SINTESI DEL GRUPPO DI LAVORO SULLA FORMAZIONE ALLA NONVIOLENZA
Loredana, Angela, Valeria, Fulvio Bucci, Giovanni, Giovanni Scudieri
Mons. Bettazzi, Oscar, Tommaso, Camilla
RELATORE: PIO CASTAGNA
Nel gruppo si sono percorse due fasi. Una prima in cui, dopo una carrellata di presentazione dei partecipanti e delle ragioni della scelta del gruppo, si è esperita la fase di chiarire concettualmente la nonviolenza da una parte e la violenza dall’altra. Ciò non per disquisizione teorica, quanto per agevolare poi il compito proprio della seconda fase in cui sono emerse concretamente le indicazioni per un percorso di formazione alla nonviolenza, a partire dallo specifico di Pax Christi.
Le indicazioni che di seguito sono elencate, partono dai bisogni diffusamente emersi sul piano degli strumenti da acquisire e gli ambiti di intervento.
Si è ribadito che tale percorso di formazione va al di là del vincolo etico del quinto comandamento, ma che la nonviolenza, per un Movimento con il nostro, deve metterci anche nelle condizioni di dover divenire soggetti sociali di cambiamento, in modo da meglio supportare la nonviolenza nel macro sociale. Vedasi a questo punto l’apporto che potrebbe derivare ai nuovi modelli di sviluppo e di difesa.
Schematicamente le indicazioni emerse sono:
- LIVELLO ECCLESIALE
1. attivazione delle commissioni di giustizia e pace diocesane
2. definizione di percorsi di catechesi della nonviolenza
3. studio biblico, esegetico e magisteriale
- LIVELLO SOCIALE
1. definizione di percorsi di educazione alla pace nelle istituzioni (scuola, enti locali e altre agenzie educative presenti in un dato territorio)
2. recupero e valorizzazione nella scuola della storia della nonviolenza, individuando testi che esplicitamente facciano ad essa riferimento
3. individuare la famiglia come laboratorio di sperimentazione della nonviolenza, attraverso un’adeguata educazione ai rapporti
- LIVELLO DI PAX CHRISTI
1. potenziamento e diffusione di occasioni di formazione permanente alla nonviolenza ad ampio spettro ( scuola, famiglia, Chiesa, gruppi)
2. riattivazione dei punti pace con percorsi locali, con somministrazione di strumenti di facile apprendimento.
3. ridefinizione e potenziamento del ruolo dell’Onu, a partire dalla sperimentazione nel piccolo delle azioni di interposizione nonviolenta nei conflitti in atto.
4. contribuire ad arricchire il dibattito sulla Difesa popolare nonviolenta sul piano non solo dell’analisi, ma delle strategie da adottare.
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