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Previsti 200 milioni di euro, 79 dei quali già approvati dal Cipe a fine luglio

Taranto: Peacelink a Conte, no a raddoppio base Nato

Per Peacelink, “questo ingente investimento militare è una spesa inutile che sottrae risorse ad altri settori civili. Ed è in linea con una strategia controproducente per le potenzialità di riconversione".
12 ottobre 2020
AGI (Agenzia Giornalistica Italia)

(AGI) - Taranto, 12 ott - “In questi anni abbiamo ascoltato i cittadini di Taranto, il loro grido di dolore per l’emergenza sanitaria e ambientale. Durante tutta la nostra lunga esperienza, mai un solo cittadino ci ha chiesto che si ampliasse la base Nato. Non era una necessità avvertita da nessuno. Eppure, a questa cosa non necessaria, il Governo ha deciso di destinare 200 milioni”. Lo dichiara l’associazione Peacelink, attiva sul fronte ambientalista, nel giorno in cui a Taranto arrivano il premier Giuseppe Conte e diversi ministri per la firma di accordi che riguardano il rilancio della città. I 200 milioni cui fa riferimento Peacelink riguardano il progetto di ampliamento della base navale della Marina Militare, in Mar Grande a Taranto, 79 dei quali già approvati dal Cipe a fine luglio. Con l’ampliamento della base, la Marina cede all’Autorità portuale di Taranto la banchina ex torpediniere in Mar Piccolo, che è uno degli accordi che si firmano oggi. Annunciata la presenza tra gli altri del ministro della Difesa, Lorenzo Guerini. (AGI) Il simbolo della NATO


(AGI) - Taranto, 12 ott. - Per Peacelink, “questo ingente investimento militare è una spesa inutile che sottrae risorse ad altri settori civili. Ed è in linea con una strategia controproducente per le potenzialità di riconversione. Limiterà gli attori che si possono candidare ad investire a Taranto. Infatti un dossier del Copasir, l’organo parlamentare che si occupa dei servizi segreti e di intelligence, ha posto sotto sorveglianza la base Nato di Taranto. E così - dice Peacelink - il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica rischia di porre un freno agli investimenti cinesi a Taranto per ragioni di sicurezza nazionale”. Secondo Peacelink, “oggi di tutti i piani di investimento che i ministri verranno a presentare, il più sostanzioso e strategico è quello militare ed è quello che meno di tutti serve alla riconversione di Taranto da città dell’inquinamento a città green. In piena emergenza Covid - si afferma - il sistema che a Taranto serve alla sorveglianza sanitaria è congestionato. Di tutti i piani per Taranto, il più sbagliato e inopportuno è l’ampliamento della base navale Nato”. (AGI) 
TA1/SOL

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