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"Autopsia dei Balcani" di Rada Ivekovic - Raffaello Cortina Editore

"... eppure i Balcani non sono sostanzialmente diversi dall'Europa di cui sono una regione: sono il suo rimosso, il suo inconscio, il suo specchio e, in un certo senso, la sua interiorita' e la sua verita'..." (Rada Ivekovic)
23 ottobre 2007

Il disgregarsi della comprensione reciproca e la mancanza di autoanalisi da parte dell'intera nazione, ha fatto si' che la Jugoslavia, ancora giovane, sia morta!
Il referto autoptico, eseguito dopo la morte, e' lungo e complesso.
L’unica cosa certa e' che, per sopravvivere alla sua morte, i suoi figli hanno dovuto inventarsi un altrove.

A una ragazza jugoslava nata a Zagabria che sta studiando filosofia a Belgrado, i suoi genitori, per il suo ventesimo compleanno, regalano un libro in un’edizione all’epoca incredibilmente lussuosa dal titolo: Iscezle civilizacije (Civilta' scomparse).

La ragazza viaggia molto, con la fantasia, fra quelle civilta' scomparse ed e' lontana anni luce dalla piu' remota idea che la sua civilta' possa un giorno scomparire.

In Guatemala l’antica capitale barocca (Antigua Guatemala) viene abbandonata, dopo troppi terremoti, per la nuova Guatemala City. L’aggettivo poi, nel tempo, si e' trasformato in sostantivo.

Quel libro, come molti altri libri, di quella ragazza, e' rimasto nella sua casa di allora. Da quel libro, la ragazza di allora, non aveva appreso il senso del tempo, forse perche' era solo una ragazza.

Molti anni dopo, quella stessa ragazza diventata una donna, quando il suo Paese non esistera' più, e senza luogo ne' nome verra' indicato con lo squallido e doloroso prefisso “ex”, in un piccolo villaggio in Guatemala trovera' alcune scatole di sardine “made in Jugoslavia”. Sulla scatole di sardine, nello spazio destinato alla scadenza del prodotto c’e' scritto: Rok trajanja neogranicen (durata illimitata).

Quella ragazza, appassionata dalle civilta' scomparse e dalle terre lontane, diventata donna, sara' incapace di scegliere fra Croazia e Serbia, scegliera' l’esilio e trovera' surreale e ingiusto che un prodotto possa durare piu' a lungo del luogo dove e' stato prodotto!
(Immagino che oggi, la ragazza di un tempo, abbia perfettamente capito il senso del tempo: un qualcosa di ineluttabile come la certezza del declino che si acquisisce con il tempo!)

Jug significa sud; e jugo vento che viene dal sud, scirocco, dunque…

Si puo' vivere in un qualsiasi altrove dove lo scirocco non soffia, ma e' incredibilmente difficile e faticoso, vivere senza la certezza di un passato, senza la possibilita' di voltarsi indietro per la paura di trovare il vuoto.

Quel penoso “ex” puo' essere sostituito da “antica”. Ma la ragazza del libro e delle sardine e' nata quando la Jugoslavia era Jugoslavia, solo successivamente quella sua terra e' diventata “antica” per non essere confusa con un’altra, con quella attuale che e' solo una piccola parte di quello che un tempo fu il suo Paese.
Antica o ex che sia, con quel prefisso, indispensabile e obbligatorio, e' come se venisse negato il passato di un Paese, il passato di una collettivita', e il passato individuale di ogni singola persona che formava quella collettivita'...

Elisabetta Caravati
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