Brasile: parte la campagna per le Olimpiadi sostenibili
I giochi olimpici di Londra 2012 sono ormai alle porte, ma la campagna Fair Play lanciata in Inghilterra guarda oltre e si spinge fino a Rio 2016. Jogue Limpo è il corrispondente brasiliano di Fair Play: in entrambi i casi l’intento è quello di denunciare le violazioni dei diritti umani e sindacali ad opera delle grandi multinazionali dell’abbigliamento sportivo.
In Brasile le Olimpiadi del 2016, ma anche i mondiali di calcio previsti per il 2014, stanno già avendo un effetto devastante sulle classe medio bassa e sul sottoproletariato urbano. Le comunità che da anni vivono in condizioni precarie in spazi sottoposti ad un’opera di riqualificazione del territorio rischiano di essere sgomberate. Succede a Fortaleza, la capitale del Ceará, dove il treno veloce che collegherà ventidue quartieri cittadini per agevolare l’afflusso dei tifosi in uno degli stadi dei mondiali costringerà allo sfollamento di intere comunità, ma si preannunciano tempi duri anche per quei venditori ambulanti che campano sulla vendita dei gadgets agli appassionati di fronte agli ingressi negli stadi: per loro sarà impossibile avvicinarsi agli impianti sportivi, dove sarà venduto solo il materiale ufficiale legato alle due massime competizioni mondiali, lo stabilisce
Temi quali una mobilità urbana sostenibile, un lavoro sicuro, il diritto alla casa sono finiti nel dimenticatoio in tutte le più grandi manifestazioni sportive: Jogue Limpo vuol far in modo che le Olimpiadi brasiliane non arricchiscano una volta di più i soliti noti, multinazionali dell’abbigliamento sportivo, società dedite alla speculazione immobiliare o lobbies industriali che siano.
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