Vita e pace: unico Vangelo
“Nessuno può pretendere di “possedere la verità”, soprattutto in ambito giuridico-politico, su argomenti straordinariamente complessi e delicati come quelli riguardanti la bioetica, la vita nascente, la realtà familiare, la ricerca della felicità, le problematiche interconnesse della vita e della pace. La prima nostra preoccupazione riguarda proprio la pratica della ricerca della verità nel dialogo e l’acquisizione di una visione globale e unitaria dei problemi. La vita e la pace sono sorelle che camminano assieme. O crescono assieme o cadono assieme.
I credenti, quindi, non possono annunciare il messaggio cristiano della vita sempre con processi alle intenzioni, con giudizi perentori, offrendo divieti e condanne. Possono annunciare la bellezza della vita solo in modo globale e gioioso, favorendo un clima di fiducia, di speranza e di serenità, valorizzando il decisivo contributo femminile.
Riteniamo necessario ricordare a noi stessi, alle comunità cristiane e a tutti i nostri compagni di strada che la vita va tutelata e promossa nella sua varietà e interezza sempre e ovunque. La vita è un bene globale, comune, conviviale, interdipendente, laico, cristiano, ecumenico, interreligioso, universale. Solo se coerente e completa “la scelta della vita” diventa verace, credibile e autorevole. Il Vangelo della vita e Vangelo della pace formano l’unico Vangelo di Cristo.
Al nostro Congresso Nazionale di Napoli (aprile 2005), abbiamo ricordato Etty Hillesum, ebrea olandese immersa nel dolore di Auschwitz, che intendeva proporsi come “il cuore pensante della baracca”. Il nostro compito: diventare cuore pensante della vita quotidiana e mondiale e testimoniare la bellezza della nonviolenza come ideale e come metodo, come fine, mezzo e stile di vita, come polvere della storia e soffio dello spirito, come luogo di relazioni conviviali.
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