“Nel segno della nonviolenza. Don Lorenzo Milani, profeta di libertà”
Sono passati quarant’anni da quando, nel febbraio del 1965, un gruppo di cappellani militari in congedo votava un ordine del giorno nel quale dichiaravano di considerare «un insulto alla Patria e ai suoi caduti la cosiddetta obiezione di coscienza che, estranea al comandamento cristiano dell’amore, è espressione di viltà».
Quarant’anni da quando don Lorenzo Milani, priore di Barbiana, rispose di getto con la Lettera ai cappellani militari, che venne pubblicata integralmente dal settimanale “Rinascita”, sollevando un violento dibattito a livello politico ed ecclesiale, e che gli guadagnò una denuncia presso il procuratore della repubblica di Firenze da parte di un gruppo di ex combattenti. Don Milani cominciò così uno straordinario lavoro di ricerca, portato avanti anche assieme ai suoi ragazzi, teso non tanto a stendere
una propria autodifesa o a fondare le ragioni dell’obiezione di coscienza, quanto piuttosto a interrogarsi più ampiamente sul rapporto dei cittadini con le leggi, sul valore della libertà, sulle condizioni dell’obbedienza, sulla necessità della giustizia, sulla dignità di ogni uomo, sulla menzogna della guerra, sulla necessità dell’assunzione di responsabilità.
Don Lorenzo Milani venne assolto dal tribunale di Roma il 15 febbraio 1966, ma la corte d’appello, su ricorso del pubblico ministero, ribaltò la sentenza, condannandolo il 28 ottobre 1968. Don Lorenzo era morto un anno prima…
In un tempo come il nostro, nel quale c’è il rischio di scivolare nelle seduzioni della violenza, coltivando l’odio, seminando il terrore o magari immaginando di garantire la sicurezza e la pace attraverso una rinnovata corsa agli armamenti, la Lettera ai cappellani militari e la Lettera ai giudici rimangono, con il loro richiamo alla coerenza di fronte al messaggio nonviolento del Vangelo, documenti provocatori che costringono a riflettere sulla frettolosa e superficiale giustificazione della violenza e della guerra
da parte di tanti cristiani.
Questo calendario riporta solo qualche piccolo passo di quanto scritto da don Milani in quei mesi. Nella speranza che sia di stimolo per tornare a rileggere per intero quelle pagine scomode dell’inquieto priore di Barbiana.
Mons. Tommaso Valentinetti, Vescovo di Termoli e Larino
Presidente di Pax Christi Italia
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