CON UNA CARTOLINA GERUSALEMME E' ANCHE PALESTINA!

Rispondi anche tu all’invito del Movimento Nonviolento palestinese.

Aiutaci a ricordare ai postini israeliani che Gerusalemme dev’essere capitale di due Stati: quello d’Israele che c'è già e quello di Palestina che non c'è ancora...

Invia una cartolina dalla tua città a:

NAFEZ ASSAILY
BOX 20961
EAST JERUSALEM
PALESTINE

Gerusalemme, agosto 2005
Mentre il mondo resta indifferente di fronte all’occupazione di quasi 100 kmq di terra palestinese, Gerusalemme est e i 200.000 palestinesi che la abitano resteranno soffocati dal muro di odio condannato dall’Onu e dalla Corte dell’Aja. ANCHE TU PUOI FARE QUALCOSA: CON UNA CARTOLINA unisci la tua voce a quella del Consiglio Ecumenico delle Chiese, di Benedetto XVI e delle Nazioni Unite:

“La risoluzione ONU 242 chiede il completo ritiro, compresa Gerusalemme Est. E’ necessario uno status senza esclusioni e senza discriminazioni. La città è collegata ai destini dei due popoli, israeliano e palestinese. Gerusalemme deve restare una città aperta e pluralista; dev’essere una città condivisa”.
(CEC, dicembre 1998)

“Vogliamo che la città di Gerusalemme sia sempre più un luogo di incontro tra le religioni e i popoli, che sia realmente un luogo di pace”.
(Benedetto XVI, 12 ottobre 2005)

“L’attenzione su Gaza ha permesso ad Israele di proseguire con la costruzione del Muro, l’espansione degli insediamenti e la de-palestinizzazione di Gerusalemme, senza alcuna critica. E’ un apartheid peggiore di quello in sud Africa”.
(Rapporto Onu 28 settembre 2005)

PONTI E NON MURI

Una Campagna di Pax Christi per abbattere i muri dell’odio e gettare ponti di pace, cominciando da Gerusalemme
Tra il 1948 e il giugno del 1967, Gerusalemme venne divisa in due: Gerusalemme ovest, che copriva un’area di circa 38 chilometri quadrati sotto il controllo di Israele, e Gerusalemme est, che conteneva un’area di circa 6 chilometri quadrati, sotto il controllo della Giordania. Nel giugno del 1967, in seguito alla guerra dei sei giorni, Israele annesse una settantina di chilometri quadrati al confine municipale di Gerusalemme ovest, ed impose lì la legge di Israele. Israele tratta i residenti palestinesi di Gerusalemme est come immigrati, che vivono nelle loro case col beneplacito delle autorità e non per diritto. Le autorità mantengono questa politica benché questi palestinesi siano nati a Gerusalemme, vivano in città, e non abbiano altra casa. Trattare questi palestinesi come stranieri arrivati in Israele è sbalorditivo, poiché è stato Israele ad entrare in Gerusalemme est in 1967. E dal Patto Briand-Kellogg del 1928 in poi, l’acquisizione di territorio con la forza è vietata, sia essa un’aggressione o un atto di legittima difesa. Come diretta conseguenza, il Rapporto 2005 della Commissione dei diritti umani delle Nazioni Unite ricorda che “La risoluzione 478 del 1980 delle Nazioni Unite dichiarò che le misure prese da Israele per annettersi Gerusalemme Est erano nulle e non avvenute e non dovevano essere riconosciute dagli Stati”.
Lo scopo principale del governo di Israele, da quando Gerusalemme Est venne annessa nel 1967, è stato di creare una situazione demografica e geografica che ostacolasse ogni tentativo futuro di sfidare la sovranità di Israele sulla città. Israele ha usato vari metodi: isolando fisicamente Gerusalemme Est dal resto del “West Bank”, costruendo barriere e un muro di separazione, espropriando la terra, demolendo le case e discriminando i palestinesi nelle pianificazioni e costruzioni di edifici, appropriandosi delle terre di proprietà di palestinesi che non siano in grado di provare che il loro centro di vita sia a Gerusalemme, dividendo ingiustamente il budget tra le due parti della città, con effetti pesantissimi sulle infrastrutture e i servizi a Gerusalemme Est.
La politica israeliana infrange gravemente i diritti dei residenti di Gerusalemme est e viola in flagrante la legge internazionale.

(Fonte: BTSELEM, Centro Israeliano per i Diritti Umani, Luglio 2005)

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