Latina

Nicaragua - Cresce il numero delle vittime e dei danni dell'Uragano Felix

Ortega visita le zone colpite - Arrivano i primi soccorsi
6 settembre 2007
Giorgio Trucchi

I primi soccorsi

Dopo 48 ore dal passaggio del devastante Uragano Felix, la Costa Atlantica Nord del Nicaragua comincia lentamente a contare i danni e le vittime.
Durante la giornata di ieri, 5 settembre, il presidente Ortega ha visitato le zone del disastro insieme a ministri e funzionari del suo governo, al capo delle Forze Armate, Omar Halleslevens ed a membri della Defensa Civil, del Sistema Nazionale di Prevenzione e Mitigazione di Disastri (SINAPRED) e della Polizia Nazionale.

Il miglioramento delle condizioni metereologiche (Felix è ormai entrato in territorio hondureño e si è trasformato in depressione tropicale), ha permesso alle prime squadre di soccorso di raggiungere in elicottero le comunità sparse lungo il litorale e l'entroterra costiero, incontrando una totale devastazione che ha purtroppo fatto lievitare il bilancio delle vittime e dei danni.
Ancora molto incerta è invece la situazione nei Cayos Miskitos, dove per il momento i soccorsi non sono ancora potuti entrare. In base ad alcuni reportage di giornalisti che hanno raggiunto quei luoghi con mezzi di fortuna ed a notizie extraufficiali (non riportate quindi dal SINAPRED), sembrerebbe che l'uragano Felix abbia completamente distrutto e sommerso i villaggi che sorgono sui Cayos. Durante la giornata di oggi, 6 settembre, è prevista una prima spedizione in queste zone e si teme che il numero delle vittime cresca nuovamente.

Secondo i dati forniti dal SINAPRED e dallo stesso Ortega, i morti accertati sarebbero ora 21 (membri del SINAPRED avrebbero però detto ad una radio nazionale di avere accertato la morte di altre 17 persone), 120 le persone scomparse (la maggior parte che si trovavano in mare a pescare nonostante gli avvertimenti della Defensa Civil), circa 50 mila le persone colpite, 10 mila le case distrutte. Attualmente ci sono ancora 15 mila persone distribuite in 76 rifugi che stanno ricevendo i primi soccorsi, alimentazione e indumenti.

Intanto le immagini che i canali televisivi nazionali hanno iniziato a trasmettere mostrano drammaticamente i risultati della furia di questo uragano di categoria 5, che ha investito zone già poco protette e allo stesso tempo molto povere, in cui le deboli case fatte di legno e lamiera hanno ceduto immediatamente a venti che hanno raggiunto i 270 km/h.
Un altro dato che inizia a trasparire mano a mano che i soccorsi entrano nelle comunità più isolate è che molta gente non avrebbe dato ascolto agli avvertimenti della Difesa Civile di abbandonare la zona e che abbia preferito chiudersi in casa sperando di proteggersi così dai forti venti.

Intanto stanno arrivando i primi soccorsi. Il PMA ha inviato ieri numerose tonnellate di alimentari, mentre sono arrivati i primi elicotteri delle forze armate statunitensi e di quelle honduregne con viveri e personale di soccorso. Durante la giornata di oggi è previsto l'arrivo di un Hercules proveniente dal Venezuela, mentre la società civile e il governo hanno attivato numerosi canali per la raccolta fondi.
Quello che da questo punto di vista si sta sviluppando è il contatto diretto tra le organizzazioni della società civile, università, scuole, sindacati della Costa Pacifica e realtà a loro collegate della Costa Atlantica per la canalizzazione diretta degli aiuti e dei fondi.

Il governo, intanto, ha inviato sul posto ministri e direttori delle imprese statali per fare un primo bilancio della situazione ed iniziare immediatamente i lavori di ricostruzione e riattivazione dei servizi basici. Sono inoltre stati attività i tanto discussi Consejos del Poder Ciudadano (CPC) per coordinare le operazioni di soccorso ed organizzare i primi lavori.
ENEL ha garantito di poter riattivare il sistema elettrico totalmente collassato in 5 giorni, mentre ENACAL ha garantito acqua potabile per i prossimi giorni, attingendo dalle scorte che erano state fatte, mentre iniziano i lavori per riattivare il normale servizio, almeno nelle città. Molto più complicata sarà invece la situazione nelle comunità più isolate dove non esiste una rete di distribuzione di acqua potabile e dove la maggior parte dei pozzi scavati sono stati completamente distrutti dall'uragano.
L'Instituto de Vivienda Urbana y Rural (INVUR) si è già messa al lavoro per definire i piani di ricostruzione delle case e degli edifici pubblici danneggiati o distrutti, mentre il Consejo Superior de la Empresa Privada (COSEP) ha messo a disposizione un fondo per la ricostruzione e la Camera della Costruzione ha garantito la ricostruzione di alcune migliaia di case.
La Ministra della Sanità, Maritza Cuan, ha intanto iniziato a concentrare personale medico nelle zone colpite dall'uragano, richiamando anche le brigate di medici cubani che stavano lavorando in altre zone del paese.

A conseguenza della Dichiarazione di Stato di Disastro nella Regione Autonoma dell'Atlantico Nord, esponenti del Ministero degli Esteri, del SINAPRED, della Segreteria Tecnica della Presidenza si sono riuniti con Alfredo Missair del Sistema delle Nazioni Unite e con Emilio Canda dell'Unione Europea. Entrambi sono anche presidente e vicepresidente della Tavola dei Paesi Cooperanti.
Edgard Orozco, direttore di Organizzazione e Operazioni del SINAPRED, ha informato i presenti che per il momento le risorse necessarie per iniziare la ricostruzioni sono di circa 30 milioni di dollari.
Alfredo Missair ha quindi annunciato che "di fronte alla drammatica situazione che sta vivendo la regione nord della Costa Atlantica è importante che tutta la Comunità Cooperante si mobiliti ed è già stata inoltrata una richiesta di 26 milioni di dollari".

Per il momento le piogge sono diminuite e non si registrano particolari danni nella zona centrale del Nicaragua.

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