Brasile: a Manaus si sogna un'altra Amazzonia
Nel cortile di Rua Elexandre Amorin 392, nel cuore del centro storico di Manaus, proprio dietro al grande e roseo Teatro Amazonas, il quarto Forum Sociale Panamazzonico è già iniziato. Anche se ufficialmente il meeting si aprirà solo alle 15 (le 20 in Italia), alla sede del Sindacato dei Lavoratori delle Telecomunicazioni che ospita il comitato organizzatore del Forum, i lavori di preparazione fervono da diversi giorni. Qui infatti che si incontrano ogni pomeriggio i circa duecento volontari che si stanno occupando degli aspetti più pratici dell'evento: la ricerca di alloggi in città per chi sta arrivando, la preparazione delle cartelline con i programmi, la messa a punto finale dei cartoncini di riconoscimento da consegnare ai partecipanti. Si lavora in piccoli gruppi, dentro l'edificio o nel cortile, seduti in cerchio, alternando il lavoro alle chiacchiere, mentre fuori la pioggia equatoriale non dà tregua e ogni tanto salta la corrente elettrica. «È inverno - spiegano - piove tutti i giorni, almeno per un paio di ore». Sono soprattutto donne: studentesse, rappresentanti di movimenti sociali, attiviste. Come Rosineià, del movimento Sem Teto Do Norte, o Marfeley dell'Associazione comunitaria Gleba Florestal, oppure Ilana e Ana Celia che studiano giornalismo all'Università Federale dell'Amazzonia. Molte di loro, nei prossimi giorni, parteciperanno a laboratori, conferenze, dibattiti e ribadiranno il loro ruolo di protagoniste delle lotte sociali di questa immensa regione.
Quello delle donne sarà così una sorta di forum nel forum che si concluderà il 22 gennaio con una grande assemblea e la preparazione di un documento che individuerà le prossime campagne mondiali di lotta. Ma non solo le donne avranno una particolare visibilità nel meeting pan amazzonico di quest'anno. Così come è avvenuto per Porto Alegre, infatti, anche il forum di Manaus è stato suddiviso in grandi aree tematiche che raccolgono le istanze di diversi settori dei movimenti sociali: dagli ambientalisti agli omosessuali, dagli indios ai giovani, dai lavoratori agli afro-discendenti.
«Il Forum Pan Amazzonico è il primo figlio del Forum Mondiale - spiega Luis Del Roio, membro del Consiglio Internazionale del World Social Forum - è stato il primo forum regionale a nascere dopo Porto Alegre 2001 e ne segue l'evoluzione». Il primo Social Forum Panamazzonico fu infatti realizzato nel 2002 a Belem, nello stato brasiliano del Parà, una città considerata la porta di accesso alla grande foresta pluviale, coinvolgendo sopratutto organizzazioni e movimenti della regione pan amazzonica.
Dall'anno successivo l'incontro, che si svolse nuovamente a Belem, iniziò ad attirare delegazioni straniere: italiani, francesi, spagnoli. Oltre che, ovviamente quelle dei paesi che si affacciano sul grande polmone verde del pianeta: Venezuela, Ecuador, Bolivia, Perù Guiana, Suriname e Guiana francese. Parola d'ordine, allora come oggi, «Un'altra Amazzonia è possibile». Nel 2004, mentre il Forum mondiale si trasferiva nel continente asiatico, quello pan amazzonico cambiava stato e sceglieva come residenza temporanea Ciudad Guayana in Venezuela.
La realtà e le problematiche del Venezuela bolivariano di Chavez, nonché i cambiamenti del Forum Mondiale, hanno profondamente influenzato la stessa natura dell'evento convincendo organizzatori e partecipanti della necessità di rinsaldare le alleanze regionali e favorire gli incontri fra i movimenti popolari che stavano portando avanti le stesse lotte. «L'unione fa la forza», potrebbe insomma essere il motto e il significato ultimo di questo evento perché, come sottolineano gli stessi organizzatori, «Le politiche di sfruttamento dei popoli indigeni della selva peruviana sono le stesse per i popoli indigeni del Brasile o della Colombia e l'unico modo per combattere la trasformazione in merce delle risorse e della biodiversità dell'Amazzonia è lottare insieme».
Un'unità che almeno sulla carta esiste dato che hanno preso parte alla nascita dell'evento 2005 i movimenti più diversi: dai sindacati dei lavoratori (Cut, Gta), a quelli dei musicisti, e degli scrittori, dalle organizzazioni missionarie e cattoliche (Conselho Indigenista Missionario, Caritas Arquidiocesana) alle ong. Ma non è tutto. Il Forum Panamazzonico ha infatti anche un importante componente istituzionale, al punto che l’evento sarà ufficialmente aperto dal governatore dello stato di Amazonas, dal sindaco di Manaus e da inque sottosegretari dei ministeri dell'ambiente e della cultura. Ed è forse proprio questa doppia natura, movimentista e governativa, che rende il Forum pan amazzonico una sorta di grande prova generale per Porto Alegre. Ma soprattutto una cartina di tornasole del particolare momento politico che sta vivendo il Brasile di Lula sempre più in crisi di consensi e con il Pt, il partito del presidente, uscito non troppo bene dalle ultime amministrative. «I nodi fondamentali del forum panamazzonico saranno in particolare due - spiega Del Roio - la capacità o meno di supportare e rendere incisive le componenti più popolari del governo su questioni delicate come ad esempio gli Ogm e il nodo diplomatico Venezuela-Colombia divenuto adesso di estrema attualità e urgenza».
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