Anche Verona per la campagna “Ponti e non muri”
Lunedì 21 novembre, presso la sede del Centro Missionario Diocesano, Pax Christi di Verona ha incontrato Nandino Capovilla, parroco di Murano, responsabile della nuova campagna “Ponti e non muri” ed Elisabetta Tusset che con lui ha scritto un bel libro Nei sandali degli ultimi. In terra santa con
Etty Hillesum, carico di riflessioni sofferte, terribili e intensamente poetiche. Nell’agosto scorso don Nandino ha accompagnato in Palestina e in Israele un gruppo di giovani vicini a Pax Christi, tra i quali Martina Castioni di Lugagnano, lungo un percorso di conoscenza e di condivisione per tessere possibili occasioni di pace. All’incontro era presente anche la
veronese Alberta Marin, tornata in città dopo tre mesi di permanenza a Ramallah, testimone della sua “atroce impossibilità di vivere normalmente”, dove il paesaggio umano e naturale viene continuamente “sconvolto, deturpato e violato” in una sorta di “stupro collettivo sulla terra del Dio biblico percorsa dal Figlio”.
Per don Capovilla ed Elisabetta Tusset la campagna si basa su tre elementi:
1. le esperienza di viaggio, le immagini di sofferenza, la partecipazione all’immenso dolore del popolo palestinese prigioniero di un lungo muro di
separazione che rende a sua volta prigioniero anche il popolo israeliano. Tra le testimonianze presentate, sono emerse quelle di una famiglia palestinese
frantumata e divisa a causa del muro che separa Gerusalemme Est dal resto della città e l’intervento di Michel Sabbah, patriarca latino di Gerusalemme e
presidente internazionale di Pax Christi, deciso nel rifiuto dell’occupazione dei territori palestinesi, causa prima della violenza;
2. le decisioni della Corte Internazionale di Giustizia dell’Aja e dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite che, nel luglio 2004, hanno dichiarato “illegale” la costruzione del muro e che, ultimamente(marzo 2005), hanno condannato l’erezione di una barriera che riveste i caratteri della conquista (“bisogna riconoscere che assistiamo attualmente sulla West-Bank all’annessione pura e semplice di un territorio sotto il pretesto della sicurezza”) e dell’umiliazione (“una insostenibile e costante violazione dei diritti umani fondamentali”, disoccupazione, degrado, povertà);
3. le parole di Giovanni Paolo II del 16 novembre 2003 riguardanti la costruzione di “un nuovo ostacolo sulla strada della pacifica convivenza. In realtà non di muri ha bisogno la Terra santa , ma di ponti!” e di Benedetto XVI del 12 ottobre 2005 sulla città di Gerusalemme “luogo di incontro tra le religioni e i popoli, reale luogo di pace”. Un bel segnale di mobilitazione nonviolenta contro il muro è avvenuta pochi giorni fa, il 18 novembre, nel villaggio di Aboud, per iniziativa di gruppi cristiani (cattolici e ortodossi), mussulmani (con il muftì di Gerusalemme, Temimi), molti ebrei israeliani e alcuni volontari dell’Operazione Colomba (tra i quali è attiva un’altra veronese, veterinaria e capo scaut, Cristina Graziani).
La manifestazione è terminata con alcuni feriti dovuti al lancio di gas lacrimogeni per opera dei soldati israeliani; essa costituisce un buon segnale grazie al modo determinato, disarmato, orante e nonviolento di protestare e di operare.
Tra le varie iniziative presenti a Verona (invio di lettere ai governi italiano e israeliano; lampada della pace con l’olio di Taybeh; sostegno al
patriarcato latino di Gerusalemme; attività degli istituti veronesi Fracastoro e Marconi, del Comune di Verona coi suoi gemellaggi, dei Cantieri del Dialogo
di Villa Buri, delle Acli e dell’Azione Cattolica su Gerusalemme, dell’Agesci con la luce di Natale, del Tavolo interreligioso, della Rete Lilliput, delle “donne in nero”, del coordinamento “Verona città di pace”, dell’associazione Effetà per i sordomuti, della Diocesi e altro) sta partendo l’invio di cartoline della nostra città al leader del movimento Nonviolento Palestinese Nafez Assaily, Box 20961, Est Jerusalem, 91202 Palestine-Israel. La specificazione “Est Jerusalem, Palestine” permetterà agli uffici postali, ai postini e a quanti leggeranno le cartoline di interrogarsi sulla situazione di Gerusalemme, città che dovrebbe essere capitale di due Stati, culla e riferimento per tre religioni, che invece vede la zona orientale, futura capitale di uno stato che ancora non c’è, occupata dall’esercito, soffocata da un muro devastante e da insediamenti illegali che la circondano. E’ una proposta orientata a costruire solidarietà e a generare sicurezza nella pace, una sicurezza comune per tutti, coscienti che la pace dell’altro è la nostra pace.
Per informazioni sulla Campagna è bene prendere
contatti con nandyno@libero.it e con
info@paxchristi.it e vedere www.paxchristi.it. Per
sostenere le iniziative nonviolente del villaggio di
Aboud si può fare riferimento a
www.operazionecolomba.org e all’e-mail: npcod@gmx.net
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