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9 Agosto : La Giornata Internazionale dei Diritti dei Popoli Indigeni

Crisi Umanitaria e violazione dei diritti dei popoli indigeni in Colombia

In Colombia, sessantacinque dei centodue popoli indigeni riconosciuti come tali, sono stati dichiarati “ a rischio, dovuto al conflitto armato, alla discriminazione e ala mancanza di protezione”.
3 settembre 2011
ORGANIZACIÓN NACIONAL INDIGENA DE COLOMBIA (Traduzione e adattamento di Ernesto Celestini)

Fotocomposizione pubblicata nell'articolo

Il 9 agosto di ogni anno si celebra la "Giornata Internazionale dei Popoli Indigeni" e nella diciottesima ricorrenza l'Organizzazione Nazionale Indigena della Colombia ONIC, ha voluto mandare un messaggio di saluto ai 5000 villaggi e ai 370 milioni di indigeni del mondo.
Questa giornata è frutto di dure lotte sostenute per conquistare il riconoscimento e la promessa di sviluppare regolamenti, decreti, accordi, dichiarazioni dei diritti umani che proteggano le condizioni di vita di tutti i popoli indigeni del mondo. Ma dopo diciotto anni si è ancora lontani dal vedere realizzati gli impegni presi da stati e governi. Per questo motivo l’ONIC in questo giorno invita gli indigeni e  tutti gli Stati del mondo a ricordare i soprusi subiti e le continue denuncie presentate per violazione dei diritti umani.
Dopo una premessa comune a tutti i popoli indigeni, l’ONIC ha presentato un quadro completo sulla situazione generale in cui vivono oggi i popoli indigeni della Colombia:


Il panorama attuale delle violazioni dei diritti dei popoli indigeni è un fattore critico, sistematico e ripetitivo, nonostante le sollecitazioni delle Nazioni Unite, che hanno chiesto al governo colombiano di affrontare lo stato di crisi acuta secondo quanto previsto dagli accordi sui diritti umani dei popoli indigeni. Allo stesso modo, la Corte costituzionale ha informato che 35 popoli indigeni ( vedi http://www.survival.it/popoli/nukak) sono minacciati di estinzione a causa della guerra e del “ desplazamiento”, l’esodo, l’emigrazione per la sopravvivenza. Le popolazioni indigene in Colombia continuano a sperare che il governo nazionale applichi quanto stabilito, nella Dichiarazione delle Nazioni Unite sui Diritti dei Popoli Indigeni 13 settembre 2007, firmata senza riserve.

Colombia, le regioni in verde sono abitate da piccole tribù come i  Nukak Maku, i Guayaberos, che abitano i villaggi del Guaviare, ormai ad alto rischio di estinzione.

La vita è difficile e pericolosa per tutti gli indigeni ma esistono certi popoli ( es.: i Nukak Maku e i Guayaberos che abitano nei villaggi del Guaviare o gli Hitnu e i Sichuan del Dipartimento di Arauca) che sono ormai ad alto rischio di estinzione. La presenza di gruppi armati legali e illegali nei loro territori li ha costretti a modificare il loro modo di vivere tradizionale e diventano vittime di deportazione forzata, minacce, uccisioni o quanto meno sono costretti a vivere in spazi sempre più ristretti e controllati. Non godono di nessun diritto sociale, economico e culturale e devono sopportare malattie nuove per loro, senza nessuna assistenza sanitaria di base.I popoli più pesantemente colpiti nel 2011 da atti in violazioni dei diritti umani ci sono gli Awa, che vivono nel Nariño, i Paez o Nasa, che vivono nel Cauca, gli Embera, che vivono in nove dipartimenti lungo la costa pacifica, i Wayuu sparsi nella vasta area della penisola Guajira sul golfo e i Sinu, che vivono nei Dipartimenti di Cordoba e di Sucre. Ma violazioni avvengono, e sono avvenute, anche con tanti altri popoli indigeni che hanno dovuto abbandonare le loro terre e trasferirsi

I desplazados vivono ai margini delle grandi città per sfuggire a guerriglia, minacce, sparizioni, omicidi, massacri, mine antiuomo. Molti vivono di stenti in baracche di periferia, dopo che, nelle loro terre, avevano sopportato anni di prepotenze e umiliazioni da parte di narcos e paramilitari. Dopo che i loro figli erano stati reclutati con la forza dalla guerriglia, dopo che le loro terre erano state occupate e i luoghi sacri profanati. Dopo che le loro donne avevano subito violenze e abusi sessuali e infine dopo che per le loro denunce erano stati perseguitati e poi arrestati.

Ma il desplazamiento degli indigeni e la loro scomparsa non sono solo un problema etnico, sociale o umano ma come sempre a muovere qualsiasi evento c’è un interesse economico da perseguire con mezzi legali o illegali:

Il controllo e lo sfruttamento del territorio degli indigeni.

Tambo, vita nelle terre indigene Il governo ha annunciato un piano politico di sviluppo che prevede di assegnare, entro il 2050, l’utilizzo delle risorse naturali del paese a società, che saranno le “Locomotive” dell’economia, che potranno estrarre ricchezze naturali da tutte le zone dove ancora si trova oro, argento, petrolio, acqua, coltan, legname .........
Questo progetto insieme all’impulso già dato alle monocolture per la produzione di biocarburanti, è in assoluto contrasto con il modo degli indigeni di procrarsi il cibo, cacciando e cercando in grandi spazi incontaminati. Le esigenze del progresso, delle industrie, delle nuove colture richiedono di segnare e ridurre sempre più i confini entro cui sono costretti a vivere i popoli indigeni tanto da essere minacciati nel diritto alla loro terra e alla stessa esistenza loro e delle generazioni future.

La Commissione inter-americana dei diritti umani il 17 febbraio 2011 ha pubblicato un rapporto che afferma: "La prospettiva della scomparsa di ciascuno dei 65 popoli indigeni colombiani che sono stati dichiarati a rischio a causa, o per effetto del conflitto armato, la discriminazione e la mancanza di protezione, comporta una serie di violazioni trasversali profonde e storiche dei diritti individuali e collettivi dell'uomo, ai sensi della Convenzione Americana sui Diritti umani. La Commissione invita pertanto lo Stato colombiano ad adottare, immediatamente e in conformità con i suoi obblighi internazionali, azioni propositive e vigorose oltre a misure efficaci per garantire il rispetto e promuovere l'esistenza fisica e culturale dei diritti umani dei popoli indigeni che abitano da tempo immemorabile il loro territorio". 

Nel contesto di conflitti armati, gli indigeni sono "vittime del conflitto armato interno in forma acuta e sproporzionata" e per quanto riguarda i diritti delle donne "le donne indigene colombiane vivono una situazione discriminatoria multipla, sia per l’essere donna che per essere indigene, condizioni che le rendono maggiormente vulnerabili agli impatti dei combattimenti, del desplazamiento, della povertà e dell’emarginazione. "
Poi la CIDH ha commentato i risultati di un precedente atto della Corte costituzionale (Ordine 004 del 2009) riconoscendo la propria preoccupazione perché quasi due anni dopo l'adozione dell'Ordine non esista ancora né il Programma di Garanzia dei diritti dei popoli indigeni colpiti dal conflitto armato e dal “desplazamiento forzado”, né qualsiasi piano di tutela etnica, tanto che si continuano a commettere gravi violazioni dei diritti umani nei confronti dei popoli indigeni della Colombia ". ...  La Commissione ha esortato ancora il governo della Colombia a sforzarsi per creare e implementare presto ed efficacemente tutti gli strumenti di politica pubblica che servano per proteggere la popolazione indigena dalla violenza armata e dalle conseguenti azioni di violazione dei diritti umani, che hanno continuato a perseguitare i popoli indigeni nel 2010 ". ...
In base agli obblighi internazionali sottoscritti e alla Dichiarazione dei Diritti e Doveri dell'Uomo, lo Stato colombiano deve definire i titoli di proprietà delle terre, con la piena partecipazione e il consenso delle popolazioni e delle comunità coinvolte nel prendere decisioni che possano influenzare i loro diritti senza che vengano prese misure tendenti a ridurre gli attuali diritti territoriali dei popoli indigeni".
Per una miglior comprensione del significato di quanto esposto l’ONIC ha diffuso una

Analisi delle violazioni del diritto alla vita dei popoli indigeni avvenute in Colombia da Dicembre 2010 a Agosto 2011.

La maggior parte delle violazioni sono state compiute dalla guerriglia (47%) e dai gruppi paramilitari (36%), ma anche l'esercito ( 12%) èmenzionato tra i responsabili. Fattore comune a tutti questi reati è che normalmente restano senza un colpevole perché, per timore di rappresaglie degli stessi gruppi di aggressori, le vittime non li denunciano. Il delitto più frequente è l’omicidio, che a volte si trasforma in massacro, come avvenuto nelle comunità Emberà e Sinu tanto da considerare Antioquia, Córdoba e Sucre. come le regioni più violente del paese. Le mine anti-uomo hanno provocato circa la metà delle vittime, tra cui alcune decedute, questo fenomeno è concentrato nella parte sud del paese, nel dipartimento di Nariño dove vive una popolazione pacifica e ormai sempre più remissiva. 

Si sono osservati tre casi di desplazamientos di grossi gruppi di famiglie, fuggite dalle loro case delle campagne del Cauca e del Choco perché prima minacciate dalla guerriglia e poi per non restare coinvolte negli scontri a fuoco tra FARC ed esercito.


Il problema carcerario

In Colombia è sentito maggiormente dagli indigeni, sia per il superaffollamento dei penitenziari, sia per la pesante situazione sociale che provoca un continuo aumento dei detenuti politici dovuti al conflitto armato che dura da oltre cinquant’anni.
I carcerati che scontano pene per reati comuni sono messi in cella con leader di comunità, contadini, indigeni, discendenti afro, studenti, attivisti dei diritti umani, tutti detenuti in condizioni disumane e degradanti, con una pessima assistenza sanitaria e spesso soggetti a violenze fisiche e altre forme di repressione e punizione.
Benché esista tutta una legislazione speciale che prevede e riconosce lo stato di indigeno ed il diritto ad un trattamento differenziato basato sul rispetto per la cultura gli usi e i costumi indigeni, nelle carceri colombiane esistono circa 750 indigeni detenuti (che spesso non parlano spagnolo, non conoscono la legge e non comprendono nemmeno i motivi per cui vengono tenuti prigionieri) costretti a vivere in penitenziari ordinari assoggettati a modi di vivere a cui non sanno adattarsi tanto che spesso avvengono delle vere tragedie psichiche che, normalmente, restano sconosciute a chiunque.

I diritti delle donne

Nei consultori per la donna e la famiglia, nella Scuola Nazionale di Formazione indigena e nei consultori per i Diritti Umani, si è potuto constatare che nei territori indigeni la situazione dei diritti delle donne è allarmante, malgrado molte note inviate dalla Commissione delle Nazioni Unite, gli accordi, le dichiarazioni e tutta la legislazione nazionale esistente in materia di diritti delle donne indigene, niente è cambiato. Le donne indigene che vivono nei loro territori soffrono di molteplici violazioni, sono soggette a discriminazione, soffrono una povertà estrema ed un alto grado di analfabetismo, non possono possedere terra propria e non hanno assistenza medica specialistica. Queste situazioni sono ancora più gravi quando le comunità vivono in mezzo a un conflitto e le donne diventano bersaglio di violenza per motivi politici ed economici.

 Nanuk-Maku Malgrado tutto le donne continuano a lavorare portando i bambini con sé, caricando legna o acqua e tutto ciò che serve per portare avanti la famiglia. Anche la situazione sanitaria è particolarmente allarmante. Malattie già sconfitte o sotto controllo nella medicina occidentale, si ripresentano dove l’igiene, l’alimentazione e la prevenzione sono decisamente insufficienti. La carenza di assistenza sanitaria ha fatto si che donne e bambini muoiano dimenticati e senza essere nemmeno citati nelle statistiche ufficiali.
Che le donne mangino quel che resta del pasto dei bambini e degli uomini risulta dall' alta l’incidenza di malnutrizione congenita rilevata tra i bambini e dall'alterazione del loro processo di crescita e di sviluppo.

Lo stato di povertà e soggezione economica, sociale e culturale impedisce alle donne di esercitare i diritti civili e politici e di partecipare, in condizioni di parità, alla vita politica della comunità, trattenendole in un vortice continuo di esclusione da tutti i loro diritti.
La violenza fisica e psicologica vissuta durante i conflitti armati nei territori sottopone le popolazioni indigene ad un fuoco incrociato dell'esercito nazionale, dei paramilitari, dei guerriglieri, dei narcotrafficanti, dei latifondisti e dei proprietari terrieri in lotta per il controllo dei territori.
La relazione ONIC termina con l'elenco completo delle relazioni di Polizia con nomi, date e descrizione delle violenze subite dagli indigeni.

Note: Abbiamo voluto fare una breve sintesi della relazione annuale dell’ONIC che descrive le condizioni di vita e racconta qualcosa dei motivi che continuamente e inevitabilmente sono il presupposto per la fuga, per la cacciata degli indigeni dalle loro terre, e presupposto anche di tanti traumi psico-sociali, che non raramente sfociano nello sfruttamento sessuale dei bambini e degli adolescenti, nella perdita delle tradizioni e dei legami sociali e culturali con il passato.
Abbiamo mostrato foto e istruzioni su come far disperdere e dementicare lingue e culture. Su come un popolo dopo aver perso i propri valori religiosi e sociali deve affacciarsi nella realtà di un paese estraneo, popolato da gente di cui non è pronto a capire il comportamento e le regole che segue. Continua a ripetersi così, ancora dopo cinquecento anni, l’antico dilemma indio: “Accettare il potere imposto dall’ Imperatore straniero o svanire e nascondersi nel proprio Eldorado? Forse fu per questa domanda, ancora senza risposta, che si cominciò ad usare la parola “Desplazado” che rende molto bene un concetto non solo fisico ma soprattutto psichico e morale.



http://www.survival.it/notizie/6402
http://www.survival.it/popoli/nukak
http://www.survival.it/notizie/6807
http://www.survival.it/popoli/nukak/cocaina
http://www.survival.it/notizie/5463

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