Elezioni in Honduras: cosa c'è in gioco
Sono elezioni complicate, che si svolgono in un clima molto teso, dove è ancora vivo il ricordo del golpe civico-militare del 2009, così come quello degli anni di repressione, persecuzione, lawfare, incarcerazioni e omicidi che hanno caratterizzato i governi neoliberisti post colpo di Stato.
Dopo la denuncia presentata da Marlon Ochoa, uno dei titolari del Consiglio nazionale elettorale (Cne), circa un piano orchestrato dall'opposizione per boicottare e destabilizzare il processo elettorale del 30 novembre, sul quale ancora indaga la Procura, lo stesso Ochoa ha messo in guardia da quanto potrebbe accadere con il Sistema di trasmissione dei risultati preliminari (Trep).
Durante la simulazione realizzata nei giorni scorsi, delle 4.362 schede trasmesse, solo 1.556 sono giunte a destinazione, pari al 35,7%. Analogamente, dei 1.340 dispositivi biometrici utilizzati, solo 317 si sono connessi (23,7%).
Lo stesso giorno, migliaia di membri del Partito nazionale (Pnh) si sono mobilitati nella capitale chiedendo elezioni libere e trasparenti e accusando il partito al governo (Libre) e la sua candidata Rixi Moncada di futuri brogli.
Per cercare di districarsi all'interno di una congiuntura complessa e polarizzata, abbiamo parlato con Luis Méndez, attivista sociale, poeta e regista honduregno.
Con la schiacciante vittoria di Xiomara Castro e del partito Libertà e rifondazione nel 2021, spiega l'analista, si è registrato un significativo passo in avanti nella gestione dell'amministrazione pubblica. Si è inoltre posto fine al tradizionale sistema bipartitico all'interno delle istituzioni.
"La vittoria del partito Libre – prosegue – ha rappresentato uno shock per le élites economiche, politiche e religiose, ed è per questo che faranno di tutto per impedirgli di rimanere al governo".
Ciò a cui stiamo assistendo, aggiunge Méndez, è una brutale offensiva volta a delegittimare qualsiasi progresso compiuto in questi quattro anni.
"Siamo di fronte alla vecchia politica tradizionale, alleata dell’ingerenza statunitense, delle grandi aziende e dei settori imprenditoriali legati al copione neoliberista, al progetto di espropriazione e smembramento del settore pubblico"
Un lupo mimetizzato
Le elezioni honduregne sono anche condizionate da interessi strategici e geopolitici. Sia il movimento di resistenza che il partito Libre rappresentano un ostacolo a questi interessi.
Secondo Méndez, le elezioni honduregne non possono essere scisse dal contesto regionale, dove le difficili relazioni tra Stati Uniti, Colombia e Venezuela, unite alla massiccia presenza militare statunitense nei Caraibi, stanno esacerbando gli animi.
"Un secondo periodo di Libre al governo rappresenta un'ulteriore battuta d'arresto per gli obiettivi geostrategici di dominio statunitense in America Latina. Lo vedremo in qualche modo riflesso nelle elezioni. Non dimentichiamo l'uso artificioso degli 'osservatori elettorali' in altre elezioni".
Campagna d'odio
Un altro strumento utilizzato dall'opposizione è l'impiego di campagne di odio e fango lanciate attraverso i grandi gruppi multimediali che, in Honduras, sono nella quasi totalità controllati dagli stessi che hanno avuto un ruolo decisivo nel colpo di stato contro l'ex presidente Manuel Zelaya.
"Si sta cercando di costruire una narrazione per delegittimare sia l’operato del governo, sia quello del partito Libre, dicendo che sono uguali a chi li ha preceduti. Tuttavia, Xiomara Castro e chi l'ha accompagnata in questa esperienza non ha nulla a che fare con quella che è stata la narcodittatura e la struttura criminale che ha preso il controllo dell'Honduras per 12 anni".
Secondo l'analista, anche nascondere i risultati dell'amministrazione Castro e ignorare che la partecipazione dei cittadini è tornata ad avere un significato all'interno della politica statale, fanno parte della stessa campagna di disinformazione.
"Ci sono state contraddizioni, si sarebbero potuto fare molto di più e, soprattutto in termini di accesso e difesa di terra, territori, beni comuni, così come di risposta alle esigenze delle popolazioni indigene e contadine, il bilancio è insufficiente.
In chiusura, l'attivista sociale ha ricordato che in Honduras è in atto uno scontro tra due progetti: quello neoliberista, basato sull'espropriazione e la privatizzazione della cosa pubblica e quello della lotta emancipatoria del popolo e della difesa della cosa pubblica.
"La destra, pur presentandosi come vittima, è quella che cerca di generare il caos e impedire lo svolgimento delle elezioni. Intende imporre, nella coscienza collettiva, una narrazione mediatica che vede Libre come colpevole. Tuttavia, ho fiducia che esistano le condizioni per proseguire con il progetto di cambiamento iniziato da Xiomara Castro".
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