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Di ritorno da Faslane

Francesco Iannuzzelli24 ottobre 2001

Ciao a tutte/i, vi scrivo questo resoconto della manifestazione nonviolenta di lunedi' 23 ottobre a Faslane, in Scozia.

La manifestazione era stata organizzata dal CND scozzese insieme a Trident Ploughshares allo scopo di bloccare gli ingressi della base militare britannica di Faslane; questa manifestazione si svolge tutti gli anni (da quest'anno due volte all'anno) per protestare contro la presenza dei sottomarini nucleari balistici britannici che sono dislocati nella base. Per informazioni piu' dettagliate su cosa sono questi sottomarini vi consiglio di leggere questa FAQ, all'interno della sezione disarmo del sito di PeaceLink, dove trovate anche altre informazioni sulla campagna di PeaceLink contro il rischio nucleare.

Alla manifestazione hanno partecipato circa 1000 persone, giunte da tutta la Gran Bretagna; l'eta' dei manifestanti era molto varia, da bambini giocosi di 10 anni a novantenni arzilli e battaglieri. Alle 7 di mattina ci siamo legati le braccia dentro dei tubi di plastica, formando cosi' delle catene umane ben difficili da sciogliere, e ci siamo sdraiati per terra davanti agli ingressi della base, bloccandone l'accesso ai dipendenti che vi si recano al lavoro la mattina.

La manifestazione aveva e ha sempre avuto in passato la caratteristica di essere assolutamente nonviolenta. I manifestanti si sdraiano per terra e a oppongono ragionevole resistenza ai tentativi delle polizia di rimuoverli, e la polizia stessa opera con ragionevole forza le procedure di arresto. Training nonviolenti si erano svolti nei giorni precedenti per preparare i manifestanti, e la polizia era stata informata dei dettagli della manifestazione, ma non ne ha impedito lo svolgimento come avrebbe potuto (sarebbe bastato bloccare i pulmann prima della partenza da Glasgow).

Mi sembra importante far rilevare questo aspetto, ovvero di come sia possibile manifestare nonviolentemente il dissenso verso la guerra, arrivare anche ad un atto forte come il blocco di una base militare e confrontarsi con la polizia senza che la situazione degeneri in alcun modo.
Al clima molto pacifico e di reciproca fiducia ha sicuramente contribuito il proverbiale carattere amichevole degli scozzesi, sia dalla parte dei manifestanti che da quella dei poliziotti, e soprattutto la presenza di una vasta fascia della popolazione, anziani, famiglie, bambini, preti, deputati, ecc ecc, tutti quanti attivi in questa forma di disobbedienza civile e pronti anche a farsi arrestare.
In merito e' interessante ricordare che, secondo un recente sondaggio, il 51% della popolazione scozzese appoggia queste proteste contro le basi militari.

Un manifestante viene portato via di peso dalla polizia (photo by Barbara Ludman)

Le attivita' di sgombero sono cominciate poco dopo e sono continuate per tutta la mattina; per la polizia e' stato particolarmente laborioso rompere le catene umane e ha dovuto far ricorso a seghetti elettrici, pinze e forbici per tagliare i tubi e rompere le corde e le catene. Come conseguenza della manifestazione, le attivita' della base sono rimaste bloccate per circa 5 ore.

Alla fine 171 persone sono state arrestate, in maggioranza donne, e trasportate verso le vicine stazioni di polizia. Tra gli arrestati anche 3 membri del parlamento (due scozzesi e un'irlandese), due pastori della chiesa scozzese e numerosi anziani. Io sono stato trasportato insieme ad altri nella vicina Glasgow, dove dopo le pratiche di routine sono stato rinchiuso in cella insieme ad altri due manifestanti. I miei compagni di cella sembravano usciti direttamente da un film di Ken Loach (a parte gli scherzi, uno di loro ha effettivamente fatto la comparsa in alcuni film di Loach) e, nonostante l'apparenza (e la temperatura) gelida della prigione di Glasgow, la polizia penitenziaria si e' mostrata gentile e corretta.

Tutti siamo stati notificati del reato commesso, identificati, fotografati e ci sono state prese le impronte digitali mediante un moderno apparecchio informatico. Fortunatamente non siamo stati sottoposti al prelievo per la schedatura del DNA (al quale comunque ci saremmo opposti, per quanto possibile). Dopo circa 9 ore di cella siamo stati rilasciati, per primi cosi' come per primi eravamo stati arrestati. Via via anche tutti gli altri manifestanti sono stati rilasciati e chi non e' partito subito ha trovato rifugio presso il Kinning Park Community Centre che ci ha offerto ospitalita' per la notte.

Ora l'iter giudiziario procedera' con l'invito a comparire per il processo che si svolgera' tra qualche mese. Le pratiche legali pero' sono lunghe e vengono spesso lasciate decadere o convertite in una semplice multa. La prossima manifestazione sara' a febbraio 2002 e se non ricevero' il "warning" (ovvero l'intimazione a non commettere piu' il reato in questione pena una detenzione decisamente piu' lunga), vi partecipero' nuovamente.

Concludendo, il blocco parziale di una base militare, utilizzando tecniche nonviolente e coinvolgendo ampie fasce della popolazione, e' una dimostrazione molto forte e interessante di come la disobbedienza civile sia uno strumento molto potente di denuncia e di informazione contro la guerra. Quasi tutti i media britannici (e anche alcuni italiani, grazie alla tempestiva e pressante campagna informativa organizzata a riguardo da PeaceLink) hanno dato risalto alla vicenda e dato spazio alle voci dei manifestanti, che hanno avuto cosi' l'occasione di denunciare non solo l'assurdita' degli armamenti nucleari, ma anche della guerra attualmente in corso in Afghanistan. C'e' infatti un legame stretto tra Faslane e Kabul, in quanto i sottomarini nucleari britannici che ora stanno bombardando l'Afghanistan sono partiti proprio da questa base qualche settimana fa.

Ci tengo infine a ringraziare tutti coloro che sono stati vicini a me e a tutti gli arrestati attuando come forma di solidarieta' il digiuno fino alla liberazione di tutti i manifestanti.

Note: Altre foto dal sito del CND scozzese
http://www.cndscot.dial.pipex.com/news/2001b/011023a.html

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