Diritti Animali

Il maltrattamento genetico è la causa dell’aggressività

Cani pericolosi ?

7 febbraio 2006
Oscar Grazioli

cucciolo di pitbull Perché la legge Sirchia sui cani pericolosi e le sue famose liste di proscrizione sollevarono polemiche roventi, mentre la “nuova” legge Storace ha fatto sì e no inarcare le ciglia a qualche animalista estremo? Non sarà certo il fatto che è stato depennato dalla lista il Mastino Napoletano, razza divenuta ormai rarissima nel nostro paese. Credo che questo atteggiamento dimesso sia dovuto ad un mix di rassegnazione e riflessione. L’ex ministro Sirchia, qualunque cosa abbia fatto, sarà ricordato dai posteri per la legge antifumo. Tutti ricorderanno la profonda rabbia che pervase i fumatori quando fu loro impedito di fumare anche solo in un apposito compartimento ferroviario o in un’apposita sala d’aspetto in aeroporto.

Considerati appestati, poveretti loro (e poveretto anche me). Con la legge antifumo è capitato quanto è accaduto con quella contro i cani pericolosi. Nessuno più protesta. Si vedono capannelli di gente saltellare, al freddo fuori dai bar con la sigaretta in bocca e il bicchiere in mano, ma nessuno più si lamenta. Si fa l’abitudine a tutto.

Per i pittbull, rottweiler e compagnia bella i possessori, un po’ si sono accorti che il guinzaglio non è uno strumento di tortura (e l’occasionale uso della museruola neanche), un po’ hanno capito che le guardie non hanno voglia di andare in mezzo a un campo per sanzionare uno con due Dobermann che lo affiancano a difesa, un po’ gli animalisti più accesi, di fronte alle aggressioni mortali, si sono messi finalmente a riflettere, fatto sta che Storace ha potuto reiterare un decreto legge identico al precedente senza pagare dazio. Leggo, sul sito dell’Asetra (Associazione Studi Etologici e Tutela delle Relazioni con gli Animali) un interessante articolo sul cosiddetto “maltrattamento genetico” che mi trova d’accordo. Partiamo da una constatazione.

Negli Stati Uniti i 240 casi fatali di aggressioni fatali da parte di cani negli ultimi 20 anni sono da attribuire per oltre il 50% a pittbull e rottweiler. La California ha varato una legge che impone la sterilizzazione di questi cani e ne vieta l’allevamento a meno che non si dimostri trattarsi di soggetti da esposizione, allevati a tale scopo. Questa legge deriva da un’aggressione fatale a un bambino di 12 anni. Era l’ultima di una serie che aveva messo in evidenza che quella dei pittbull è la razza/tipologia di gran lunga più rappresentata nei casi di attacchi mortali. La Germania recentemente ha varato un’altra legge ancora più restrittiva. Molti studi attestano che le caratteristiche genetiche dei cani determinano, anche se in modo non molto rigido, il loro comportamento. Non si può dunque ignorare chi avvia alla selezione cani manifestamente instabili e reattivi, favorendo alterazioni genetiche del comportamento. Se quindi l’allevatore decide di allevare esemplari che non esprimono altro se non un delirio di potenza, inadatto a vivere in un contesto urbano e umano, allora commette un “maltrattamento genetico” che compromette anche le future generazioni in una forma di crudeltà transgenerazionale che va fermata. Alla fine, come spesso ho scritto, è ben vero che è l’uomo a tirare il grilletto, ma è anche lui che costruisce l’arma.

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