Latina

Honduras: Il Tribunale elettorale dice che Hernández ha vinto

Dopo la gigantesca mobilitazione di domenica, l’Alleanza esige il riconteggio dei voti o il ballottaggio
6 dicembre 2017
Giorgio Trucchi

Manifestazione a Tegucigalpa (Foto G. Trucchi | Rel-UITA)

Alle 5:15 di lunedí mattina, il presidente del Tribunale supremo elettorale, Tse, ha dichiarato chiuso lo scrutinio speciale. L’attuale presidente e candidato del partito di governo, Juan Orlando Hernández, risulterebbe vincitore delle elezioni generali superando Salvador Nasralla dell’Alleanza d’opposizione di circa 50 mila voti (1,6%).

La notizia arriva a poche ore dalla gigantesca manifestazione convocata dall’Alleanza (vedi galleria di foto) che ha invaso le strade di Tegucigalpa. Lo stesso è accaduto nelle principali città del paese. Durante la notte, la gente è scesa nuovamente in strada sfidando il coprifuoco imposto dal regime, percuotendo ritmicamente casseruole, pentole, padelle, bruciando copertoni, gridando a squarciagola “Fuera JOH” (vedi video).

“La mancanza di trasparenza in queste elezioni è davvero preoccupante e le decisioni prese fino a ora dal tribunale elettorale sono imbarazzanti e le condanniamo. Dimostrano disprezzo nei confronti di una popolazione che domenica scorsa ha manifestato massicciamente e pacificamente a livello nazionale. Una popolazione che continua a condannare i brogli e che non accetta che gli rubino la vittoria”, ha detto Bertha Oliva, membro della Convergenza contro il continuismo.

“È un modo per consolidare la dittatura in quanto si impone alla volontà del popolo, manca di rispetto alla comunità internazionale e dimostra che in Honduras viviamo una crisi istituzionale infinita”, ha aggiunto.

Per la coordinatrice del Comitato dei famigliari dei detenuti scomparsi in Honduras, Cofadeh, l’autorità elettorale deve accogliere le petizioni presentate dall’Alleanza d’opposizione, tra cui la revisione di più di 5mila verbali che sono stati inseriti nel sistema di conteggio senza la presenza dei partiti, né delle missioni d’osservazione, e anche il riconteggio dei voti di tre province -a maggioranza nazionalista (partito di governo)- in cui, sorprendentemente, l’affluenza al voto supera del 50% la media nazionale.

Riconteggio dei voti

Durante una conferenza stampa che si è svolta questo martedì, il candidato dell’Alleanza Salvador Nasralla e il coordinatore del partito Libertà e rifondazione Manuel Zelaya sono andati oltre e hanno chiesto la comparazione fisica della totalità dei verbali elettorali in possesso dei partiti con quelli inseriti dal Tse nel sistema di computo, il riconteggio di tutti i voti o, in alternativa, lo svolgimento –non previsto dalla legge elettorale- di nuove elezioni tra i due candidati.

Con il passare dei giorni emergono nuove anomalie che gettano ombre pesanti sull’intera competizione elettorale. “Stiamo vincendo la battaglia e la comunità internazionale si sta rendendo conto delle inconsistenze di queste elezioni. Vogliono rubarci la vittoria, ma non ci riusciranno”, ha detto Nasralla. Secondo il candidato dell’opposizione, alla frode elettorale avrebbe contribuito anche l’uso di un algoritmo che automaticamente invertiva i voti ricevuti dai due candidati principali.

Le missioni di osservazione elettorale dell’Unione europea e dell’Organizzazione degli stati americani hanno evidenziato queste anomalie e hanno chiesto con forza ai magistrati elettorali che si accolgano le richieste fatte dall’opposizione.

“Le elezioni sono ben lungi dall’essere concluse. Adesso comincia il periodo in cui i partiti possono presentare le proprie petizioni e i procedimenti d’impugnazione. Tutto ciò deve essere rispettato dal Tribunale supremo elettorale. È troppo presto per rilasciare una dichiarazione finale e per nominare il prossimo presidente”, ha detto Marisa Matías, a capo della missione degli osservatori dell'Unione europea.

Matías ha anche chiesto flessibilità alle autorità elettorali in quanto ai tempi a disposizione dei partiti per presentare petizioni e impugnazioni che, secondo la legge, è di soli due giorni. Questo -ha detto il capo delegazione- sarebbe un segnale di apertura, di disponibilità, di flessibilità e di trasparenza da parte del Tse. “Due giorni non ci sembrano sufficienti. Che sia il Tse insieme ai partiti a preparare un calendario che permetta di garantire la trasparenza”, ha dichiarato.

Sia la Ue che la Osa hanno detto che le richieste presentate fino a ora dall’Alleanza sono “legittime e ragionevoli” e servono a garantire “maggior trasparenza, riconquistare la fiducia dei cittadini nei confronti di questta istituzione e garantire che il voto della popolazione sia rispettato”.

Il capo missione dell’Unione europea ha infine condannato la repressione contro le manifestazioni pacifiche che si sono svolte a livello nazionale. Ha inoltre espresso cordoglio per i morti e i feriti di questi giorni di protesta popolare.

Secondo il Cofadeh, durante la settimana post-elettorale sarebbero già 13 le persone che hanno perso la vita, la maggior parte delle quali durante il coprifuoco e per mano di militari o corpi speciali della polizia. In questo senso desta stupore la decisione -già rientrata ieri- della base della polizia nazionale di incrociare le braccia (vedi video e foto) e di rifiutarsi di reprimere nuovamente la popolazione. Nell’appello rivolto alla società honduregna segnalano l’urgenza di risolvere l’attuale crisi e di garantire il rispetto dei diritti umani.

La protesta nelle strade

 “L’Alleanza ha già dimostrato che i dati sono stati manipolati. La stessa comunità internazionale ha chiesto la comparazione tra i verbali del Tse e quelli che hanno ricevuto i partiti”, ha spiegato Oliva

Per l’attivista dei diritti umani, se non si riuscisse a sconfiggere questo tentativo di ribaltare l’esito elettorale il paese potrebbe incendiarsi e la repressione sarebbe brutale. “La protesta continua, ci sono barricate per le strade e ci sono morti, feriti, detenuti, persone torturate. Nelle prossime ore la situazione potrebbe peggiorare. Il coprifuoco è un colpo di stato criminale e silenzioso” (vedi galleria di foto).

La coordinatrice del Cofadeh ha aggiunto che la popolazione si trova in una situazione di profonda vulnerabilità, forse peggiore di quella del 2009 quando l’Honduras venne scosso dal colpo di stato contro il presidente Zelaya. “Non siamo più un laboratorio per ‘colpi di stato striscianti’. Ora utilizzano e mettono in pratica meccanismi più raffinati. A questa gente non importa quello che dicono fuori dal nostro paese. Fanno solamente i loro interessi”.

Oliva ha lanciato un appello al candidato di governo affinché faccia marcia indietro e ponga fine a quella che considera una farsa elettorale. “La gente non lo vuole. Le elezioni lo hanno evidenziato chiaramente. Prima se ne va , meglio è per tutti”.

Fonte: Rel-UITA

Traduzione Gianpaolo Rocchi

Note: Traduzione Gianpaolo Rocchi
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