Latina

Nicaragua - Ortega dichiara lo Stato di Disastro Nazionale

47 giorni sotto la pioggia
22 ottobre 2007
Giorgio Trucchi

Dichiarazione dello Stato di Disastro Nazionale

Dopo 47 giorni di intense piogge che hanno investito il Nicaragua, il Presidente Ortega ha deciso di dichiarare lo Stato di Disastro Nazionale. Questa decisione é stata presa dopo avere consultato il Sistema Nacional para la Prevención, Mitigación y Atención de Desastres (SINAPRED) ed aver accertato l'arrivo nei prossimi giorni sul territorio nazionale di altre due tormente tropicali (numero 37 e 38).
Secondo il responsabile della Defensa Civil, maggiore Mario Pérez Cassar (nella foto), il Nicaragua nell'ultimo mese e mezzo ha dovuto affrontare importanti fenomeni naturali: l'uragano Félix, due onde tropicali e un persistente stato di bassa pressione.
Se da una parte l'uragano Félix ha letteralmente devastato la Regione Autonoma dell'Atlantico Nord (RAAN), le onde tropicali e la bassa pressione che continua a persistere hanno provocato ingenti danni e perdita di vite umane nella zona occidentale del paese (Chinandega e León) e durante l'ultima settimana, nella zona nord, colpendo soprattutto la zona di Matagalpa e Jinotega.
Soprattutto nella zona di Matagalpa, dove 4 ore di pioggia concentrate su un territorio di soli 80 km2 hanno fatto straripare il Rio Grande ed hanno provocato sensibili danni a 2 mila persone, distruggendo un migliaio di case, 9 ponti, 530 km di strada e provocando la morte di una decine di persone, ha evidenziato come la distruzione ambientale e la deforestazione abbiano reso particolarmente vulnerabile ampie zone del paese.
Durante una conferenza stampa alla quale ha partecipato una delegazione di alto livello della Repubblica del Venezuela (con la partecipazione del Ministrto degli Esteri, Nicolás Maduro ed alti funzionari del governo), il presidente Ortega ed il SINAPRED hanno reso noto i danni provocati dai fenomeni naturali di questi ultimi 47 giorni ed hanno confermato la dichiarazione di Stato di Disastro Nazionale (testo completo su www.itanica.org ):

37.287 famiglie danneggiate per un totale di 216 mila persone
109 morti riconosciuti e 135 dispersi (circa 300 secondo la popolazione)
46 municipi e 537 località colpite,
22 mila case parzialmente o totalmente distrutte
150 edifici pubblici colpiti
100 mila ettari di coltivazioni distrutte e 46 mila animali d'allevamento morti
3 mila km di strade distrutte, di cui 1.410 km nell'area produttiva del paese
680 mila ettari di bosco devastati con una perdita di circa 600 milioni di dollari, danni nei bacini idrografici di Río Coco, Wawa, Kukalaya, Prinzapolka, Rio Grande de Matagalpa. Previsto un aumento del 74% dell'emissione di ossido di carbonio.

Il Ministro degli Esteri Venezuelano ha informato che il 27 ottobre arriverà una nave dal Venezuela con il materiale necessario per iniziare la ricostruzione nella Costa Atlantica, mentre il Ministro dell'Agricoltura, Ariel Bucardo, ha informato che sono già iniziate le operazioni per riattivare la produzione di fagioli, riso e mais. Durante la conferenza stampa, una telefonata in diretta del presidente del Venezuela, Hugo Chávez, ha informato Ortega che il suo governo inserirà i programmi di ricostruzione all'interno dei progetti dell'Alternativa Bolivariana para las Américas (ALBA), di cui il Nicaragua è parte integrante dal gennaio scorso. Ortega ha infine definito la strategia per affrontare la grave crisi che attraversa il paese e per trovare i fondi necessari alla ricostruzione. Secondo il presidente del Nicaragua, verrà chiesto alle Università, al Potere Giudiziale ed ai Comuni, la possibilità di utilizzare parte del loro bilancio garantito dalla Costituzione (6, 4 e 7 per cento rispettivamente del Bilancio della Repubblica) per poterlo utilizzare per la ricostruzione. Ha inoltre fatto un appello ai proprietari delle banche nazionali affinché accettino una rinegoziazione di parte del Debito Interno del paese (in modo particolare il pagamento degli interessi sui Buoni del Tesoro - CENIS - in possesso delle banche che hanno rilevato quelle fallite tra il 1999 e il 2001 e che per questo anno prevede un pagamento da parte dello Stato di circa 250 milioni di dollari). Ha infine annunciato che chiederà alle banche nazionali che hanno venduto quote azionarie a banche straniere, ottenendo entrate multimilionarie, il pagamente delle tasse su queste utilità, per poterle utilizzare per l'emergenza.

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