Nonviolenza in agricoltura

Un futuro biologico per tutti

L'agricoltura industriale è giunta ormai al capolinea. Il tempo è maturo perché si affermi l'alternativa biologica.
Matteo Della Torre (Coordinatore Casa per la nonviolenza)

In un'epoca di scandali alimentari e di mucche "rottamate" la scoperta dell'agricoltura biologica - l'avvenire dell'agricoltura mondiale - rappresenta l'armonica coesistenza, la contemporaneità riconciliata delle conoscenze e dei metodi tradizionali dei contadini (incentrati sull'autosufficienza e sulla genuinità dei processi produttivi) con le più moderne e sofisticate acquisizioni della scienza applicata all'agricoltura.
Chi scrive crede che la riforma nonviolenta della società debba partire dall'agricoltura, il lavoro più diffuso sul pianeta, settore primario del vivere sociale.
L'agricoltura facile, di quantità, con i suoi frutti perfetti esteriormente, ma di pessima qualità, sempre più plastificati e contaminati dai residui di pesticidi, è giunta al capolinea.
E' arrivato il momento, per l'agricoltura e l'intera società, di introdurre tra le proprie regole fondanti il senso del limite. La campagna non è una fabbrica che produce cibi finti, ma un sistema complesso con le sue leggi da rispettare. La quantità e la qualità sono obiettivi antitetici. Il settore agricolo è davanti ad un bivio. Il tempo è maturo per operare una scelta.
Il compito che abbiamo di fronte per promuovere un processo di riforma dell'agricoltura industriale e orientare l'intero settore alla ricerca dell'alta qualità e dell'etica è di ordine culturale ed educativo. I primi ad essere educati al cambiamento degli stili alimentari e all'acquisto responsabile dovranno essere i consumatori. Non si può più comprare il cibo solo con gli occhi, guardandone esclusivamente l'aspetto esteriore, ma occorrerà tener conto soprattutto della qualità intrinseca. Il fulcro di un'educazione al consumo sarà creare una nuova coscienza che, attraverso l'acquisto consapevole, possa contribuire a migliorare notevolmente delle problematiche che sembrano di difficile soluzione.
In questa direzione muovono alcune esperienze educative pregevoli, come l'educazione alimentare nelle scuole, l'educazione al gusto del movimento dello Slow Food contro la "malalimentazione" e "McDonaldizzazione" del cibo sul pianeta, i progetti di visite periodiche alle Fattorie Didattiche Biologiche, gli Orti Biologici nei cortili delle scuole e le esperienze scolastiche di compostaggio dei residui organici.
Si dovrà operare contemporaneamente una puntuale educazione del mondo agricolo. I polli alla diossina, la mucca pazza, il ricorso massiccio ai pesticidi, le carni agli ormoni e le recenti resistenze degli umani agli antibiotici, usati indiscriminatamente in zootecnia, sono la conseguenza di un'agricoltura impazzita che viola a grappoli i precetti naturali e che ha smarrito la via della saggezza.
Il punto di partenza per l'auspicata scoperta dell'agricoltura biologica è nel recupero della fierezza di essere contadini, che trae motivazione dalla missione che Dio stesso affida all'uomo rendendolo "giardiniere del creato". Gli agricoltori hanno un estremo bisogno di conoscenza, di riscoprire le radici da cui provengono, di risollevare il proprio ruolo così bistrattato dalla società (poco considerato e mal retribuito) alla dignità insostituibile di fornire nutrimento alla popolazione mondiale.
Se il contadino è screditato dall'opinione pubblica e poco considerato dalla società è perchè quest'ultima ha in scarsa considerazione il cibo che mangia, trasformato dall'agri-industria in una merce qualsiasi a basso costo, soggetta come le altre alle regole degli scambi imposti dalle leggi di mercato. La strada maestra perchè il lavoro del contadino acquisti maggiore credito sociale è proprio nella produzione di alimenti di qualità.
Una condizione irrinunciabile affinché l'agricoltura si incammini proficuamente sui sentieri del metodo biologico è la necessità di risvegliare coscienza e senso critico, di colmare il drammatico deficit di conoscenza e sensibilità ambientale degli operatori del settore primario. La mancanza di competenze adeguate è il primo tra i mali che affliggono un'agricoltura plagiata dalle multinazionali della chimica. E' preoccupante continuare a sentire ancora oggi contadini che entrano a cuor leggero nelle farmagricole per acquistare la dose ordinaria di pesticida e chiedono: "Cosa devo mettere?". E il venditore di risposta: "Metti questo!".
Di segno opposto agli usi agricoli dissennati e, talvolta, finanche criminali, è l'agricoltura biologica che esprime un'altra concezione della prassi agricola, che parte dal recupero della saggezza contadina e dalla riscoperta delle scelte etiche. Ernst Schumacher a tal proposito scriveva: "Il giusto uso della terra propone non tanto un tema tecnico o economico, quanto principalmente metafisico".
Il passaggio dal metodo "semplificato" dell'agricoltura convenzionale a quello complesso e "rotondo" dell'agricoltura biologica e biodinamica richiede la creazione di un agricoltore capace, con una notevole qualificazione tecnico-agronomica multisettoriale, per gestire con rigore e professionalità il complesso agroecosistema biologico ed utilizzare le appropriate tecniche alternative ecocompatibili.
Sebbene la Puglia sia la terza regione italiana per superficie agraria biologica - con 6.470 aziende agricole bio e 130.083 ettari coltivati, nel paese dove vivo (San Ferdinando di Puglia) si vive tristemente in una fase pre-pionieristica. Insomma, non si ancora partiti! Non ci sono aziende agricole biologiche certificate e il consumo di prodotti biologici è prossimo allo zero.
Pertanto, la Casa per la nonviolenza nell'ambito della manifestazione cittadina sull'agricoltura biologica dal tema: "agricoltura biologica: un'altra agricoltura è possibile, ha avviato la distribuzione di un breve VADEMECUM sull'agricoltura bio, per incontrare la richiesta degli contadini e dei consumatori che vogliono capirne di più.
Si è voluto fugare, anzitutto, il luogo comune, diffuso tra gli agricoltori, che agricoltura biologica significhi non fare niente e non intervenire assolutamente, per non interferire con gli equilibri naturali. Ciò è falso. Al contrario, in agricoltura biologica sono necessarie un'attenzione assidua, una cura ed una competenza di gran lunga maggiori che quelle semplicistiche richieste dall'agro-chimica.
Per questo la guida costituisce un utile strumento di lavoro per l'aggiornamento tecnico degli agricoltori in merito a concimi ed antiparassitari ammessi in agricoltura biologica ed alle procedure burocratiche di certificazione, per stimolare gli operatori del settore alla conversione delle aziende agricole al metodo biologico.
La speranza è che al termine di questa tre giorni di riflessione si comprenda che l'agricoltura biologica non è una moda passeggera, ma una scelta consapevole, stabile e duratura, un'alternativa credibile, razionale e lungimirante che è ormai divenuta un punto di riferimento per tutto il mondo agricolo e ci dice che un'altra agricoltura possibile.
Auguro ai cittadini italiani un "futuro biologico per tutti".

Matteo Della Torre
sarvodaya@libero.it

Note: Note sull'autore: http://db.peacelink.org/tools/author.php?l=sarvodaya
Note sulla Casa per la nonviolenza: http://db.peacelink.org/associaz/scheda.php?id=1155

Per approfondire:

- CRISI AGRICOLA – Diagnosi prognosi e terapia (video inchiesta)
http://www.uomoplanetario.org/wordpress/2010/03/crisi-agricola-diagnosi-prognosi-e-terapia-video-inchiesta

- Agricoltura biologica e nuova ecologia
http://www.uomoplanetario.org/wordpress/2010/03/agricoltura-biologica-e-nuova-ecologia

- Francia: è boom per l’agricoltura biologica
http://www.uomoplanetario.org/wordpress/2010/05/francia-e-boom-per-lagricoltura-biologica

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