Assemblea Autoconvocata Firenze

I genitori non pagano? Niente pranzo agli studenti

Un articolo delle cronache milanesi di Repubblica riferisce del caso avvenuto a Pessano con Bonago: niente cibo ai figli per i genitori che non sono in regola con i pagamenti. Gran parte dei ragazzini "a digiuno", naturalmente, sono figli di immigrati. E le proteste del preside che parla di discriminazione cadono nel vuoto
30 aprile 2009

Questa notizia è stata pubblicata nell'edizione milanese del quotidiano La Repubblica. Racconta di un Comune della provincia - Pessano con Bornago - nel quale il sindaco impone di non distribuire i pasti ai bambini le cui famiglie non sono in regola con i pagamenti. Si tratta, naturalmente, in larga maggioranza di famiglie povere di immigrati. Alle proteste del preside, il sindaco - di centrosinistra - ha opposto un argomento ben noto: la legalità e il fatto che tutti debbano rispettare le regole. Non ha parlato della possibile esistenza di situazioni di effettivo bisogno, se non rimandando al lavoro svolto dai servizi sociali. Nell'articolo si fa giustamente notare che i bambini possono avere genitori privi di residenza nel Comune, quindi "irregolari" secondo la normativa italiana, quindi esclusi dai servizi.

  Bambini a una mensa scolastica

Le famiglie non pagano la retta
niente mensa per i bimbi immigrati

L'azienda che gestisce la ristorazione nella scuola di Pessano con
Bornago, nel Milanese, lascia a digiuno 22 ragazzini (20 sono figli di
immigrati, tra cui 14 rom): i genitori sono morosi. Il sindaco: "Se non
pagano, è giusto che non abbiano il servizio". Le maestre, indignate,
ogni giorno offrono ai ragazzi il proprio pasto

di Franco Vanni

Ventidue ragazzini senza piatto in tavola. Studenti delle elementari e
delle medie, in maggioranza figli di immigrati. I genitori non pagano da
mesi la cedola della mensa e una settimana fa la società di ristorazione
ha tagliato il servizio. Nella scuola, l'istituto comprensivo di Pessano
con Bornago, in provincia di Milano, scoppia la polemica contro il
Comune, che si rifiuta di pagare quei pranzi. Le maestre offrono il loro
pasto agli studenti, per non lasciarli senza cibo
.

Il preside Felice Menna fa pressioni sul sindaco denunciando «una
discriminazione inaccettabile e offensiva» e chiedendo che sia
l'amministrazione a pagare. Ma Giuseppe Caridi, primo cittadino eletto
con il centrosinistra
, non ci sta: «Le regole sono regole e le famiglie
vanno responsabilizzate --- dice --- non pagano da anni sapendo che
qualcuno lo farà al posto loro, adesso basta». La Dussmann Service srl,
società di ristorazione con sede a Trento, ha crediti con le 1.027
famiglie della scuola per 28mila euro, accumulati quest'anno. Un buco
cresciuto a furia di cedole non pagate. A febbraio, l'azienda ha inviato
a scuola l'elenco delle famiglie morose da lunga data, annunciando per i
loro figli l'i nterruzione dei pasti. Il debito è in media di 700 euro
per ogni studente, la lista conteneva 59 nomi
.

Da allora, molti hanno saldato ricorrendo a rate e aiuti comunali.
Oppure, se l'orario scolastico lo consentiva, hanno rinunciato al
servizio
. Ma per 22 non c'è stato nulla da fare: sospesi per morosità.
Quattordici sono rom e vivono in un campo autorizzato. Due soli gli
italiani, gli altri sono stranieri di varia provenienza. Quasi tutti
frequentano le elementari, un paio le medie.

«Gli stranieri non riescono
a pagare --- dice il preside --- perché non hanno aiuti, non avendo qui
la residenza».
Per la stessa ragione, qualunque sia la loro situazione
economica, pagano 3.80 euro a pasto, il massimo. Un centinaio di
genitori della scuola insceneranno una protesta in consiglio comunale.

«Andremo in aula e mangeremo panini --- dice Simona Villani, mamma e
portavoce del comitato --- è una discriminazione scandalosa». Anche il
direttore scolastico provinciale, Antonio Lupacchino, in una lettera al
sindaco chiede «un ripensamento rispetto a scelte che creano forte
disagio in minori incolpevoli», e annuncia la possibilità che la scuola
interrompa il servizio mensa. Dura anche la posizione di FlcCgil: «La
situazione è inaccettabile --- dice il segretario provinciale, Attilio
Paparazzo --- la condotta del sindaco è incomprensibile». Caridi si
difende: «Investiamo molto in assistenza --- dice --- ma siamo contrari
all'assistenzialismo.
Se potessimo, pignoreremmo alle famiglie
televisori e auto anziché togliere il piatto ai bambini, ma i tempi
delle esecuzioni sono troppo lunghi».

Per Dussmann Service srl parla Agostina Rossini, la responsabile
territoriale: «Non facciamo altro che applicare il contratto con il
Comune», taglia corto.

 

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