Latina

Nicaragua: Osa riconosce vittoria di Ortega e raccomanda profonda riforma elettorale

Aggressiva reazione di Washington e Costa Rica. Cse proclama i nuovi eletti
16 novembre 2011
Giorgio Trucchi

Dante Caputo (Foto END)

Managua, 16 novembre (LINyM).- Il capo delegazione della Missione di osservazione dell'Organizzazione degli Stati Americani, Osa, Dante Caputo, ha presentato la sua relazione finale su quanto osservato durante le elezioni dello scorso 6 novembre in Nicaragua. 

Durante la sessione speciale del Consiglio Permanente di questo organismo emisferico, sono state segnalate le principali problematiche che interessano il sistema elettorale nicaraguense ed è stato confermato che i risultati del sondaggio realizzato dall'Osa all'uscita dai seggi (una sorta di exit poll) coincidono con quelli diffusi dal Consiglio supremo elettorale, Cse, sancendo così la netta vittoria del presidente Daniel Ortega e del Fronte Sandinista, con oltre il 62 per cento dei voti.

 

Con questa relazione, che si aggiunge alle dichiarazioni rilasciate dal capo delegazione dell'Unione Europea, Luis Yáñez, due giorni dopo le elezioni, cadono definitivamente i dubbi sollevati dalle opposizioni circa una presunta e colossale "frode elettorale" perpetrata dal partito governante. Nonostante i principali candidati usciti perdenti - Fabio Gadea Mantilla e Arnoldo Alemán - e alcuni settori minoritari della cosiddetta "società civile" insistano a volere nuove elezioni e a non riconoscere la vittoria di Ortega, senza peraltro apportare nessun tipo di prova, la comunità internazionale ha già di fatto riconosciuto l'esito elettorale.
  
"I risultati (del sondaggio dell'Osa) sono simili a quelli emessi dal Cse e siamo anche venuti a conoscenza di procedimenti simili che sono giunti alle stesse conclusioni", ha affermato Caputo. "Il Consiglio supremo elettorale ha informato sul risultato delle elezioni, le quali indicano che il presidente Daniel Ortega è stato rieletto. Al momento di presentare questa relazione, una settimana dopo la diffusione di questa informazione (del Cse), non si conoscono pronunciamenti contrari da parte di nessuno Stato e quindi di nessun membro di questa organizzazione (Osa)", ha aggiunto.   
 
Secondo Informe Pastrán, l'Osa avrebbe realizzato il suo exit poll in 46 seggi distribuiti in tutto il Paese, con un margine d'errore dell'1 per cento. I risultati raccolti verso la mezzanotte del 6 novembre davano il Fsln al 59 per cento, Fabio Gadea al 36 ed Arnoldo Alemán al 3 per cento.
 
Durante la giornata di martedì (15/11), i magistrati del Cse hanno inoltre proclamati i nuovi eletti, desistimando i ricorsi presentati dall'Alleanza Pli e l'Alleanza Plc, per essere privi di fondamento e di prove aritmetiche. Con questa disposizione e tenendo conto che verranno attribuiti due seggi aggiuntivi - al secondo arrivato alle elezioni presidenziali (Fabio Gadea) e al presidente o vicepresidente uscente (Jaime Morales Carazo) - il Fsln ottiene 63 deputati, la Alleanza PLI 27 e Alleanza Plc solo 2.
 
Raccomandazioni  
  
La relazione presentata da Caputo ha anche affrontato i vari problemi osservati durante il processo elettorale e ha fornito varie raccomandazioni, alcune delle quali considerate molto urgenti, come ad esempio una serie di "profonde riforme che modifichino l'attuale Legge Elettorale". Tale legge è stata creata nell'anno 2000 dal Fsln e il Plc, che in quel momento erano le due principali forze politiche, con l'obiettivo di "spartirsi il controllo dell'apparato elettorale e forzare il 
bipartitismo", ha affermato Caputo.
 
Il capo Missione dell'Osa ha poi menzionato numerose irregolarità avvenute durante il periodo d'osservazione e anche vari difetti propri del sistema, come la confusione che esiste per l'accreditamento dei membri di lista e la consegna tardiva delle credenziali a circa 9 mila membri di lista dell'Alleanza Pli (non ha però accennato alla sospettosa manovra di questo partito che, a meno di 48 ore dal voto, ha deciso di cambiarne circa 19 mila, creando lo scompiglio nel Cse).
 
Caputo ha anche sottolineato i problemi emersi con la distribuzione dei documenti d'identità, il rifiuto ad accreditare alcune delle organizzazioni d'osservazione nazionale e una composizione (dei membri) dei seggi elettorali che "risponde alla realtà politica del passato, in cui due partiti politici avevano la predominanza".
 
Durante la lettura della relazione, l'ex ministro degli esteri argentino ha infine denunciato che a membri della Missione non è stato permesso l'immediato accesso a 10 dei seggi visitati, fatto che ha considerato come una violazione dell'accorso di accompagnamento elettorale firmato con il Cse.
 

 

L'Osa ha poi presentato le sue raccomandazione, tra cui si evidenzia l'urgenza di concedere maggior autonomia ai partiti politici per l'accreditamento dei propri membri di lista, che i seggi siano conformati da cittadini indipendentemente dalla loro affiliazione politica e migliorare il processo di emissione, gestione e consegna dei documenti d'identità.

Reazioni
 
L'ambasciatore nicaraguense all'Osa, Denis Moncada, ha dichiarato che per la prima volta nella storia del Nicaragua si realizzano elezioni in un ambiente di pace, stabilità e pertanto, in libertà. Ha inoltre detto che la vittoria sandinista è il frutto delle "politiche sociali promosse dal governo".   
Per il rappresentante canadese, Allan Cullham, è importante che nel continente si realizzino "elezioni trasparenti" e si è congratulato con il Nicaragua. Ha però aggiunto di avere ricevuto relazioni da vari osservatori, i quali "hanno sottolineato i problemi e le debolezze emerse durante le elezioni". Per questo motivo, ha chiesto al Nicaragua di lavorare per "rafforzare il sistema democratico".
 
Chiaramente ostile, invece, l'intervento dell'ambasciatrice statunitense Jullisa Reynoso, la quale ha mantenuto la linea segnata nei giorni scorsi dal Dipartimento di Stato, esprimendo forte preoccupazione per lo stato della democrazia in Nicaragua. Ha assicurato che il governo degli Stati Uniti vuole mantenere buone relazioni, ma che continueranno a difendere i diritti umani ed i principi democratici. Si è inoltre detta "preoccupata per le irregolarità del processo elettorale" e ha aggiunto che "le minacce di inibizione (contro candidati eletti) sono una rottura dei processi democratici".
 
Moncada ha immediatamente ricordato a Reynoso la lunga e triste storia di invasioni nordamericane in Nicaragua e il sostegno dato alla dittatura somozista. "In Nicaragua stiamo costruendo una democrazia a partire da tutto questo accumulato storico. Una democrazia inclusiva, popolare e non di élite, che è la democrazia che vogliono i nicaraguensi e non quella che qualcuno vuole imporci", ha affermato.  

Da segnalare infine il deprecabile comportamento della rappresentazione del Costa Rica, paese con il quale il Nicaragua ha in corso un conflitto territoriale che si sta dirimendo presso la Corte di Giustizia dell'Aia. Dopo avere messo in discussione la legalità delle elezioni, il rappresentante di questo paese non ha riconosciuto la vittoria elettorale del presidente Ortega.
 
 
Note: © (Testo e Foto Giorgio Trucchi - Lista Informativa "Nicaragua y más" di Associazione Italia-Nicaragua - www.itanica.org )
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