R.d.Congo: allarme infanzia, speranze e ombre sulle elezioni
UNICEF Italia | Beati i Costruttori di Pace | Chiama l'Africa
Intrappolati dalla guerra come profughi o sfollati, arruolati come combattenti da gruppi e forze armate vittime di aggressioni sessuali, malnutriti, colpiti da malattie tanto che costituiscono la metà delle 1200 vittime quotidiane. È la situazione dei bambini della Repubblica democratica del Congo fotografata dal rapporto dell'Unicef "Allarme infanzia" presentato oggi a Londra. La situazione è allarmante: in 6 mesi, conflitti e violenze hanno fatto più vittime dello tsunami che colpì le coste dell'Oceano Indiano nel 2004. Le stime a disposizione indicano un totale d'oltre 4 milioni di morti, benché alcuni esperti sostengano che il bilancio sia in realtà molto più alto.
Il rapporto, in parte basato sulle impressioni tratte da Martin Bell, per anni corrispondente di guerra della Bbc, durante la missione sul campo per l'UNICEF nelle regioni orientali del paese, nonché dall'esperienza maturata come inviato stampa in paesi sconvolti dalla guerra, suggerisce che vi è una speranza di porre fine al conflitto grazie ad un esito positivo delle elezioni. "E' facile restare sconvolti da ciò che è accaduto nella Repubblica Democratica del Congo, a causa delle dimensioni stesse della tragedia" - ha affermato Martin Bell. "Ma siamo debitori verso i bambini del paese, dobbiamo loro il futuro che meritano, e queste elezioni potrebbero rappresentare l'unica occasione della loro intera vita".
Il 30 luglio nella R.D. Congo si terranno le prime elezioni democratiche dopo oltre 40 anni di attesa con le quali la popolazione congolese cerca di lasciarsi alle spalle una drammatica guerra che ha causato 4 milioni di morti. Ieri con un aereo messo a disposizione dal Governo italiano sono partiti da Ciampino i 61 volontari italiani di "Beati i costruttori di Pace" che svolgeranno la funzione di osservatori internazionali nei seggi del Nord e Sud Kivu. Li accompagnava il Viceministro degli Esteri Patrizia Sentinelli. La missione è considerata dal Governo italiano particolarmente significativa per il ruolo che la società civile può rivestire in Africa. "Non solo il Governo appoggia questo delicato compito che si è assunta la società civile italiana" - spiega Eugenio Melandri coordinatore di 'Chiama l'Africa' - ma addirittura il Viceministro agli Esteri Patrizia Sentinelli viene con noi nel Kivu, mettendo a disposizione un aereo di stato per il trasporto dei volontari".
La missione è stata preparata con accuratezza, sia per la formazione dei volontari che per la scelta delle località dove svolgere l'osservazione. I volontari sono stati preparati dagli stessi formatori degli osservatori dell'Unione Europea, con lo stesso Codice di Condotta e con gli stessi formulari. Quindi saranno in tutto parificati agli osservatori internazionali con l'unica differenza di doversi sobbarcare tutto l'impegno finanziario, invece di ricevere qualche compenso. Le località sono state scelte in base alle esigenze della popolazione e alla delicatezza delle situazioni, dopo aver avuto un confronto con le istituzioni e organizzazioni locali, internazionali e in particolare con la Commissione Elettorale Indipendente congolese. Alcuni osservatori raggiungeranno i seggi con elicotteri della Monuc per mancanza di strade e che nel Paese non esiste di fatto neppure un'anagrafe.
Ma ciò che preoccupa maggiormente è la situazione pre-elettorale nella R. D. Congo. Proprio ieri il Consiglio episcopale dell'arcidiocesi di Kinshasa ha diffuso una dura presa di posizione che invita "ad astenersi dalle elezioni qualora le condizioni di irregolarità già contestate non siano corrette prima della chiusura della campagna elettorale". La nota, letta in tutte le chiese, si somma alle critiche da parte dei vertici della Chiesa congolese ai modi in cui si è arrivati a queste elezioni. Le preoccupazioni sono andate crescendo recentemente in seguito a una serie di episodi - dall'utilizzo di risorse statali per la campagna elettorale da parte di alcuni candidati, alle intimidazioni - e alle presunte irregolarità che avrebbero contrassegnato soprattutto la preparazione delle liste elettorali - riporta l'agenzia Misna. Solo qualche giorno fa la Conferenza episcopale congolese (Cenco) nel suo ultimo messaggio aveva scritto: "Nella situazione attuale, non sono ancora state raggiunte tutte le condizioni per lo svolgimento di un voto davvero trasparente, libero e democratico. Al contrario, un insieme di elementi conferma le accuse di manipolazione, di inganno se non addirittura di frode". [GB]
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