Tesi Congressuali

28 aprile 2001

CONGRESSO NAZIONALE PAX CHRISTI

Marina di Massa, 28 aprile - 1 maggio 2001

Le tesi sono un documento preparato da un'apposita commissione, discusso e approvato dal Consiglio Nazionale uscente al fine di stimolare i singoli, i punti pace e piu' in generale i compagni di cammino a riflettere sui temi che sarebbero stati discussi nei gruppi
di lavoro durante i lavori del Congresso. Da questi sarebbero poi uscite le mozioni, approvate (o no) durante la plenaria finale, che rappresentano la consegna concreta fatta dal Congresso al nuovo Consiglio Nazionale per il cammino dei prossimi quattro anni.

Mi fu rivolta questa parola del Signore: “che cosa vedi, Geremia?” Risposi: "vedo un ramo di mandorlo"
Il Signore soggiunse: “hai visto bene, perché io vigilo sulla mia parola
per realizzarla” (Ger 1,11-12)

La Parola ci convoca e ci invia a costruire la pace

Ripartire dall'ascolto della Parola di Dio che illumina la storia e il nostro cammino (La Parola) per operare un attento discernimento dei Segni dei Tempi con quanti professano il nome di Gesù o credono in Dio in altre tradizioni religiose (Ci convoca) per tradurre in gesti di riconciliazione e partecipazione quella Pace che è dono di Dio e patrimonio condiviso del Movimento (Ci invia a costruire la Pace).

La Parola

Isaia 55,10-11
Come infatti la pioggia e la neve
scendono dal cielo e non vi ritornano
senza avere irrigato la terra,
senza averla fecondata e fatta germogliare,
perché dia il seme al seminatore
e pane da mangiare,
così sarà della parola
uscita dalla mia bocca:
non ritornerà a me senza effetto,
senza aver operato ciò che desidero
e senza aver compiuto ciò per cui l'ho mandata.

Come amava ripetere d. Tonino, la Pace è "made in cielo", cioè prima di tutto creatura e dono di Dio alle donne e agli uomini di ogni tempo. Così l'ascolto attento e obbediente della Parola ci rivela il volto originario della pace e indica i suoi sentieri. E' la Parola infatti che illumina la storia, che smaschera le false paci fondate sulla violenza e l'oppressione. E' la Parola che denuncia l'ingiustizia e accompagna l'intervento di Dio a fianco del popolo dei poveri e degli oppressi. E' la Parola che, incarnatasi in Gesù, assume nella storia trinitaria di Dio la storia umana, rigenerandola nella Convivialità delle differenze. E' la Parola che ci guida a riconoscere nella pace la categoria sintetica che riassume il progetto globale di salvezza che Dio ha riservato all'umanità; progetto escatologico che necessita però di essere iniziato nella storia, attraverso la creazione di condizioni di vita dignitose per tutti.
Per questo all'interno del Movimento e nei gruppi il ruolo principale sarà riservato all'ascolto della Parola di Dio, letta a partire dagli oppressi, per tener deste le coscienze e la speranza, in vista di un servizio sempre più fedele alla causa della Pace.

Obiettivi specifici di questo esercizio saranno:

· Approfondire la vocazione profetica di Pax Christi
· Comprendere meglio la Bibbia quale storia del popolo con Dio, per leggere alla luce di questo rapporto, le storie dei popoli di oggi e il cammino che Dio va a compiere con essi.
· Imparare a leggere la Bibbia in modo comunitario a partire dalla realtà di tutti gli oppressi.
· Illuminare, attraverso la Bibbia, l'identità e i compiti di Pax Christi
· Favorire momenti di preghiera o predisporre delle tracce, per coltivare una autentica Spiritualità della Pace
· Elaborare una Teologia della Pace, come teologia contestuale, che tenendo in giusta considerazione le altre discipline umane, possa essere il fondamento specificatamente cristiano di ogni scelta e azione del Movimento
· Nello Spirito della "Pacem in Terris", discernere alla luce della Parola gli attuali Segni dei Tempi: gli oppressi che assurgono al ruolo di soggetti-protagonisti della loro Storia; la condizione delle donne nelle diverse realtà sociali; l'incontro e la convivenza di diversi popoli, culture e religioni.

Ci convoca

Isaia 2,2-5
Alla fine dei giorni,
il monte del tempio del Signore
sarà eretto sulla cima dei monti
e sarà più alto dei colli;
ad esso affluiranno tutte le genti.
Verranno molti popoli e diranno:
"Venite, saliamo sul monte del Signore,
al tempio del Dio di Giacobbe,
perché ci indichi le sue vie
e possiamo camminare per i suoi sentieri".
Poiché da Sion uscirà la legge
e da Gerusalemme la parola del Signore.
Egli sarà giudice fra le genti
e sarà arbitro fra molti popoli.
Forgeranno le loro spade in vomeri,
le loro lance in falci;
un popolo non alzerà più la spada
contro un altro popolo,
non si eserciteranno più nell'arte della guerra.
Casa di Giacobbe, vieni,
camminiamo nella luce del Signore.

Nello spirito dell'Incontro di Preghiera delle Religioni per la Pace ad Assisi, il 27 ottobre 1986, crediamo che:

· sia lo Spirito a convocarci nel nome e al servizio della Pace, che solo può essere perseguita nell'unità, perché opera di Dio, non è esclusiva di nessun gruppo sociale o religione.
· Sia lo Spirito ad indicarci nell'Ecumenismo un compito sempre più urgente della nostra azione, e fedeli all'antica dottrina patristica riconosciamo la presenza della Parola di Dio in ogni tradizione religiosa. Per questo rinnoviamo il favore già espresso nel Congresso del 1997 al Movimento Macroecumenico proposto dal vescovo brasiliano Mons. Pedro Casaldáliga nell'ambito delle Assemblee del Popolo di Dio, celebrate a Quito nel '92, a Bogotà nel '96 e a … nello scorso mese di novembre; e ci impegniamo affinché ogni aderente ed ogni punto pace si attivi, secondo le rispettive potenzialità, come strumento di dialogo religioso.
· Sia lo Spirito a confermare la nostra appartenenza alla Chiesa cattolica secondo l'indicazione di don Tonino: "per esplicitare e mettere in circolo lo straordinario magistero (destinato diversamente a rimanere sepolto sotto valanghe di altri messaggi) che la Chiesa sta producendo in tema di pace. È urgente portare sino alla periferia tutto ciò su cui, non solo il Papa, ma a volte anche i vescovi di piccole diocesi (si pronunciano), affinché questo nutrimento dottrinale venga metabolizzato dal tessuto ecclesiale", e ancora: "per aiutare la chiesa a vivere lo Shalom biblico, considerando l'annuncio della pace come il principio architettonico della sua prassi pastorale".
· Sia lo Spirito che ci chiama a cogliere i suoi frutti e i segni di speranza presenti oggi nella nostra Chiesa, e perciò anche a riconoscere alcune dinamiche ambivalenti. Se da un lato infatti gli insegnamenti del Concilio Vaticano II, i gesti profetici degli ultimi pontefici ed il lavoro quotidiano di tanti artigiani della pace, hanno reso possibile gesti di riconciliazione, insperati fino a pochi decenni fa, dall'altro la pubblicazione di qualche documento ufficiale di difficile comprensione, le affermazioni inopportune di alcuni prelati o le discutibili prese di posizione di significativi movimenti ecclesiali, riaprono antiche ferite e rischiano di allontanare la Chiesa dagli altri credenti in Dio e dalle società contemporanee. Compito di Pax Christi è vigilare, come la sentinella che scruta l'aurora, per denunciare con umiltà e fermezza le presunte verità che non servono a realizzare il progetto di Dio e per favorire ogni sforzo, ogni buona intenzione, ogni gesto che apporti un vero contributo al conseguimento della pace.
· Sia lo Spirito ad indurci ad applicare una lettura evangelica alle cose e alla storia, con la consapevolezza che il mandato evangelico è l'annuncio e la costruzione della pace e che pertanto non è solo un evento del cuore o delle relazioni interpersonali ma riguarda anche l'intera sfera della vita pubblica.

E ci invia a costruire la Pace

Isaia 61, 1-3
Lo spirito del Signore Dio è su di me
perché il Signore mi ha consacrato con l'unzione;
mi ha mandato a portare il lieto annunzio ai miseri,
a fasciare le piaghe dei cuori spezzati,
a proclamare la libertà degli schiavi,
la scarcerazione dei prigionieri,
a promulgare l'anno di misericordia del Signore,
un giorno di vendetta per il nostro Dio,
per consolare tutti gli afflitti,
per allietare gli afflitti di Sion,
per dare loro una corona invece della cenere,
olio di letizia invece dell'abito da lutto,
canto di lode invece di un cuore mesto.
Essi si chiameranno querce di giustizia,
piantagione del Signore per manifestare la sua gloria.

L'Anno di misericordia del Signore promulgato da Gesù nella sinagoga di Nazareth, non dura solo 12 mesi, ma è un tutt'uno con l'ottavo giorno, quello della Salvezza, il giorno definitivo, senza tramonto, della resurrezione di Cristo. Il cristiano dunque vive come santo ogni attimo della storia, nel quale è chiamato a costruire e anticipare le caratteristiche escatologiche del Regno di Dio: la giustizia e la pace.

1. Per questo tra i compiti del movimento riveste un ruolo di primo ordine quello dell'Educazione alla Pace (quale scopo formativo e didattico) a diversi livelli:
a. relazionale
b. politico culturale
c. socio economico
d. ecclesiale

a. A livello relazionale ci impegneremo a
- organizzare momenti di formazione che ci rendano protagonisti di un cambiamento personale e interpersonale
- creare occasioni di incontro tra i punti pace, gli aderenti e altre realtà prossime e lontane
- cercare ancora "compagni di viaggio" che ci affianchino con specifiche competenze

b. A livello Politico Culturale agiremo per
- organizzare momenti di formazione ad una lettura critica della realtà e dell'informazione ufficiale
- proporre e propagandare azioni di denuncia delle scelte politiche e istituzionali, come di ogni comportamento ufficiale e pubblico che non sia rispettoso dei diritti altrui o che generi una cultura o mentalità violenta.

c. A livello Socio Economico agiremo per
- monitorare ed eventualmente denunciare le politiche sociali delle diverse istituzioni
- ripensare tutta la problematica concernente l'Immigrazione, collocandola nel contesto della giustizia anziché in quello della carità e quindi sviluppando una nuova riflessione sul concetto stesso di "Terra". (Quando parliamo infatti di popoli migranti, che vengono nelle città del Nord, dovremmo dire non già che invadono la Terra d'altri, ma che vengono nella "loro" terra, poiché, lo ammettiamo o no, qui c'è gran parte delle loro terre. Quel benessere che abbonda nelle nazioni del "nord", sotto forma di generi alimentari, petrolio, minerali, è "Terra" che noi continuamente preleviamo nei paesi del Sud del mondo e portiamo qua. Se in Europa ci si muove con il petrolio, se tutti i frutti delle loro terre si trovano qua... è loro diritto venire a godere i frutti delle loro terre! A questo proposito è illuminante e insuperato il passo della Pacem in Terris al §. 10).
- Attivare o sostenere come movimento "percorsi di cittadinanza" per persone immigrate che sappiano affrontare tanto gli aspetti positivi quanto quelli critici (la violazione dei diritti umani - soprattutto nei confronti della donna - insiti in altre culture).

d. A livello Ecclesiale
- proponendo gesti di riconciliazione e riconoscimento delle diverse spiritualità (versante intraecclesiale) e con le culture di stampo laico (versante extraecclesiale)
- facendoci promotori nelle chiese locali di percorsi di catechesi e di formazione sul rispetto e l'accoglienza dell'altro, creando i presupposti perché sfocino in gesti concreti di giustizia
- avendo il coraggio della denuncia profetica quando voci (anche autorevoli) all'interno della chiesa si alzassero ancora per fomentare divisioni e nuove forme di antiche discriminazioni religiose e razziali.

2. Una vera educazione alla pace porta come necessaria conseguenza una irrinunciabile opzione per la NONVIOLENZA e la SMILITARIZZAZIONE, anche culturale.

Già don Tonino ammoniva: "E' giunta l'ora in cui occorre decidersi ad arretrare (arretrare o spingere?) la difesa della pace sul terreno della nonviolenza assoluta. Non è più possibile indugiare su piazzole intermedie che consentono dosaggi di violenza, sia pur misurati o prevalentemente rivolti a neutralizzare quella degli altri".
Al contrario segnali sempre più inquietanti (la reintrodotta parata militare per la festa della Repubblica lo scorso 2 giugno, l'acquisto da parte del governo italiano di aerei militari per svariati miliardi, la pubblicità tesa a convincere i giovani delle opportunità professionali che offre l'esercito, la soppressione dei finanziamenti già stanziati per progetti di riconversione delle fabbriche di armi… fino alla convocazione del presidente della Repubblica rivolta a 2000 ragazzi presso l'Altare della Patria e la tomba del Milite Ignoto, per il tradizionale saluto d'inizio anno scolastico: lontano dai santuari della sapienza, ma vicino a quelli della guerra) ci dicono che la violenza è sempre più accettata come strumento atto a risolvere i problemi internazionali, e per questo la cultura stessa della società e la formazione dei giovani ne restano inficiate.

Per questo Pax Christi si sente interpellata ovunque esistano situazioni di violenza più o meno esplicite e dove è minacciata la cultura della Pace:

- prenderemo posizione contro ogni forma di conflitto armato quando ancora esistono vie alternative per ripristinare la pace
- denunceremo lo sviluppo economico neoliberista ed il consumo sfrenato delle risorse, promovendo convegni, dibatti ed ogni forma possibile di sensibilizzazione per cercare vie di sviluppo sostenibile ed eticamente corretto e rilanciare con impegno la Salvaguardia del Creato
- appoggeremo ogni campagna destinata alla liberazione dei bambini soldato
- appoggeremo gli sforzi di quanti si operano per combattere la nuova schiavitù delle ragazzine e delle donne costrette a prostituirsi nel cosiddetto primo mondo
- ci opporremo al crescente desiderio di illegalità nelle nostre regioni, contrapponendogli una fondata cultura della legalità
- espliciteremo la nostra solidarietà alle donne per le discriminazioni di cui sono ancora vittime nelle diverse religioni: dall'obbligo dello Shador a Kabul fino all'esclusione dal sacerdozio nella chiesa cattolica
- appoggeremo ogni forma di lotta alle mafie
- alzeremo forte la nostra voce, con tutti i movimenti pacifisti e umanitari, finché si giunga alla soppressione della pena di morte in ogni angolo del mondo
- ci adopereremo perché si affronti in modo più civile il problema della immigrazione e del degrado delle nostre periferie

Interlocutore privilegiato di Pax Christi resta la Chiesa cattolica, ma anche tutte le altre Chiese e Religioni, così pure come le agenzie educative, le istituzioni politiche ed economiche e l'intera opinione pubblica.

3. La Memoria di Don Tonino fa parte del patrimonio spirituale e morale di Pax Christi.

Per questo ci sentiamo responsabilizzati non solo a ricordarlo, ma a "farne memoria" nel senso biblico del termine, cioè a far rivivere nell'oggi il suo ministero interpretando le nuove realtà alla luce di quello e lasciandoci ancora provocare ad assumere posizioni forti dalla sua carica profetica.
Tutto questo mediante la divulgazione del suo pensiero, giornate di studio, pellegrinaggi, ecc.

4. Per realizzare tutto quanto ci proponiamo Pax Christi ha a disposizione importanti strumenti quali la Casa per la Pace di Tavarnuzze (Fi), il Centro Studi Economico Sociali per la Pace e Mosaico di Pace. E' necessario che tutti i Punti Pace sappiano valorizzare queste realtà e ci sia da parte di tutti lo sforzo per farle interagire.

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