Nota del C.N. di Pax Christi Italia

Nucleare Civile

Genesi 2,15 “ Dio, il Signore, prese l'uomo e lo mise nel giardino di Eden per coltivare la terra e custodirla.”

energia pulita vs nucleare civile
Assistiamo a distanza di vari decenni alla ripresa nel nostro paese di un vecchio dibattito che sembrava risolto: quello del Nucleare a scopo civile.
Il tema ritorna alla ribalta, anche per la volontà di questo governo di riprendere la produzione dell’energia nucleare senza considerarne i costi e la sostenibilità da un punto di vista umano etico e ambientale.
E’ proprio in termini di custodia, citando il versetto della Genesi, che come cristiani valutiamo molto negativamente la riconsiderazione della produzione dell’energia per la via nucleare.
Ci sono oggi più ragioni di ieri (cfr. referendum del 1987) nell’affermare che questa scelta non solo è sbagliata evangelicamente ma anche inadeguata sotto il profilo scientifico e anacronistica sotto il profilo storico.

Per punti possiamo affermare che:

• È totalmente errato pensare di ipotecare il futuro di altre generazioni per soddisfare il bisogno attuale, senza considerare a priori i costi umani e ambientali di tale scelta;
• Anche i costi economici ci dimostrano che tale scelta è “folle” poiché oltre al costo della materia prima (l’Italia non possiede Uranio) esiste quello delle scorie, vero problema irrisolto da tutti paesi produttori;
• Recenti studi, affermano che paesi che decenni fa avevano scelto la “via nucleare” per la produzione dell’energia sono ormai in via di dismissione (Germania, Svezia e Spagna) o notevole riduzione (Francia, Belgio, Olanda) per invece investire massicciamente sulle fonti cosiddette rinnovabili.

Perché, di fronte al problema dell’energia, non si sperimenta la strada delle alternative possibili, già utilizzate in altri paesi europei? Perché non si apre un grande dibattito su un tema così cruciale del nostro futuro? Forse perché non siamo disposti a modificare, a rivedere, il nostro (o imposto) stile di vita e a ridurre i nostri consumi?
Come in ogni problema, invece, l’alternativa esiste. Il suo primo grande nome è risparmio energetico per un uso meno irrazionale di una risorsa esauribile. Forse si può puntare di più sulle fonti rinnovabili e sul decentramento: l’energia può, deve, essere gestita dalle comunità locali, dai comuni, dalle realtà provinciali o regionali. Solo decentrando le varie fonti di energia si realizza una maggiore “democrazia” nella produzione e una maggiore ottimizzazione nelle distribuzione. Perché in Italia si investe meno (in rapporto pro-capite) in energia solare della Svezia o della Danimarca?

Un pericolo estremamente grave e inevitabile è quello delle scorie, le quali possono mantenere alti gradi di radioattivitá per decine e anche centinaia di migliaia di anni e devono quindi rimanere isolate dall'ambiente. Anche se depositate in contenitori sotterranei non si sono trovate soluzioni soddisfacenti. Di conseguenza aumentano di anno in anno i depositi provvisori di scorie e i trasporti estremamente pericolosi delle stesse da un Paese all'altro (spesso verso il terzo mondo).
Inoltre è sufficiente un terremoto per liberare radioattività in dosi catastrofiche.
Torri di controllo vicino alle centrali in funzione, registrano fughe ed emissioni di forti dosi di radioattività nelle zone circostanti, per piccoli incidenti che vengono comunicati sempre con notevole ritardo e cercando di minimizzare la cosa, (vedi Agosto in Francia) ma dove si registra un aumento notevole delle leucemie, nelle popolazioni limitrofe. Altra pericolosa tendenza è quella di pensare di ubicare queste centrali nucleari in siti militari oppure militarizzarne i siti, per eludere i controlli ed evitare che le comunità locali possano dire la loro sul sito in questione. Sarebbe una grave lesione della libertà frutto di uno stato illiberale e dirigista.

Cosa lasciamo quindi alle generazioni future?

La necessità di enormi finanziamenti pubblici, insicurezza intrinseca della filiera tecnologica, difficoltà a reperire depositi sicuri per le scorie radioattive, stretta connessione tra nucleare civile e militare che diviene possibile bersaglio per attacchi terroristici, aumento delle disuguaglianze tra paesi tecnologicamente avanzati e paesi poveri, scarsità di combustibili nucleari, sono le motivazioni principali che ci inducono ad affermare che la scelta di investire in questo tipo di energia è sbagliato.

Facciamo appello al governo, e al ministro Scajola, affinché rivedano la loro scelta e meditino davvero su cosa è meglio per il nostro paese.
La lobby nuclearista, anche in Italia cerca proseliti e gli appetiti economici, viste le cifre di investimento, sono molto alti.
Non possiamo tacere per il futuro delle nostre generazioni che popoleranno questa terra che ci è stata affidata e che dobbiamo “custodire” oculatamente.

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