Beni comuni Politiche dell'acqua dopo i decreti Bersani e Lanzillotta

Interessi privati e non partecipati

C'è compatibilità tra gestione pubblica del «Servizio idrico integrato» e gestione mediante Spa? No, per almeno sette ragioni
31 ottobre 2006
Riccardo Petrella
Fonte: Il Manifesto (http://www.ilmanifesto.it)

Il governo Prodi ha decretato nel luglio 2006 (decreti Bersani e Lanzillotta) che la distinzione adottata dai suddetti decreti tra la proprietà delle infrastrutture/reti che deve essere pubblica e la gestione del servizio che può, anzi deve, essere affidata a privati non si applica, a differenza di tutti gli altri servizi pubblici, al Servizio idrico integrato (Sii: distribuzione acqua potabile, fognature, depurazione). Altrimenti detto, nel caso del settore dell'acqua, la proprietà delle reti e la gestione sono pubbliche. Pertanto, si può considerare pubblica la gestione affidata a delle Spa? V'è compatibilità tra gestione pubblica del Sii e gestione mediante una Spa? La tesi qui esposta afferma che la gestione mediante Spa non rappresenta una gestione pubblica. Almeno per sette ragioni.
1) Non v'è nessuna norma , né nazionale né europea, che vieta il ricorso all'affidamento in diretta (azienda pubblica). Anzi, per quanto riguarda l'acqua, dopo i decreti Bersani e Lanzillotta, v'è il divieto di ricorrere ad una gestione privata. Ora, la Spa è un soggetto giuridico di natura privata.
2) La distinzione introdotta dall'Unione europea tra «servizi pubblici di rilevanza economica» - che devono essere affidati a delle società di capitali - e «servizi pubblici privi di rilevanza economica», - da affidare a dei soggetti pubblici non può modificare il nuovo orientamento del legislatore italiano perché tocca agli stati membri decidere quali servizi sono di rilevanza economica e quali no, conformemente alla loro competenza primaria nel settore. La politica dell'acqua è di competenza nazionale.
3) Il ricorso ad una Spa, soggetto giuridico privato, non ha senso nel caso in cui i poteri pubblici hanno deciso che la gestione del servizio idrico integrato con capitali interamente pubblici deve essere effettuata : a) senza fini di lucro ma con l'obbligo di equilibrio di bilancio , b) unicamente sul territorio amministrativo-politico di loro competenza, c) sotto il controllo delle istituzioni rappresentative proprietarie dei capitali pubblici, e d) hanno deciso, altresì, di affidare ad un'istituzione pubblica, l'Autorità di ambito territoriale ottimale, composta da tutti i comuni appartenenti all'Ambito territoriale ottimale, il compito di definire e approvare i grandi orientamenti a medio e lungo termine e gli obiettivi precisi in termini di investimenti, e di controllarne la corretta esecuzione da parte del gestore.
4) L'incompatibilità è altresì evidente nel caso del modello societario Spa in cui i poteri pubblici affidano la gestione del Sii, con capitali anche interamente pubblici, ad un'azienda a) autorizzata a svolgere le sue attività di Sii anche al di fuori dell'Ato di appartenenza, vuoi anche in altri settori di servizi detti di flussi o a reti (energia, trasporti, telecomunicazioni, rifiuti...) nella misura in cui detti settori si rivelano strumentali al perseguimento delle finalità dell'azienda; b) allo scopo di lucro, quale che sia la destinazione finale dei profitti prodotti; c) con possibilità di partecipare al capitale azionario di altre imprese anche in territori esterni all'Ato di appartenenza e in settori diversi da quello idrico, potendo fare eventuale ricorso a tal fine al reperimento delle risorse finanziarie necessarie su mercati di capitale nazionali e internazionali. Con qualche impurità, è il modello societario dell'Acquedotto pugliese - Aqp Spa.
In questo caso, è logico dare l'affidamento della gestione a una Spa , soprattutto a una Spa holding, perché solo una Spa è in grado di operare su mercati aperti in un regime di concorrenza per la conquista di quote parti crescenti di mercato, aver accesso ai mercati di capitale nazionali e internazionali. e cercare di ottenere rendimenti finanziari elevati. Ma, in queste condizioni, è chiaro che non è possibile né giustificato attribuire l'aggettivo «pubblica» a una tale gestione. Il fatto che i poteri pubblici diano il loro avallo a tale modello, e che, spesso e volentieri ex-post, sottoscrivano alle scelte strategiche operate dal management, non rende pubbliche una logica e una pratica imprenditoriali di natura privata. Il caso frequente dell'indebitamento dei gestori Spa sui mercati di capitale internazionali è a questo riguardo molto significativo. Logicamente, i poteri pubblici non possono opporsi al ricorso a detti mercati. Cosi facendo, riducono considerevolmente il loro potere decisionale, passando quest'ultimo, per l'essenziale, nelle mani degli operatori finanziari. Una volta inseriti nei meccanismi finanziari privati, la logica finanziaria determinerà le grandi scelte dell'azienda e i suoi margini di manovra.
5) Qualunque sia il modello societario Spa adottato. la natura giuridica privata della società introduce elementi di difformità sostanziale rispetto alla natura pubblica della gestione del Sii. Due esempi, fra altri, sono particolarmente significativi. Riguardano a) il campo del lavoro: la Spa non è sottoposta alle norme vigenti per le aziende e gli enti pubblici (assunzioni/licenziamenti, contratto di lavoro, rapporti con i sindacati). La stragrande maggioranza dei gestori di Sii essendo diventati Spa hanno aderito all'associazione di categorie che è la Federgasacqua diventata Federutility. Alcuni si sono iscritti anche alla Confindustria che non persegue istituzionalmente finalità di gestione pubblica di beni e servizi. Il contratto di lavoro è quello definito e negoziato dalla Federutility. L'Aqp agisce come impresa privata. b) La cultura politica e gestionale del servizio idrico. La Federutility, di cui Aqp Spa è uno dei soci più importanti, è notoriamente un'organizzazione che negli ultimi quindici anni ha promosso e sostenuto i processi di liberalizzazione, di deregolamentazione e di privatizzazione dell'acqua e, in particolare, la diffusione e l'espansione delle società multiutilities (acqua, energia, telecom, trasporti, rifiuti...), punta avanzata del neocapitalismo municipale competitivo. La cultura mercantile e privatista del Sii da parte delle Spa impregna tutti gli aspetti fondamentali della gestione quotidiana del servizio. I cittadini sono ridotti a clienti e a consumatori. Gli uffici territoriali attraverso i quali l'azienda è presente sul territorio sono strasformati in business units. Come accade per le piccole cliniche, le piccole scuole, i piccoli uffici postali nei piccoli comuni, anche i piccoli uffici territoriali della Spa idrica sono eliminati per ragioni di riduzioni di costi, contribuendo cosi allo sfilacciamento del tessuto sociale dei piccoli centri e, quindi, al loro spopolamento.
6) Più i beni comuni e i servizi pubblici sono parte integrante e qualificante del vivere insieme, più forte e reale deve essere il coinvolgimento dei cittadini al governo dello sviluppo comunitario. Nell'economia di mercato, invece, è normale che non operino meccanismi di democrazia. La cultura di governo di una Spa è tutto salvo democratica, partecipata. La Spa è fondata su un funzionamento gerarchico verticale (top down) e tecnocratico. I tentativi di democratizzazione trovano limiti strutturali. Come dicono gli addetti ai lavori «o si è privati o si è pubblici».
7) Last but not least, la natura giuridica privata del modello societario Spa incide, in maniera limitativa, sul campo di attività del gestore nell'espletamento delle sue funzioni di Servizio idrico integrato. Secondo la legge Galli, le finalità del Sii sono ispirate da tre principi generali: la solidarietà, anche intergenerazionale, nell'utilizzo delle acque, il principio di un uso sostenibile ispirato al risparmio, la priorità all'uso idropotabile. Anche nel caso di una gestione «in house», la Spa non perde la natura giuridica di società privata né la finalità di lucro che ne definisce l'oggetto sociale. L'esperienza di questi anni mostra che l'oggetto sociale della Spa determina il campo di attività possibili del gestore per il perseguimento delle finalità del Sii. Nel caso dell'Aqp Spa, è accaduto che certe attività miranti a promuovere una cultura dell'acqua pubblica sono state annullate dal Consiglio di amministrazione perché riconosciute, dai servizi competenti interni e dagli esperti esterni consultati, non conformi all'oggetto sociale dell'Aqp Spa. Mi riferisco specificatamente alle sessioni di lavoro della facoltà dell'Acqua dell'Università del bene comune. Esse sono state giudicate esogeni all'oggetto sociale della Spa. L'Aqp Spa ha dovuto annullarle.
Penso che sia venuto il tempo , in Puglia, di abbandonare definitivamente ogni remora, vuoi ostilità, alla trasformazione dell'Aqp Spa in un'azienda economico pubblica regionale e farne uno strumento di risanamento radicale del sistema idrico pugliese contribuendo cosi allo sviluppo di un'economia regionale

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