Latina

Brasile una democrazia sabotata

5 ottobre 2004
José Genoino (trad. M. Di Terlizzi)
Fonte: Linha Aberta. Brasile, ottobre 2004.

Nel corso del 20° secolo, la democrazia brasiliana ha sofferto due forme di
sabotaggio. La prima ha raggiunto le istituzioni democratiche e le regole di
base della democrazia ed i suoi processi, come il suffragio universale, la
libertà di organizzazione ed espressione, il pluralismo dei partiti, lo Stato
democratico di Diritto, l'esercizio limitato del potere e l'alternanza al potere.
Il regime militare, che è durato circa 20 anni, ha rappresentato il più lungo
periodo di sospensione della democrazia nel nostro paese. Il carattere
autoritario del regime militare non fu dovuto soltanto ai militari. Molti
politici furono avvantaggiati e fecero carriera all'ombra delle imposizioni
della forza. Il senatore Jorge Bornhausen (PFL - partito del fronte liberale) è
uno di quei politici che prepararono e svilupparono la loro carriera nel ventre
della dittatura.

In compenso, la maggior parte degli attuali dirigenti del PT (partito dei
lavoratori) ha resistito al regime dittatoriale. Insieme agli attivisti di altri
partiti democratici, molti dei leader del PT furono imprigionati, torturati ed
esiliati per essersi opposti al regime autoritario. Il PT è figlio di tale lotta
di resistenza democratica ed è figlio della lotta per la ridemocratizzazione,
che ha avuto nella campagna delle Diretas (elezioni dirette del presidente) e
nella rivendicazione dell'amnistia i due momenti simbolici della restituzione
della libertà politica al paese. Non si ha traccia che il senatore Bornhausen
abbia partecipato a tali lotte.

Nell'articolo pubblicato sulla Folha avantieri, il senatore Bornahausen ha
preteso dare lezioni di democrazia al PT ("Sabotaggio contro la democrazia",
pag. A3). Diciamo: se confrontiamo la storia del senatore di Santa Catarina con
la storia del PT, suona ridicola, spudorata e insultante la lezione di
democrazia che pretende darci. Si tratta di un insulto non solo al Partito dei
Lavoratori, ma all'opinione pubblica democratica ed alla società brasiliana.

Nella grado in cui l'azione politica è un'attività che si può prestare alla
demagogia ed all'inganno, uno dei criteri più adeguati per giudicare il vero ed
il falso, il legittimo e l'illegittimo è il criterio della prassi storica di
ciascun individuo. La storia del senatore Bornhausen non gli conferisce
legittimità per dare lezioni di democrazia a nessuno. Ancora meno a quelli che
hanno lottato per la riconquista delle libertà politiche ed individuali. Manca
al senatore la legittimità pratica per sostenere il suo discorso.

Un numero molto significativo dei teorici contemporanei della democrazia
stabilisce l'esigenza che questa si definisca per mezzo di un contenuto
sostanziale, consacrato nell'idea che deve esprimere un regime di equità e di
giustizia sociale.
Fra tali teorici ci sono molti liberali, sull'esempio di Amarthia Sen. Sostiene,
insieme ad altri pensatori, che l'esercizio adeguato della libertà politica
richiede che gli individui siano detentori di determinate condizioni
sostanziali, definite come condizioni materiali adeguate di esistenza. Senza la
garanzia di tali condizioni, gli individui non sono capaci di godere delle
libertà politiche formali.

Il secondo sabotaggio che la democrazia brasiliana ha sofferto nel 20° secolo è
consistito nel renderla non percorribile come democrazia sostanziale, come
regime di equità e di giustizia sociale. Il signor Bornhausen ha appoggiato
governi che hanno bloccato lo sviluppo della democrazia - intesa come il regime
di equità e giustizia sociale.

Si dica che nel governo Fernando Henrique ha appoggiato misure che hanno
elevato, in otto anni, il debito pubblico dal 33% del PIL al 57% del PIL e la
pressione fiscale dal 26% del PIL al 36% del PIL. Tali misure hanno bloccato la
democrazia sostanziale, hanno ipotecato il futuro di varie generazioni ed hanno
limitato la capacità di azione del governo attuale e di governi futuri. E' stata
tale irresponsabilità nei confronti del Brasile un fattore che ha determinato la
bassa crescita, l'alta disoccupazione e la dipendenza rispetto ai creditori,
determinata da tassi di interesse rovinosi.

Dopo aver lottato per la conquista delle libertà politiche ed individuali
formali, adesso il PT, insieme ai suoi alleati, sta lottando, attraverso il
governo Lula ed i vari governi dei comuni e degli Stati per consolidare la
democrazia sostanziale, l'equità e la giustizia sociale. E' ciò che stiamo
facendo con la ripresa della crescita economica, lo sviluppo sostenibile e la
generazione di posti di lavoro.

Nel 2003 abbiamo riorganizzato lo Stato e la economia; il 2004, il 2005 ed il
2006 saranno anni di crescita garantita. Da gennaio ad agosto di quest'anno sono
stati creati più di 1,4 milioni di posti di lavoro regolari. Oltre a garantire
il superamento della povertà per mezzo dello sviluppo e del lavoro, lo
realizziamo con programmi di ridistribuzione, come la Borsa-Famiglia, oppure
programmi estensivi come l'Università per Tutti.

Rispettiamo il PFL come un'istituzione partitica legittima, formata da molti
politici degni. Comprendiamo che la democrazia brasiliana dovrebbe essere
costituita da partiti forti, compreso il PFL, che rappresenta una specificità
partitica. La faziosità del senatore Bornhausen contro il governo Lula e la sua
azione distruttiva contro il PT non lo colloca all'altezza di una direzione
adeguata di un partito che già ha governato il Brasile e la cui classe dirigente
dovrebbe cercare di legittimarlo attraverso il confronto di idee e proposte.

Una delle azioni che non ha contribuito al rafforzamento della democrazia è
quella rivolta all'indebolimento ed alla distruzione dei partiti politici.

(*)

Note: José Genoino è il presidente nazionale del PT.
Questo articolo è stato pubblicato nella colonna Tendências/Debates
dell'edizione del 30/09/04 della Folha de S. Paulo.

traduzione di Marco Di Terlizzi a cura di Peacelink

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