Pinarella 2009

LETTERA AI PUNTI PACE E AGLI ADERENTI

riflessione in vista del prossimo congresso nazionale di Pax Christi

pax christi in marcia Il congresso è ormai imminente.

Cos’è mai un congresso?

Un’assemblea che “ogni 4 anni prende forma di congresso” e che, oltre agli obblighi elettivi (si rinnoverà l’intero consiglio nazionale, il collegio dei revisori dei conti, dei probiviri e i coordinatori interregionali) deve fornire “le linee programmatiche” attraverso la formazione di una maggioranza che “guiderà” il movimento per i prossimi 4 anni.

Come sarà il congresso 2009?

Se sapessimo rispondere a questa domanda saremmo anche capaci di leggere la sfera magica:possiamo al massimo sottolineare alcuni aspetti affinché ciascuno di noi sappia vivere pienamente questo incontro. E’ quindi importante prepararsi bene e questa lettera è un invito a farlo

Sarà un momento di attesa perché ciascuno di noi pensa che l’idea di movimento che ha in testa venga attuato maggiormente.

Sarà un momento fortemente emotivo perché la miscela di ricordi, di incontro di persone lontane, le urgenze del quotidiano provocano sempre un movimento di emozioni.

Sarà un momento di libertà di espressione che creerà una positiva tensione mentre i vari desideri vengono passati al setaccio della discussione e delle votazioni, nei gruppi e in assemblea

Sarà un momento di partecipazione e responsabilità perché saremo chiamati a fare alcune scelte e a disponibilità grande.

Sarà un momento di spiritualità, perché a Dio chiederemo il coraggio del discernimento e della fedeltà al suo vangelo di giustizia, di pace e di nonviolenza.

E’ perciò importante che tutte le diverse posizioni anche quelle più sfumate e più deboli trovino ascolto, ma affinché ciò avvenga è necessario che siano innanzitutto espresse, perché per attuare la convivialità, le differenze devono esprimersi e riconoscersi come tali.

E’ la parte più difficile, perché noi tendenzialmente quando l’altra/o non pensa come noi facilmente siamo portati a dire che sbaglia o, ben che vada, che non pensa cose adatte al momento

E così anche nei confronti dei grandi problemi che travagliano il mondo: noi tendiamo ad individuare immediatamente uno o più colpevoli e, quasi certamente con ragione, ma ciò non è sufficiente, ben più difficile è individuare le azioni, gli impegni (che non sono mai solo di qualcuno) che realisticamente portano alla risoluzioni dei problemi.

Dovremmo esercitarci,e il congresso sarà una buona occasione, a cogliere nelle tensioni anche forti, espresse dalle diversità, il leggero soffio dello Spirito che ci precede anche la dove noi pensiamo non ci sia.

Ci sembra utile allora “confessare”, “leggere” le nostre diversità perché solo così, ci sembra, possiamo iniziare una convivialità.

Noi proviamo ad elencarne alcune iniziando da quelle all’interno del movimento: nella realtà non sono tutte espresse come noi le diciamo ma si intersecano in vario modo,ma ci sembra utile questa volta esprimerle così:

- Un vertice forte, profetico, bastante a se stesso, che indichi e si pronunci chiaramente e tempestivamente su tutte le questioni inerenti alle tematiche del movimento. O un consiglio capace di coinvolgere e una base più allargata ricca e impegnata? E’ necessario un consiglio nazionale che viva fortemente questo ruolo trainante.

- La parola “profezia”è stata usata ed abusata in questi anni: non sarebbe tempo di ritrovarne un senso biblico antico e nuovo? Riscrivere e condividere, come dicevamo nell’ultima assemblea la vision e la mission di Pax Christi Italia è il compito che ci attende.

- Un movimento più partecipato dove gli iscritti sono anche impegnati volontariamente e il vertice semplicemente serve e coordina il movimento provocato dai singoli e dai gruppi.

- Tutte le attività in qualche modo “centralizzate”, cominciando dalle varie campagne, alla casa per la pace, per arrivare a Mosaico di pace e ai comunicati del consiglio nazionale, sentano di più la presenza dei gruppi e degli aderenti che,nella forma più fantasiosa, trovano il modo di far giungere e sostenere o sollecitare gli organi centrali molto di più di quanto succede ora.

- Un movimento con una maggior presenza di volontari in tutte le sue espressioni.

- Esiste una problematica Nord/Sud nel movimento dovuto a vari fattori: diversità di sviluppo industriale, diversità di trasporti, diversità di ambiente ecc, che si riflette sul modo di vedere il movimento creando tensioni?

- Le urgenze della pace oggi sono senza “se “ e senza “ma” i grandi temi legati da sempre all’internazionalità del movimento: Pax Christi internazionale suddivide la missione del movimento per continente (Africa , America, Asia ecc), per strategie (costruzione della pace, educazione alla pace, spiritualità della pace, trasformazione dei conflitti, ecc), per problematiche (diritti umani, disarmo, nuovo ordine mondiale, ecc). Questi temi vengono spesso lasciati nel cassetto mentre il movimento vive delle emozioni quotidiane senza uno sguardo serio e costante sull’intera famiglia umana. (vedi “ quadro strategico internazionale approvato da Pax Christi International nel 2007”)

- I rapporti con il mondo ecclesiale costituiscono il primo luogo dove vivere la nonviolenza evangelica. Anche noi più o meno consciamente consideriamo spesso la chiesa = gerarchia con la conseguenza che la missione principale del movimento deve essere quella di provocare un cambiamento nella gerarchia.

L’idea di un movimento che consideri la chiesa = popolo di Dio e che si attrezzi di conseguenza è minoritaria nel movimento?

- Facilmente, anche a noi, oggi viene voglia di dire o meglio ancora di considerare di fatto senza neanche affermarlo, che anche il Concilio Vaticano II ha “ esaurito la sua spinta propulsiva”. Ma in un’ottica evangelica non era già, in partenza, previsto che il Concilio si perdesse così? A cosa è dovuta la nostra fatica a leggere in questo modo la storia dal Concilio ad oggi?

- L’ideale ecumenico, a parole condiviso da una totalità del movimento, nel lavoro quotidiano è ignorato da una totalità?

- La laicità del movimento va salvaguardata; di fatto i preti hanno più tempo e quindi è giusto che facciano di più nel movimento? La responsabilità del cristiano laico è poco definita, poco auspicata, anche dai cristiani stessi a cui tutto sommato sta bene così. Può essere opportuno individuare un coordinatore laico e favorire una presenza e una responsabilità laica in consiglio, favorendo un coordinamento dei sacerdoti che ruotano attorno al movimento?

- La pace di genere (al femminile e al maschile) è ancora poco sviluppata nel movimento perché trasversale su molti temi (laicità, ecclesialità, sicurezza, diritti umani, disarmo..)

- La cultura (le culture, un termine che spesso oggi è difficile da definire) è inconsciamente più un problema che una risorsa:questo vale sia all’interno che all’esterno del movimento.

Noi spesso diamo più importanza alla nostra cultura di pace (qui intesa come insieme di idee relative alla pace) che ad altre culture di pace e la sintesi finale spesso è sbilanciata tutta sulla nostra cultura, una sintesi ancora troppo occidentale.

- Coscienza e accettazione di essere minoranza nel mondo e nella Chiesa non sono un optional ma fanno parte del DNA evangelico. Spesso lo pretendiamo per gli altri, ma non per noi e per le nostre idee singole o anche quelle elaborate come movimento.

- I momenti di sintesi, fatti a livello centrale, in particolare quelli del consiglio nazionale, ma vale anche per tutte le sintesi che qualunque centro offre, sono per loro stessa natura limitanti e limitati: andrebbero accolti per le indicazioni di unità che offrono e attuati per quello che è possibile.

Per noi, se non coincidono con le nostre idee, diventano occasioni di divisioni o di disprezzo dimenticando che la divisione centro/periferia oggi sempre più amalgamata dalle tecnologie di comunicazione, nello scorrere del tempo ha sempre meno importanza, mentre sempre più importanza acquistano i contenuti che dal centro passano in periferia o più ancora quelli che dalla periferia arrivano al centro.

- Come riteniamo che Pax Italia si debba porre rispetto a Pax International, alle priorità e alle strategie definite nel quadro stratregico?

Priorità: - Diritti umani e conflitti armati; - Sicurezza umana e violenza; - Disarmo e smilitarizzazione; - Un ordine mondiale giusto; - Religioni e conflitti armati.

Strategie: 1) trasformazione dei conflitti; 2) costruzione della pace; 3) giovani ed educazione alla pace; 4) trasformazioni sociali nonviolente; 5) cooperazione interreligiosa e interculturale per la pace; 6) promozione di una teologia e spiritualità della pace; 7) lobbing e campagne; 8) sviluppo della rete Pax Christi per la pace.

Se qualcuna di queste affermazioni vi sembra utile oppure non vi piace avete due possibilità:

- prendere carta e penna (o un’e-mail) e inviare immediatamente (entro il 15 gennaio 2009) le vostre osservazioni in segreteria.

- incontrarvi come punto pace o anche come semplici aderenti, nel breve tempo che ci rimane prima del congresso, per una seria discussione preparatoria per il congresso su queste tematiche o su altre che credete opportune;anche in questo caso sarà utile fornire un buon contributo scritto alla segreteria

Se lo desiderate, potrebbe essere presente qualche consigliere nazionale; potete sentire la segreteria che penserà a contattarci.

Saranno questi due modi per contribuire alla stesura delle tesi congressuali

Grazie e buona preparazione al congresso

Il consiglio nazionale


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