Brasile: l'industria di armi ha finanziato la campagna per il NO
Vittoriosa nel referendum del 23 ottobre, la campagna per il “No”, che si è opposta alla proibizione del commercio di armi nel paese, è stata finanziata da due giganti del commercio nazionale di armamenti e munizioni: Taurus e CBC (Cia Brasiliana di Cartucce). Unite, le due imprese hanno donato alla “Fronte per il No” più di 5 milioni.
Secondo il deputato Alberto Fraga (PFL-DF), presidente del “Fronte per il No”, la CBC è stata campione in donazioni, con circa di 2,6 milioni di reais. La Taurus, seconda maggior donatrice, ha contribuito con circa di 2,4 milioni. Il costo totale della campagna per il “No” è stata di circa 5,6 milioni di reais (circa 2 milioni di euro). Non è rimasto nessun debito da pagare.
La contabilità del “Fronte per il Sí” mostra una realtà completamente diversa. Sconfitta nelle urne, ha perso anche sul fronte dei fondi raccolti. Ha ottenuto circa 2,4 milioni di reais (circa 900.000 euro), meno della metà di quello riscosso dal fronte avversario. Ha finito la campagna in rosso con un debito di circa 320 mila reais.
E’ scaduto mercoledì scorso il tempo per la consegna dei resoconti dei due fronti al TSE (Tribunale Superiore Elettorale). Il deficitario “Fronte per il Sí’” ha rispettato la scadenza. Il “Fronte per il No” in attivo, ha chiesto più tempo al tribunale. Pretende chiudere la sua scritturazione nella prossima settimana.
Sentiti dal blog, parlamentari che integrano le file del “No” si sono dichiarati imbarazzati al sapere che la campagna è stata finanziata dalle industrie di armi. Lo stesso presidente del Fronte, deputato Alberto Fraga (PFL-DF), ha detto: “Non volevamo che fosse così. Ma il volume di soldi era grande e non è stato possibile coprire le spese con altre donazioni”.
Fraga ritiene, però, che non ci si poteva aspettare niente di diverso: “Chi avrebbe pagato il conto? Non, certamente, le fabbriche di acqua minerale o di birra. La nostra contabilità è trasparente. Non abbiamo contabilità in nero. E’ tutto registrato. Grazie a Dio non ci sono rimasti debiti”.
Segretario Generale e tesoriere del “Fronte per il Sì”, il deputato Raul Jungmann (PPS-PE), pensa diversamente: “E’ dimostrato che coloro che sono stati favorevoli al commercio di armi, con il pretesto di difendere un diritto del cittadino, in verità stavano difendendo il lucro delle imprese di armamenti. La maschera è caduta.”
Le donazioni per la campagna per il “Sì” sono state più diversificate. Alcuni esempi di donatori: Ambev (Compagnia di Birrerie dell’America), con circa di 400 mila reais; CBF (Confederazione Brasiliana di Calcio), 100 mila reais; Servizi Estruturar, 400 mila reais.
Il vittorioso “Fronte per il No”, integrato da 142 parlamentari, si riunirà nel prossimo martedì, 29 novembre, nel Congresso. Accompagnato dal contabile della campagna, Alberto Fraga presenterà i numeri ai colleghi prima di consegnare i resoconti al TSE. Secondo Fraga, il 95% dei soldi raccolti ha finanziato la produzione del programma televisivo del fronte, comandato dal pubblicitario Chico Santa Rita.
La Taurus è una dei maggiori fabbricanti di armi del paese, con sede nel Rio Grande do Sul. E’ sul mercato da 65 anni e esporta in 80 paesi. Ha una filiale in Miami (USA). Inaugurata nel 1926, la CBC mantiene la sua principale fabbrica istallata a Ribeirão Pires (SP). E’ la maggior produttrice di munizioni dell’America Latina.
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