Prima tappa, Roma 2006 Dal bollettino NEV
L'ecumenismo in Europa tra disillusione e speranza
I lavori della III Assemblea ecumenica europea aperti dalla vescova luterana Kässmann e dal cardinale Kasper
L'ecumenismo è un cammino importante e fondamentale anche per le minoranze religiose italiane che lo vivono sia nel loro dialogo con le altre famiglie confessionali, sia al loro proprio interno. E' quanto ha sottolineato il prof. Gianni Long, presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), nel saluto inaugurale rivolto ai 150 delegati, riuniti presso il Clarhotel di Roma, dal 24 al 27 gennaio, per la prima tappa della Terza Assemblea ecumenica europea (AEE3), organizzata dalla Conferenza delle chiese europee (KEK) e dal Consiglio delle conferenze episcopali d’Europa (CCEE). Gianni Long ha evidenziato le novità portate in Italia dai flussi migratori che hanno determinato un incremento numerico delle chiese protestanti, ma hanno anche portato queste ultime a confrontarsi con modi diversi di vivere la stessa tradizione di fede, facendo addirittura dei “protestanti nati in Italia una minoranza all’interno della minoranza protestante del paese”, con i frutti e le sfide che ciò comporta. Anche questo, ha concluso Gianni Long, è un aspetto importante del dialogo ecumenico europeo.
A portare un saluto all’assemblea anche il card. Camillo Ruini, presidente della Conferenza episcopale italiana (CEI) e il metropolita Gennadios, arcivescovo della Sacra arcidiocesi ortodossa d’Italia e di Malta. Ruini ha parlato delle sfide che si pongono al cristianesimo in Europa che, già “faro della fede cristiana e della cultura umanistica”, starebbe “svuotandosi della sua forza culturale, morale e religiosa”. Ruini ha affermato che è “urgente una nuova alleanza tra la fede cristiana e l’umanesimo europeo per far fronte ai gravi problemi che si pongono oggi sulla scena mondiale”.
Sono seguite le relazioni del card. Walter Kasper, presidente del Pontificio consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani, e della vescova luterana Margot Kässmann, della Chiesa evangelica tedesca (EKD), che hanno affrontato la questione della situazione ecumenica in Europa. Kasper, che ha definito l’Europa come un insieme di valori che ha profonde radici nel cristianesimo, ha ammesso che l’ecumenismo, sebbene sia un “processo irreversibile”, stia attraversando un momento di “disillusione”, dovuto alla mancata concordia delle chiese sui suoi obiettivi e sulla concezione della chiesa. Secondo Kasper il movimento ecumenico deve coinvolgere tutti i cristiani e deve proporsi come anima di una cultura rinnovata in Europa. Anche la vescova Kässmann ha parlato della crisi del movimento ecumenico, seguita alla “euforia” data da risultati come la Dichiarazione congiunta luterano-cattolica sulla giustificazione del 1999, e ha citato l’ostacolo costituito dal documento “Dominus Jesus” con cui la chiesa cattolica rifiuta di riconoscere le chiese della Riforma come tali, definendole mere 'comunità ecclesiali'. Kässmann ha poi esortato a non ignorare l’anelito alla condivisione dell’eucaristia, che secondo lei non necessita dell’unità dei cristiani come presupposto, ma anzi può essere un mezzo per rafforzare le chiese nel cammino ecumenico.
Tratto dal NEV del 25 gennaio 2006
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