sono
una componente non laterale ed e' dunque ovvio - persino "giusto" - che
non abbiano segnalato questo caso. Ma c'e' un'opposizione. Al suo
interno, ci sono giornali (dai moderati ai radicali: Repubblica,
Unita', Liberazione, Manifesto, ecc.) e giornalisti di indubbio
prestigio e valore. Vi sono anche soggetti minori, piu' "guerriglieri",
specificatamente dediti - specie sull'internet - alla difesa della
liberta' d'opinione: Articolo 21, MegaChip, il Barbiere della Sera.
Infine, c'e' il sindacato. Quest'ultimo, fondato proprio per tutelare
il giornalismo e i giornalisti, ha anch'esso un suo sito web, oltre che
i suoi autorevoli esponenti: che non mancano, com'e' loro dovere, di
esternare assai spesso le loro denunce contro questo o quell'attacco
alla liberta'.
* * *
Curiosamente, di tutti questi soggetti - ciascuno dei quali ha
istituzionalmente a cuore Benanti e Ruta, in quanto giornalisti
censurati - uno soltanto ha ripreso la nostra denuncia, e precisamente
il Barbiere della Sera. Tutti gli altri l'hanno ignorata. Una
spiegazione potrebbe essere che abbiano valutato e considerato
insufficienti i dati da me - vecchio giornalista - forniti, e dunque
giudicato inventato il mio argomento. In tal caso, giustizia avrebbe
voluto che denunciassero me, preteso antimafioso e democratico che
pero', per oscuri motivi, s'inventa censure e martiri inesistenti. Ma
non l'hanno fatto.
Un'altra spiegazione potrebbe essere che Giulietti e Serventi Longhi,
Chiesa e Colombo siano tutti in realta' dei biechi servi del padrone,
il quale ha ingiunto loro il silenzio, certo d'esserne obbedito. Ma
tutti questi colleghi, in realta', hanno una storia che rende ridicolo
anche solo pensare che siano meno che onesti. E allora?
La spiegazione, purtroppo, e' la peggiore di tutte: non se ne sono
accorti. Si sta accuratamente procedendo - non per la prima volta -
alla distruzione del giornalismo libero al sud. Lo si sta facendo in un
momento particolare e preciso, rispetto sia agli equilibri economici
che alle ristrutturazioni mafio-politiche in tutto il sud. I movimenti
ulteriori, che equivalgono per radicalita' e pesantezza a quelli degli
anni Ottanta, hanno infatti bisogno di una invisibilita' totale, non
rotta neanche da osservatori esili e minori.
Percio', non piu' lavoro ai fianchi ma carri armati.
Ma mentre i carri armati del silenzio mafioso si schierano, generali e
ufficiali "non se ne accorgono", sono altrove. Le sentinelle, impavide
in prima linea nel buio, sparano i loro colpi, lanciano gli allarmi. Ma
i generali hanno altro da fare. E il nemico avanza.
* * *
A questo punto, e solo a questo punto, possiamo parlare di Berlusconi.
Lo giudico un regime, analogo al primo "morbido" fascismo, negatore
delle liberta' civili. Io, a differenza di altri, non ho atteso di
esserne personalmente danneggiato per segnalarlo. Dico pero' che
Berlusconi viene da molto lontano, che l'occupazione di tutti i media -
cardine del potere - ha avuto un suo preciso prodromo venticinque anni
fa in Sicilia (donde non a caso proviene il teorico del berlusconismo,
Dell'Utri) e che chi lo denuncio' a suo tempo rimase solo. Io ho ancora
le lettere, inviate a giornali e gruppi democratici di allora, con
l'elenco e i dettagli di quel primo silenziamento: molte le lettere, ma
pochissime (e per lo piu' evasive) le risposte. Un quarto di secolo, si
vorrebbe pensare, dovrebbe pur avere insegnato qualcosa.
* * *
Di tutte le reazioni alla doppia sentenza Berlusconi-Dell'Utri
(entrambe pressocche' equivalenti, a mio parere) la sola commendevole
appare quella dello stesso Dell'Utri. "Monnezza!" ha gridato
spavaldamente, da buon mafioso. Chapeau. Tutti gli altri, confusi.
Alcuni, come Anna Finocchiaro dei Ds (e' il responsabile della
giustizia di quello sventurato partito: figuriamoci quello
dell'ingiustizia) si compiace dell'"assoluzione" di Berlusconi come di
una buona notizia. Altri esultano addirittura, come quel deputato della
Margherita di cui non faremo il nome acciocche' tutti i margheritisti
possano a vicenda attribuirsene la gloria. Altri, la maggior parte,
commenticchiano, battuteggiano, fan sfoggio d'ironia.
Come, sotto al fascismo primo, le barzellette "antifasciste" servivano
a riportar nel bonario le peggiori angherie del regime, cosi' le
boutades e le fini distinzioni di costoro. Quanto a noi, mai come in
questi giorni abbiamo amato l'"Elogio della ghigliottina" di quel
ragazzo del '23. Essere puniti per quel che scriviamo, patire poverta'
e emarginazione, pagare insomma i costi di una partita vera: tutto cio'
ci sta bene, a noi - come a Gobetti - innanzitutto giova la chiarezza.
* * *
"Stamani aprendo l'e-mail ho trovato un appello drammatico della
Information Society of Ucraine. Quegli appelli di colleghi che
denunciano il bavaglio e la fredda lama della censura...". Giusto. Ma:
e Benanti? E Ruta? Troppo piccoli per accorgervene, troppo vicini?
Davvero avete bisogno di questa modestissima "Catena" per leggere la
parola "bavaglio?". E, quando non ci saremo piu' noi, come farete?
* * *
"Basta: cosi' tu fai il gioco di Berlusconi! Hai ragione, ma zitto: non
bisogna confondere la gente!". Con me, questo ricatto puo' funzionare:
io sono un vecchio compagno, ho terrore ogni volta di "fare il gioco",
di "danneggiare la sinistra", ecc. Chissa', forse la prossima volta me
ne staro' zitto. Ma i giovani? Essi non hanno memorie da difendere, non
provano alcun rispetto per voi se non quello che vi sapete conquistare,
a memoria zero, ogni giorno. Non votano per voi, difatti. Ai miei
tempi, si': il voto dei diciottenni era tipicamente un voto di
sinistra. Adesso e' un voto "libero", continuamente oscillante fra
regime e democrazia. Come mai? Di chi e' la colpa? Cosa intendete fare
per rimuoverla?
* * *
"La liberta' e' indivisibile". Si difende in Sicilia come a Teulada,
nel povero cronista di paese come nel grande opinionista d'opposizione.
Amici di Repubblica, dell'Unita', di Liberazione, di Articolo 21, di
MegaChip, del Manifesto: la liberta' e' indivisibile. Vi insegno
questo. La liberta' e' una. E anche per questa lezione, naturalmente,
c'e' un prezzo da pagare, lo so.
Ma e' cosi' bella, cosi' irresistibile, cosi' sexy. La liberta'.
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Natale di massima sicurezza. Certe maestrine di una certa scuola di un
certo paesino del comasco hanno pensato che quest'anno, per non
soprusare i bambini non-cristiani, a scuola forse e' meglio lasciare
perdere il presepe. Apriti cielo! Tutti i leghisti, i buttiglisti, i
rambisti e i collitorti d'Italia sono insorti come un sol uomo, anzi un
sol caporale: non sia mai! Giu' le mani! Viva il presepio e a morte i
mussulmani! Questi ultimi, interpellati, per la verita' hanno detto che
se e' per loro di presepi a scuola se ne possono fare quanti se ne
vuole. Ma la cosa e' andata persa nel frastuono generale. Alla fine, la
notizia dell'assalto islamico al presepe e' arrivato fino in Vaticano
dove il cardinale di turno, il vecchissimo Ruini, s'e' fiondato alla
Rai, ha ordinato un microfono e ha cominciato a fatware: "Italianiii!
All-larmiii! Il presepe non si tocca!".
Va bene: il presepio quest'anno, come molte altre cose, sara' blindato.
Attorno alla grotta, filo spinato (come nella Betlemme vera). Piu' in
la', a ogni buon conto, carri armati. Fra i pastori, sparsi con
discrezione, agenti armati. Vietato avvicinarsi a piu' di cinquanta
metri dalla mangiatoia (dove il bue e l'asinello, per sicurezza, sono
stati sostituiti da Ferrara e Buttiglione). Niente Madonna, che e' una
ragazza-madre e potrebbe scandalizzare qualcuno. Niente Giuseppe, che
fa il falegname ed e' notoriamente communista. Angeli niente, troppo
carini (magari qualcuno e' gay). Il Bambinello per stavolta lo
lasciamo, il tempo di nascere e poi via subito a Ponte Galeria (e'
palestinese). I doni li porta Erode. In un angolo, nel ruscello di
carta stagnola, un paio di emigranti che annegano nel tentativo
(illegale) di entrare clandestinamente nel Natale.
Pace in terra agli uomini di buona volonta'. E botte in testa a tutti
gli altri.
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Italia-Cina. In Cina le condanne a morte (che sono moltissime) vengono
eseguite con un colpo di rivoltella alla nuca. Questo sia per non
rinnegare del tutto le origini rivoluzionarie del regime che per un
sano senso di economia (le pallottole vengono rimborsate poi dalle
famiglie dei condannati). Calcolando un'esecuzione al mese a provincia
(e ci andiamo stretti) son piu' di trenta esecuzioni al mese. Magari
qualche provincia povera, per economia, ha la pistola in comune coi
vicini; ma in generale, poiche' la Cina e' un paese ordinato, bisogna
pensare che ogni provincia abbia la sua pistola esecuzionaria, e le
piu' ricche anche piu' di una. Diciamo una cinquantina in tutto,
ciascuna delle quali ogni anno spara non meno di dodici colpi, e cioe'
un buon paio di caricatori.
Presidente: ma tutte queste attrezzature, caricatori inclusi, non li
potrebbe fornire la Beretta? Made in Italy, occupazione, prestigio
dell'Italia nel mondo. In fondo, abbiamo gia' rifornito la polizia
americana. La prossima volta, pensiamoci. Vedra' che l'Europa approva.
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Nel mondo ogni anno muoiono cinque milioni di bambini, di fame. Meno
male che la maggior parte di loro lo fa in silenzio e senza protestare.
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Occupanti. Ricchi camorristi continuano ad ammazzare - per lo piu' -
poveri innocenti. Fra i poveri, tuttavia, non sono innocenti tutti. Non
lo sono, ad esempio, le donne che si mobilitano (coi figli) per
difendere i loro padroni o la folla che - sempre difendendo i padroni -
impedisce ai poliziotti di intervenire mentre la vittima agonizza sul
marciapiede.
E' deplorevole, ed e' di destra, che nessuna di quelle donne sia stata
ancora arrestata. La poverta' (quando c'e' davvero) in questi casi non
e' un'attenuante, ma un'aggravante. Chi difende i potenziali assassini
dei propri figli va punito il doppio. Se la sinistra fosse al governo,
secondo me in alcuni punti di Napoli dovrebbero esserci pattuglie di
soldati e, bene in vista, carri armati. Non per occupare la citta', ma
per liberarla. Democrazia e' anche sparare ai fascisti, quando occorre.
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Porta a Porta. Il Salon Kitty del Duemila.
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Moda. Dice che torna di moda la moda militare: ufficiale e gentiluomo.
Deja-vu: ogni ventina d'anni il vestirsi dei giovani cambia di segno,
dall'efebico al coatto e viceversa (e i colori: stiamo uscendo appena
ora dal nero di massa). Da tempo immemorabile si va avanti cosi',
signora mia: parrucche settecentesche e barbazze giacobine, John Wayne
dopo Rodolfo Valentino e David Bowie dopo Mario Capanna. Niente di
nuovo. La cosa preoccupante e' che l'ufficiale und gentiluomo di cui
sopra ha pochissimo di regio esercito e molto di masnada cosacca.
Militarmente parlando, dopo il modello Rambo (successivamente
concretizzato in Bosnia) adesso siamo al modello barone von Ungern e
dintorni: dove lo metteranno in pratica, stavolta?
A parte questo, da un po' di tempo - diciamo, da un paio di guerre
mondiali in qua - la moda militare porta sfiga, anche quando e' davvero
bella. Il trench, tanto per dirne una, aveva i due anelli sul davanti
perche', nell'Ur-trench originale, servivano per appenderci le bombe a
mano (e difatti era nato come impermeabile da trincea). Cosi', la
malinconia di Humphrey Bogart davanti al trimotore che si sta portando
via la Bergman non e' il solito spleen dell'innamorato deluso ma il
cafard di colui che dentro una qualche trincea, prima o poi, ci dovra'
tornare.
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Spot. Cuntrastamu viene alla luce, nel senso che dallo scantinato (a
Trastevere) dov'era prima si trasferisce in un bellissimo stanzone in
piena luce, sempre nello stesso palazzo, in via Bargoni 5. Insieme a
Cuntrastamu (che si occupa di antimafia) Il locale e' occupato da un
collettivo di archeologhe, da un gruppo di fotografi e da artisti vari.
Tutti insieme si chiamano il B5, che vorrebbe dire "Bargoni 5". Auguri.

Bookmark: http://www.cuntrastamu.org http://www.bargoni5.it
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Spot. S'e' tenuto a Giarre (Ct) ilworkshop dell'Arci su tv di strada e
nuovi strumenti comunicativi.

Info: lipari@arci.it
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Cronaca. Genova. Ambulante senegalese derubato da anziano pensionato.
L'uomo, sorpreso mentre rovistava fra i borsoni nell'auto
dell'immigrato, aveva tentato di derubare un secondo ambulante poche
ore prima.
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Cronaca. Roma. Scolaresca in gita ritrova la pensione appena riscossa
da un'anziana pensionata presso un vicino ufficio postale. L'involto
col denaro era scivolato dalla borsetta che la donna aveva aperto per
rispondere al cellulare. I bambini, rinvenutolo, l'hanno portato dai
carabinieri che hanno provveduto alla restituzione.
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Cronaca. Milano. Vietate le magliette di Che Guevara alla Fiera.
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E' morta la mamma di Peppino Impastato - Felicia Bertolotti Impastato -
ed e' molto difficilile, stasera, scrivere su qualsiasi cosa che non
sia questa. Quanto tempo e' passato.
E' morta molto vecchia, serena (per quanto possa essere serena una
madre che ha perso un figlio), e soprattutto avendo avuto giustizia,
avendo visto gli assassini in galera e il nome di Peppino gridato dai
giovani nelle piazze con allegria e con forza, come simbolo di
liberta'.
Non doveva andare cosi'. Quando e' morto Peppino, una giornata
tristissima di un anno buio, per la tv e i giornali lui era "il
rivoluzionario estremista ucciso dalla sua stessa bomba". La mafia "non
esisteva". Don Tano Badalamenti, un rispettabile imprenditore. E
Andreotti, che con questa gente s'incontrava, il politico piu'
importante del paese. Non e' andata cosi' perche' i compagni - pochi,
isolati, deboli, ma decisi - non l'hanno lasciato fare. Non lasciatevi
ingannare dai film: c'erano pochissime persone, al primo corteo per
Peppino. La consapevolezza dei molti e' venuta dopo. Eppure non abbiamo
mollato, non ci siamo arresi. Abbiamo vinto, alla fine.
"Abbiamo", chi? Penso ai pochi "famosi" (e dimenticati) come Umberto
Santino o il giudice Chinnici. Ma penso soprattutto ai militanti di
base, ai "compagni". Non abbiamo tradito tutti, noi del Sessantotto.
C'era un ragazzo della mia eta', o forse piu', al corteo per ricordare
Peppino (e contrastare la mafia) a Cinisi, quest'anno. Ci siamo
guardati. Magri, sdentati, certo non molto in forma. Lui aveva una
maglietta bianca col logo a pugno "Lotta continua". "Ma tu non eri
della sezione di Palermo?". "Gia'. E tu... C'eri ai tempi di Rostagno,
vero?". Il corteo dei ragazzi serpeggiava festoso, coloratissimo di
bandiere iridate e di rosso, per le vie del paese. E noi camminavamo in
silenzio, un po' a fatica.
Poche settimane fa, il fratello di Peppino Impastato ha dovuto pagare
cinquemila euri a un avvocato dei mafiosi, per avergli dato
dell'imbecille. La lotta alla mafia non si fa piu' da tempo (non,
almeno, per quanto riguarda lo Stato). Di Lotta continua ormai si sente
parlare solo quando qualche mascalzone fa "Io, che pure da giovane ero
di sinistra...". Va bene. I punti si contano all'ultimo, abbiamo
memoria lunga e spalle buone. Vediamo chi la vince, alla fine. Per ora,
e' bello essere rimasti cosi', non essere diventati un Rossella o un
Liguori o un Ferrara. Noi, la generazione di Peppino.
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Alessandro wrote:
< Sulle riviste specializzate Microsoft sta facendo una campagna
pubblicitaria, con inserzioni a tutta pagina, citando uno studio che
stima i costi di gestione del sistema operativo Linux fino a 4 volte
superiori a quelli di Windows. La piu' grande e ricca azienda mondiale
che spende ingenti risorse per denigrare un sistema operativo nato da
un progetto cooperativo, sistema che ad oggi fa funzionare oltre la
meta' di tutti i server su internet. Rispondete voi, io non ho tempo.
Devo aggiornare gli antivirus, fare l'inventario delle licenze, trovare
i soldi per l'upgrade consigliato, applicare le patch di protezione
sull'ultimo baco di explorer, riavviare il server di accesso remoto,
riprlnx\$&( ..(&)() o';ç;çL; () .,2°§°°°°°°°°°° çç°o'@@@@@ @@ @@@k p
%&()IO(? 89 /) (/=)°çL°ç°:°asdkjgh
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Luca wrote:
< Sai che penso davvero che questo mondo sia inutile? oggi hanno
assolto Mister B.e il solo pensiero mi fa' venire il vomito, ma
possibile che non ci sia + nessuno che abbia voglia di lottare per una
causa giusta? Possibile che restiamo tutti, ma proprio tutti, a
guardare mentre ci rubano il mangiare dal piatto? Cazzo di un dio
buono, ma se uno entra dove sto mangiando e mi frega una fetta di
pizza, io cosa faccio, lo guardo, sorrrido e magari lo voto, tanto alla
fin fine e' solo un simpatico rimbambito che vuole vendermi una
polizza? oppure lo prendo e lo ribalto con tanto di amici, stallieri e
conoscenti vari? Mi sembrano tutti rincoglioniti, specie i giovani di
adesso, con nessuna voglia di pensare, che sarebbe il minimo del
buonsenso, ma con solo una gran volia di farsi le lampade e i cannoni
senza che questo disturbi minimamente la loro atrofizzata
ex-coscienza... Io emigro, voi tenetevi pure stretto questo paese di
infamoni, piduisti, ruffiani, mafiosetti da due soldi, tutta quella
razza grama che vi siete meritati per non aver agito quando era ora di
agire, molto ma moooooooolto tempo fa... Mo' sono tutti 'azzacci
vostri, fate cosa 'azzo vi patre, ma poi non mi venite a dire che voi
no, non lo sapevate, voi no, non c'eravate, voi... c'eravate eccome, e
se non vi siete ancora svegliati, la colpa di sicuro non e' la mia... >
* * *
Ehi, che discorsi sono questi? Qua non emigra nessuno. Mica la partita
e' finita. Anzi, a pensarci bene, sta cominciando ora. Dai!
________________________________________
Red wrote:
< Dal battage pubblicitario che Ciancio ha armato in favore del dott.
Scapagnini non si capisce bene chi egli favorira' alle prossime
elezioni del comune di Catania. Non so chi dei due, o l'immarcescibile
Bianco o il geriatra, la spuntera'. E' certo che l'attuale sindaco sta
cercando di alzare il prezzo in cambio di sondaggi prima e consenso
nelle elezioni dopo, dato che in questo momento c'e' in ballo la stessa
sopravvivenza dell'editoria catanese: Ciancio non ha potuto trasferire
tutto il proprio impianto editoriale alla zona industriale (ex Itin di
Rendo), perche' aspetta dal comune e dalla provincia importanti segnali
di risoluzione dei problemi legati a finanziamenti che gli diano la
possibilita' di iniziare al meglio il trasferimento delle macchine e
del personale intero, cosa che durante il saluto di fine anno dello
scorso dicembre aveva enfatizzato come cosa gia' fatta. Gia' ha perso
abbastanza la faccia, l'operazione, corredata da colpi di servizi
speciali sia su carta stampata che in tv, si sarebbe dovuta concludere
entro la fine del corrente anno, ma sembra che dal palazzo chi doveva
occuparsene vuole prima la rielezione e poi si vedra' >
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Jacopo Fiorentino wrote:
Nei prossimi giorni sui 18.000 cassonetti della nettezza urbana di
Firenze verranno attaccati degli adesivi che riproducono un simbolo di
pericolo e la figura stilizzata di un uomo nell'atto di entrare nel
cassonetto. Questo per evitare che qualcuno che dorme li dentro rischi
di morire nei camion della raccolta.
Dunque la societa' si scarica di un'altro peso sulla coscienza e il
popolo della strada ringrazia. Un domani quando qualcuno che cercava di
ripararsi dal freddo morira' schiacciato dagli ingranaggi dei camion
comunali si potra' dire che il pericolo era stato segnalato, e che non
e' colpa di nessuno. Invece di fornire posti letto, invece di offrire
soluzioni reali, le istituzioni scelgono soluzioni che tali non sono.
A noi di Piazza Grande non resta che annotare che un altro limite e'
stato varcato. Gli esclusi non vengono piu' cacciati solamente dai
luoghi della "gente per bene". Da oggi chi vuole puo' continuare a
dormire negli "amati" cassonetti. Se poi ci rimane secco e' colpa sua.
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AntonellaConsoli wrote:

Il grande Ferdinando

< Il Grande Ferdinando
un giorno perse un guanto
e come tutti i re
giro' per tutto il mondo.

Ando' in Indonesia
ma vi trovo' una fresia
ando' in Lituania
e vi torvo' una rana.

Ando' a Baltimora
e vi trovo' una mora
dovunque egli andava
qualcosa lui trovava.

Ma del suo fiero guanto
la traccia era nel vento.
Cerco' in lungo e in largo
con tanto portamento
ma infine si fermo'
per grande sfinimento.

Rimpianse tutto il tempo
che aveva dato al guanto
e poco aveva visto
di tutto il vasto mondo >

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