UN ANTICIPO DI PRIMAVERA
Spunta un po’ come un fiore di questi tempi, a segnare un anticipo di primavera, la rivista trimestrale ‘ INTERDIPENDENZA per il dialogo tra le religioni e le culture per la pace e la cooperazione,’edita dal Centro Studi Mastri Buddha di Torino.
Alla presentazione dei due primi numeri a Merano,martedì 14 febbraio,presso la Casa delle Associazioni,il giornalista scrittore Francesco Comina, che ha sottolineato il progetto culturale che vi sta dietro, ovvero il cambiamento di rotta rispetto al modo con cui la cultura globale sta seguendo quello che sta accadendo nel mondo, lo scontro di civiltà come progetto politico, teorizzato da Samuel Huntigton. Nasce invece con ‘Interdipendenza’ uno strumento nuovo per dare spazi di dialogo al centro dei conflitti, perché ovunque possano spandersi semi di riconciliazione e di pace. Ruolo fondamentale di questa rivista è leggere la storia con altri occhi, a partire dalle diverse angolature che riflettono il volto plurale dell’unico Dio. Immancabile il riferimento a Raimund Pannikar, per cui il compito delle religioni è di vivere la loro radicalità costruendo cammini di partecipazione e riconciliazione. Preziosa la voce, al tavolo di presentazione, del monaco buddista Thubten Rinchen, che facendo riferimento alle parole del Dalay Lama, ha indicato il Buddismo come ponte tra il materialismo e la religione. Interessante la sottolineatura che la creatività umana è un fattore trascendente, e che in questa c’è un frammento della luce di Dio. La creatività che è sempre infinita sorpresa e stupore: un riferimento alla parola di S.Paolo: ‘è per grazia che la fede arriva’.La creatività come forza interiore che fa rischiare la vita, come liberazione dall’attaccamento, dall’odio…In sintonia il teologo locale don Paolo Renner, direttore dell’Istituto di scienze religiose, ha menzionato l’asserzione del noto teologo Hans Kung,secondo cui ‘ non ci sarà pace nel mondo senza una pace tra le religioni’.
Le inciviltà si scontrano, mentre le civiltà si incontrano, dialogano, si sforzano di capirsi: cerchiamo tutti quella verità ‘mente sottile’ secondo la terminologia buddista, universale. Forse quello che ci rende interdipendenti, ha affermato il teologo cattolico, è l’amore, che non è solo un sentimento,ma un’energia enorme; la scienza non può misurarla, però è esprimibile. Le religioni cercano di far capire che è l’energia che anima il tutto,che porta a incontrarsi senza paura. Quello che ci attira dell’altro è la diversità, così tra le civiltà, le religioni. Il bello delle religioni è che sono differenti. Cusano, con una sensibilità che precedeva i suoi tempi, arrivava a scrivere che vi è una sola fede, pur nella diversità delle religioni. Il sapiente coglie l’unità di tutte le religioni.Ed oggi emerge più che mai che non ci sarà pace tra le nazioni se non ci sarà pace tra le religioni. E’ quindi provvidenziale questa nuova rivista per discernere la voce delle religioni da altre voci che non sono accreditate a farlo. Pensiamo a quanta ignoranza e pregiudizio emerge dalle trasmissioni televisive più seguite .Le religioni ci ricordano tutte che Dio ci ha creato interdipendenti: non possiamo solo vivere, dobbiamo convivere. Se non si ha questa coscienza dell’interdipendenza non si è una religione, ma una setta.
E’ bene quindi creare strutture e occasioni per vivere questa interdipendenza.
Era presente il Direttore responsabile di ‘Interdipendenza’ , Claudio Torrero,che ha spiegato il nome come parola adeguata alla realtà sociale odierna, con l’obiettivo di aiutarci a riconoscerci appartenenti e corresponsabili di questa famiglia umana. Le religioni, sottolineava, possono essere usate per ragioni poco religiose, nel passato e oggi; non per questo le religioni in sé devono essere accusate: è l’uso che se ne fa. A livello più profondo contengono ciò che ci unisce. Al Direttore interessa che emergano le radici delle culture umane che sono nelle religioni, nel senso più laico possibile.Il progetto di questa rivista vuole essere quindi un processo di confronto il più ampio possibile, punto di incontro a livelli diversi,politico, sociale, filosofico, costruendo una nuova cultura critica di meccanismi sociali ed equivoci culturali.
La conclusione condivisa da tutti i presenti a questo bellissimo momento di presentazione,è stata che siamo di fronte ad un progetto culturale di altissimo profilo,ed implicitamente ancora una volta abbiamo compreso che sta a ciascuno di noi valorizzare con le proprie energie ed i propri canali queste sempre nuove opportunità perché non si spenga la speranza nel nostro tempo.
Gina Abbate Merano, 19.02.06
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