Ballottaggi municipali Brasile: al Psol Belém, capitale del Pará
Edmilson Rodrigues, già sindaco di Belém tra il 1997 e il 2004, ha guadagnato il 51,76% delle preferenze rispetto a Everaldo Eguchi, il candidato delle destre che si è fermato al 48,24% dei consensi. Sottolineando che la sua vittoria è avvenuta nel segno della democrazia e contro il fascismo, Rodrigues ha ricordato più volte che uno degli aspetti più difficili della sua campagna elettorale è stata la battaglia contro le fake news del bolsonarismo.
Il nuovo sindaco si è detto sicuro che almeno una parte degli elettori che hanno preferito votare il suo avversario lo hanno fatto non in quanto fascisti, ma a seguito delle fake news diffuse dall’estrema destra, i cui risultati peraltro sono stati di nuovo deludenti, come al primo turno, rispetto al centro destra tradizionale e al cosiddetto centrão che ha tolto voti al bolsonarismo, come dimostrano i ben 5 prefeitos eletti sotto le insegne del Movimento Democrático Brasileiro.
Inoltre, la vittoria del candidato del Psol assume un particolare rilievo perché Belém è una delle principali città dell’Amazzonia, dove, sotto il bolsonarismo, sono cresciuti gli incendi, il disboscamento, il fenomeno del grilagem (land grabbing) e gli episodi di violenza contro indios e contadini senza terra.
Il successo di Edmilson Rodrigues si è concretizzato soprattutto grazie alla coalizione Belém de Novas Ideias, composta da Psol, Partido dos Trabalhadores (Pt), Partido Democrático Trabalhista (Pt), Unidade Popular (Up) e dai partiti comunisti brasiliani.
Già al primo turno Rodrigues, docente all’Universidade de São Paulo (Uspo, aveva un vantaggio di circa 10 punti percentuali rispetto a Eguchi.
Tuttavia, il secondo turno delle municipali è stato caratterizzato anche da alcune ombre. Delle 25 capitali dove si sono tenute le elezioni, solo una sarà governata da una donna, Cinthia Ribeiro, del Psdb (Partido da Social Democracia Brasileira – centro-destra), nuova prefeita di Palmas, capitale del Tocantins.
Quanto a Manuela D’Ávila, del Partido Comunista do Brasil (PcdoB), che aveva conquistato il ballottaggio a Porto Alegre (Rio Grande do Sul), si è dovuta arrendere al candidato del centro-destra.
Anche Guilherme Boulos non ce l’ha fatta, sconfitto a San Paolo da Bruno Covas, del Partido da Social Democracia Brasileira, con un distacco che ha quasi raggiunto il 20%.
La carriera di Bruno Covas si è sempre caratterizzata per la sua presenza tra i vertici dei tucanos, tanto da aver già ricoperto il ruolo di amministratore della megalopoli, in qualità di vice sindaco di João Doria, dall’ottobre 2016.
Privatizzazioni a scapito delle politiche pubbliche e un totale disinteresse per questioni ritenute invece fondamentali da Boulos, come il diritto alla casa, hanno caratterizzato la gestione della città da parte dei tucanos.
Tuttavia, nonostante il buon numero di consensi ottenuti da Boulos al primo turno, che facevano forse sperare in un confronto più equilibrato con Covas, la sua candidatura ha comunque aperto un varco, come molti altri compagni di partito, portando il Psol al ballottaggio in numerose città (Porto Alegre, Recife, Vitória e Belém), un fatto impensabile fino a pochi anni fa.
Boulos, insieme a Luiza Erundina, che avrebbe ricoperto il ruolo di vicesindaco, è riuscito a guadagnarsi di nuovo il sostegno della classe operaia di San Paolo, come hanno sottolineato numerosi analisti politici, portando la contesa elettorale sulla sfida tra una minoranza che è padrona di tutto ed una maggioranza costretta all’esclusione sociale e civile, ma non più politica perché ha trovato nel Psol una nuova forma di rappresentanza.
Boulos è il tipico esempio di lottatore sociale che, in qualità di leader dei Sem teto, è stato protagonista di innumerevoli battaglie di strada, a partire da quella per il diritto all’abitare e rappresenta la risposta migliore sia al neofascismo bolsonarista sia al neoliberismo della destra tradizionale che, con Eduardo Paes, ha di nuovo ripreso il controllo di Rio de Janeiro, strappandola con grande facilità all’amministrazione evangelica di Marcelo Crivella, il quale aveva impostato tutta la sua campagna elettorale sulle fake news contro le sinistre, la comunità lgbt e lo stesso Paes, già prefeito della città fluminense dal 2009 al 2016.
Il bolsonarismo può dire, invece, di aver contribuito alla vittoria di Sebastião Melo, che, pur appartenendo al Movimento Democrático Brasileiro, ha attinto a piene mani dalla retorica del Messia Nero, presidente per sconfiggere Manuela D’Ávila (PcdoB), la quale ha ottenuto comunque un considerevole 45,37% delle preferenze contro il 54,63% del suo avversario.
La lezione principale che ci giunge dalle municipali è che solo un fronte unito delle sinistre potrà sfidare le destre in occasione delle presidenziali del 2022.
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