Diversamente Promossi
Diversamente promossi: così chiameremo i bocciati, un giorno. Diversamente liberi sarà il termine per definire voi Italiani. Diversamente democratici dovranno essere chiamati per legge i nazisti, i razzisti, i clericali, i piduisti e tutti i nemici delle libertà democratiche, insieme a tutti i reazionari, gli antiprogressisti per censo, per ignoranza e per opportunismo. Geniale, no?
31 gennaio 2009
Alvaro Berardinelli
Fonte: www.ilgridodeipoveri.org
Diversamente promossi: così chiameremo i bocciati, un giorno. Quel giorno avremo ultimato il processo di straniamento in atto nella società italiana: quel giorno le Scuole dello Stato saranno finalmente fondazioni private, cui lo Stato dovrà solo fornire qualche spicciolo e qualche paterna indicazione di massima. Diversamente liberi sarà il termine per definire voi Italiani, ormai privi di ogni parvenza di democrazia, e persino di ogni desiderio di cambiamento. Diversamente democratici dovranno essere chiamati per legge i nazisti, i razzisti, i clericali, i piduisti e tutti i nemici delle libertà democratiche (come il sottoscritto), insieme a tutti i codini, i reazionari, gli antiprogressisti per censo, per ignoranza e per opportunismo. Geniale, no?
Cambiare la realtà mediante le parole; mescolare vero e falso, giocando coi termini e con le sfumature; confondere il giusto con l'ingiusto, l'onesto col disonesto, il lavoratore col fannullone, il comunista col nazista, il bene col male: questa è la nostra specialità. Siamo dei geni, ma per nostra fortuna voi intellettuali democratici e antifascisti continuate a considerarci cretini, rozzi e ignoranti. Sbagliate di grosso, e ve lo stiamo dimostrando da ventotto anni almeno, cioè da quando con le nostre televisioni imperversiamo sui cervelli dei più deboli. Siamo menti raffinatissime. Le bombe non ci servono più. Sono molto più dirompenti le menzogne. Le nostre balle funzionano un po' come le bombe al neutrone. Mi spiego meglio: la bomba al neutrone uccide gli esseri viventi ma lascia intatti gli edifici; le frottole, con cui noi vi bombardiamo il cervello, distruggono il vostro pensiero ma lasciano vivi i vostri neuroni.
È lo stesso principio per cui tanto tempo fa il sistema della "libera volpe in libero pollaio" ha prodigiosamente cominciato a chiamarsi libero mercato; per cause soprannaturali i padroni sono diventati datori di lavoro; per miracolo i lavoratori hanno dovuto imparare a vergognarsi di chiedere giuste retribuzioni, perché le loro richieste facevano aumentare il costo del lavoro e frenavano l'economia; la guerra è divenuta missione di pace; i bombardamenti terroristici, a tappeto, di città inermi operazioni chirurgiche; le armi di sterminio bombe intelligenti; la vivisezione sacrificio alla scienza di animali da laboratorio; il nazionalismo razzista e classista patriottismo.
A quel punto la burocratizzazione verticistica della Scuola Statale si è portentosamente fregiata del suadente nome di autonomia scolastica; le mance, escogitate per dividere gli affamati Docenti meritevoli dalla massa dei fannulloni, sono state definite incentivi; le miriadi di progetti inutili e poco dignitosi (frutto delle lambiccate invenzioni di alcuni meritevoli per spartirsi la pur magra torta) si mutavano in potenziamento dell'offerta formativa; le carenze degli studenti diventavano debiti, i successi crediti (linguaggio da usurai, che trovata!); e via cantando (e ridefinendo).
I responsabili di questo sfascio (o, per meglio dire, progresso)? Noi, voi. Noi ce l'abbiamo messa tutta per farvi fessi, ma voi siete stati al gioco senza dire nemmeno "ahi". Diversamente furbi. State facendo la fine della rana, bollita dopo essersi goduta il calduccio della pentola. Diversamente lungimiranti. Troppo presto avete dimenticato il senso vero della parola "libertà" (che prontamente noi abbiamo tradotto in consumo): avete dimenticato che, per essere liberi, dovevate vigilare, e vigilando partecipare. Avete delegato, usando la delega come un alibi per la vostra ignavia. Siete sempre i soliti Italioti che aspettano il messia, il salvatore, l'Unto, il castigamatti, il duce, il vicario di voi stessi. E quello, l'Unto, alla fine è arrivato. Tanto voi fate presto a liquidare il problema, pilateggiando come sempre: non scioperate, perché "lo sciopero costa", perché "tanto non serve a niente", perché "i sindacati e i partiti sono tutti uguali". E così avete cacciato dal cuore l'idea che bisogna pagare qualunque prezzo per il diritto di mantenere alta la propria bandiera; e avete scordato che siete voi a dover spingere i vostri partiti e i vostri sindacati a fare la volontà vostra, non quella di chi comanda. Dovete spingerli con il vostro impegno quotidiano, con la vostra fattiva partecipazione, facendo appello alla vostra dignità: perché siete cittadini, non sudditi; e cittadini laureati, non ignoranti; e Docenti, non laureati qualunque.
Ma è meglio che mi stia zitto, se no rischio che prendiate coscienza e decidiate di non dar più retta a chi mi paga così profumatamente. State buoni così: continuate a ubbidire. Non vedete i cartelloni pubblicitari? Apparentemente pubblicizzano prodotti; in realtà vi invitano a non pensare, a ubbidire, a non parlare di politica (cioè degli affari vostri), a non parlare di ambiente (cioè degli affari vostri), a non preoccuparvi del futuro (cioè degli affari vostri) né della Scuola (cioè degli affari vostri). Speriamo che continuiate a dar retta a noi, anziché all'intelletto! E buonanotte; anzi, buona fortuna.
Firmato
Massimo Paradosso
Dottore in Servitù di regime
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