COMUNICAZIONE DEL CONSIGLIO NAZIONALE

E’ contro la legge e la ragione continuare a seguire la via della morte.

Pax Christi non può distogliere lo sguardo preoccupato dalla Terra Santa e dal Medio Oriente e ribadisce oggi alcune concrete convinzioni emerse dal confronto avvenuto nel Consiglio Nazionale del 15-16 Luglio

Gerusalemme

1) Ancora una volta, a voce alta e senza esitazioni riaffermiamo che non può esistere alcuna pace autentica che non sia fondata sulla giustizia e sulla riconciliazione e che non sia ottenuta attraverso gli strumenti e i gesti della nonviolenza e del dialogo. Riaffermiamo che “tutto è perduto con la guerra, nulla è perduto con la pace”!. E queste parole acquistano una particolare drammaticità nel pensare come, in pochi giorni, in tutto il Medio Oriente si stia rischiando di distruggere definitivamente, nella vita e nel cuore delle persone, tutti quegli elementi costruiti in più di un decennio per giungere ad un pacificazione in quelle terre.
Non ci rassegniamo a quanto sta accadendo! Come cristiani, crediamo nella presenza e nell’azione di Dio; la nostra fede è come una primavera di speranza nella perseveranza e ci conduce a credere con decisione, anche nel mezzo della tragedia che si sta consumando, che la situazione attuale possa e debba essere cambiata. E’indispensabile una ferma volontà etica e politica.
Pertanto chiediamo allo stato di Israele, al Popolo Palestinese, allo Stato Italiano, alle Istituzioni internazionali, al G8, ai Paesi Arabi, agli Usa attivi e seri sforzi per costruire azioni nonviolente, di dialogo e di mediazione che portino al silenzio delle armi e alla costruzione di una pace vera e condanniamo con tutta la forza possibile tutti coloro che stanno utilizzando la violenza militare e gli atti di terrore.

2) “All’origine di tali spietate contrapposizioni (nella Terra Santa e In Medio Oriente) vi sono purtroppo oggettive situazioni di violazione del diritto e della giustizia. Ma né gli atti terroristici né le rappresaglie, soprattutto quando vi sono tragiche conseguenze per la popolazione civile, possono giustificarsi. Su simili strade - come l’amara esperienza dimostra – non si arriva a risultati positivi” (Bendetto XVI, Angelus del 16 luglio 2006) Ci risuonano nel cuore queste parole del Papa e ci convincono che, per costruire la pace in quelle terre come in ogni dove, sia necessario “fare verità” su quanto è accaduto e stà continuando ad accadere. Occorre arrivare ad “ascoltare il dolore dell’altro”, ascoltarne la storia e le sofferenze a partire da quelle dei più piccoli e dei più poveri. Bisognerà allora prima o poi abbattere l’omertà rompendo il silenzio sulla occupazione illegale del territorio palestinese, sulla costruzione del muro illegale dell’apartheid, sugli omicidi mirati e sugli indiscriminati atti terroristici, sulla indifferenza di fronte alle risoluzioni dell’Onu, sulle punizioni collettive che tolgono acqua, cibo e elettricità alle famiglie, sul rifiuto del riconoscimento dell’altro e della sua storia, sulla minaccia sistematica come azione politica perseguita dall’Iran, sugli errori dell’amministrazione palestinese, sull’appoggio incondizionato degli Usa agli abusi di Israele, sul silenzio pesante e imbarazzante del Mondo Arabo e dell’Europa politica, segnali chiari di impotenza o peggio di connivenza all’ingiustizia, alla menzogna, alla cultura di morte.

3) Il diritto alla difesa da parte di uno Stato non esime dal rispetto delle norme del diritto internazionale, soprattutto per ciò che riguarda la salvaguardia delle popolazioni civili. Deploriamo con forza l’attacco al Libano, una Nazione libera e sovrana (cfr Card Angelo Sodano, intervista alla Radio Vaticana del 14 luglio 2006) e denunciamo con altrettanta forza l’uso dello strumento militare della guerra fatto di eserciti, di armi, di bombardamenti che provocano soprattutto morti civili e ulteriore odio senza aprire alcuno spiraglio di speranza e soluzione.

Cosa fare concretamente?

Invitiamo innanzitutto le comunità cristiane a pregare intensamente e costantemente perchè pace, giustizia e riconciliazione possano di nuovo abitare nella Terra Santa e a contribuire concretamente, nonostante i veti internazionali, attraverso la Caritas o altri organismi di cooperazione e sviluppo a sollevare il popolo palestinese dallo spettro della povertà e della fame.

In particolare, come strumento di riflessone, rilanciamo le parole dei Responsabili delle Chiese cristiane di Gerusalemme che il Patriarca Latino Michel Sabbah, presidente internazionale di Pax Christi, ci ha fatto pervenire e che di seguito riportiamo.

Invitiamo inoltre a sostenere la società civile israeliana e palestinese che in queste terre martoriate ancora oggi, anche ora, continua a credere ostinatamente nei sogni e con coraggio e con forza lavora per una pace nella giustizia, per tutti, chiede Ponti e non Muri, invoca la nonviolenza come strada per il futuro.

Lanciamo infine un appello perchè i rappressentanti in Italia delle tre grandi religioni si incontrino, nelle singole città e a livello nazionale, per invocare uniti su quanto stà accadendo il Dio della Pace; perchè le rispettive storie vengano lavate e purificate nel crogiuolo della spiritualità e nell’ascolto del Mistero che si mostra come Misericordioso, Amante della Vita, Dio di Pace, di Shalom e di Salaam e perchè nessuno osi legare strumentalizzare la religione alla violenza e a obiettivi che sono esclusivamente politici. Esprimiamo il desiderio che vengano alimentati in ogni modo, oggi più che mai, i canali del dialogo, dell’amicizia e della riflessione comune perchè, insieme, come Cristiani, Ebrei e Mussulmani possiamo dall’Italia far arrivare in Medio Oriente voci e semi di riconciliazione. Se in questi giorni là è così terribilmente difficile, dal nostro paese possiamo svolgere un compito importante.
Come Pax Christi Italia, ci mettiamo a servizio di questa unica via.

Shalom, Salaam, Peace
al popolo Palestinese, al popolo Israeliano, al Medio Oriente e a Tutto il mondo.
Pax Christi Italia - Firenze 16 luglio 2006

Documento dei Responsabili delle Chiese Cristiane di Gerusalemme sulla crisi nella Striscia di Gaza

“Così è trascurato il diritto e la giustizia se ne sta lontana, la verità incespica in piazza, la rettitudine non può entrarvi. Così la verità è abbandonata, chi disapprova il male viene spogliato. Ha visto questo il Signore ed è male ai suoi occhi che non ci sia più diritto. Egli ha visto che non c’era alcuno, si è meravigliato perché nessuno intercedeva.” (Isaia 59,14-16)

La violenza e l’aggressività di Israele in questo momento non hanno nessuna giustificazione né proporzione.

Un soldato israeliano è stato fatto prigioniero durante un combattimento. Un colono è stato rapito ed ucciso. Come risposta a ciò, le forze armate di Israele hanno distrutto tre ponti e una centrale elettrica causando milioni di dollari di danni e lasciando 750.000 persone nella striscia di Gaza senza acqua ed elettricità.

Inoltre le forze armate israeliane hanno rapito 84 persone, tra le quali 7 membri del Governo palestinese e 21 membri del Parlamento (Consiglio legislativo) palestinese. Tutto ciò al termine di una settimana durante la quale 48 palestinesi sono stati uccisi compresi 27 civili innocenti.
Tale statistica dell’orrore comprende anche 9 bambini ed una donna incinta.

Oggi, noi Responsabili delle Chiese Cristiane, diciamo: ciò che sta succedendo nella nostra terra è contro la legge e contro la ragione. E’ nostro compito di leader religiosi continuare a dire ciò alle autorità. E’ contro la legge e la ragione che voi perseveriate e ci portiate sulla via della morte: “Ha visto questo il Signore ed è male ai suoi occhi che non ci sia più diritto. Egli ha visto che non c’era alcuno, si è meravigliato perché nessuno intercedeva.” (Isaia 59,15-16)

Noi condanniamo il rapimento del sodato israeliano e l’uccisione del giovane colono così come condanniamo il quotidiano rapimento o uccisione di dozzine di palestinesi e l’incarcerazione di centinaia di loro.
I diritti di tutti, israeliani o palestinesi, hanno la stessa dignità e devono essere trattati allo stesso modo. Tutte le violenze e le aggressioni contro la dignità umana, sia da parte israeliana che palestinese, devono avere fine.

La nostra sofferenza – sia palestinese che israeliana – avrà termine quando la verità di ciascuno verrà riconosciuta. Deve essere riconosciuto il diritto di Israele di vivere in sicurezza. Allo stesso tempo però deve essere riconosciuto che il cuore del conflitto tra israeliani e palestinesi trova origine dalla privazione di libertà subita dalla popolazione palestinese. Noi sosteniamo fermamente la lotta contro il terrorismo, ma con pari fermezza ricordiamo che tale battaglia deve cominciare dalla risoluzione della causa che sta alla base di tanta violenza e cioè la privazione della libertà per la popolazione palestinese.

E’ contro la legge e la ragione continuare a seguire la via della morte. L’imperativo morale è chiaro. Basta con ogni tipo di violenza. Basta con le morti. Proteggere la vita e la dignità delle persone. Dare il via ai negoziati. Rompere la catena assassina di violenza dalla quale siamo tutti avviluppati. E ascoltare la chiamata di Dio: “Sta’ lontano dal male e fa’ il bene, cerca la pace e perseguila.” (Salmo 33,15)

Gli eventi sono andati troppo oltre. Chiamiamo l’intera comunità internazionale ad intervenire ed a insistere per una soluzione diplomatica del conflitto. Tutte le autorità devono cambiare il loro modo di agire e con una inflessibile presenza e pressione internazionale, devono negoziare per raggiungere una pace giusta e definitiva:
“Uomo, ti è stato insegnato ciò che è buono e ciò che richiede il Signore da te:
praticare la giustizia, amare la pietà, camminare umilmente con il tuo Dio”. (Michea 6,8)

Gerusalemme, 8 luglio 2006


Firme:
+ Patriarch Theophilos III: Greek Orthodox Patriarchate
+ Patriarch Michel Sabbah: Latin Patriarchate.
+ Patriarch Torkom II: Armenian Apostolic Orthodox Patriarchate.
Pier Battista Pizziballa, ofm, Custos of the Holy Land
+ Anba Abraham: Coptic Orthodox Patriarchate.
+ Swerios Malki Mourad: Syrian Orthodox Patriarchate.
+ Abune Grima: Ethiopian Orthodox Patriarchate
+ Paul Nabil Sayyah: Maronite Patriarchal Exarchate.
+ Bishop Riah Abu Al-Assal: Episcopal Church of Jerusalem & the Middle East.
+ Bishop Mounib Younan: Lutheran Evangelical Church.
+ Pierre Malki: Exarch for the Syrian Catholics - Jerusalem
+ George Bakar: Greek Catholic Patriarchal Exarchate

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